Recensione Outlander Episodio 506: Better To Marry Than Burn

7 Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro. 8 Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; 9 ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere. (1 lettera di Paolo ai Corinzi, vv 7-9)

Il sesto episodio della quinta stagione porta il titolo di un versetto biblico. Vorrei lanciarmi in una considerazione accesa sul valore della castità, vero o presuntivo, ma sono incline a risparmiarvelo. Siamo giunti alla metà esatta della stagione e miglior giro di boa non poteva esserci, in questo episodio tutto quello che è stato và a posto. Ogni cosa trova il suo perfetto tassello. A partire dal riassunto che, come sempre, ci dice che cosa vedremo. Fin dai titoli di testa di questo “Better To Marry Than Burn” sappiamo, intuiamo chi farà che cosa. Il quadro ci presenta un uomo cui viene incipriata la parrucca, non dimentichiamo che era uso nella seconda metà del diciottesimo secolo e che, per sembrare eleganti, si dovevano avere molti nei; uomini e donne li usavano, nei che seguivano un linguaggio preciso, a seconda del posto dove erano collocati e viso incipriato. Era una moda esattamente come i piercing e un certo tipo di trucco. Scritto per la televisione da Stephanie Shannon, diretto di nuovo da Meera Menon, inizia nella livida, bluastra e fredda, fangosa Scozia del 1746. Non è una data a caso. Una carrozza è lanciata in un galoppo sfrenato nel bel mezzo del nulla, monti, brughiera e fango. Di colpo spuntano due giubbe rosse. Li fermano, l’uomo scende. Si presenta come Samuel Torrington, in fuga da Culloden con moglie e figlia. Ma la moglie è una nostra conoscenza e vedendola capiamo che il sedicente Mr Torrington è Hector Cameron. Per ordine del duca di Cumberland gli spaventapasseri in rosso devono perquisire ogni convoglio, non dimentichiamo che ogni scozzese è sospettato di essere un giacobita. Le cose sembrano mettersi bene, peccato che Morna Cameron posi il piede nel fango e peccato che la giubba rossa sia così “galante” dall’aiutarla a toglierlo da lì. Vede qualcosa che nella perquisizione non aveva trovato. Lo sguardo di Jocasta ci dice qualcosa di importante: lei non sa che l’oro sia lì. Il soldato apre il piccolo forziere: è oro francese, con tanto di marchio del giglio di Francia. Ricordiamo l’oro che Bonnie Prince Charlie aspettava? Non arrivò in tempo. Immediatamente gli animi si scaldano, partono colpi di pistola e se le due giubbe rosse muoiono, muore anche Morna. Per mano di suo padre. Sua madre non può nemmeno piangerla o portarla via. Il marito la costringe a lasciarla lì, nel fango, insepolta, con due sconosciuti. La carrozza parte. Ho pensato se fosse successo a me. Mi sono sentita malissimo. Non poter dare una sepoltura al mio bene più caro, lasciarla alla mercé di cani e corvi dopo averla amata, custodita, preservata…E’ una sensazione terribile, credo che Jocasta non abbia mai perdonato Hector. Hector che prende l’oro ma non la figlia. Io non lo avrei fatto. Mai. Non c’è necessità che tenga per un atto così oltraggioso. Tanti, troppi anni dopo, ritroviamo quella donna disperata. È una ricchissima vedova, che se ne sta in camera sua, a farsi acconciare dalle mani abili di una schiava. Stringe lo stesso nastro, quello dei capelli di sua figlia minore. È il mattino antecedente al suo matrimonio con Duncan Innes ed è proprio lui che entra. Le porta un dono, un cuscino che contiene lavanda, per alleviare il sonno e il riposo di Jocasta. Sopra c’è ricamato Luceo non uro (Risplendo, non brucio.) il motto dei McKenzie. E’ un pensiero gentile da parte di Innes, il quale, però si imbarca in una discussione sul proprio cognome per assicurare a Jocasta il suo appoggio e il suo affetto, ma lei, con eleganza, lo tacita. Entra Ulysses, che annuncia Jamie e Mr Forbes al piano inferiore, per Jocasta. Lo sguardo di Ulysses al povero Innes la dice lunga sulla sua fedeltà e il suo affetto sincero per la padrona (Pensi davvero che non riesca a percepire come guardi quel pover’uomo? Voglio solamente che siate felice. La felicità non c’entra nulla, col tempo, forse, Mr Innes potrà concedermi un po’ di pace.). Vediamo sempre Jocasta come una roccia salda, che sfida il mondo, con la sua forza, nonostante la cecità. Eppure è una donna e una donna del diciottesimo secolo ed è una donna che ha sofferto moltissimo. E’ un personaggio che mi colpì moltissimo, la prima volta che ne lessi. Perché è intelligente, scaltra, dura, a volte testarda, ma ha un cuore enorme, adora la sua famiglia e farebbe di tutto per loro. Al piano di sotto troviamo Jamie e Mr Forbes, il socio di Bonnet, che aspettano la padrona di casa. Jamie, con gli occhiali, legge un atto, nel quale saltano all’occhio i nomi di Jocasta Isobeall McKenzie Cameron e Jeremiah Alexander Ian Fraser McKenzie e tra i due nomi si legge che Mrs Cameron lascia River Run al piccolo Mr Jemmy McKenzie. Jamie accoglie affettuosamente la zia, che si siede e da cieca firma perfettamente l’atto, sotto gli occhi di Forbes e del colonnello Fraser, che lo controfirma, come testimone. Alle parole di Forbes su Brianna e la sua domanda su Duncan e River Run, Jocasta risponde da politica quale è, come tutti quelli del suo clan: “Mr Innes ha cortesemente acconsentito di permettermi di fungere da custode di River Run, finché Jeremiah non raggiungerà la maggiore età. Dopotutto non abbiamo figli.” E se lo dice come se fosse ovvio, ovvio non lo è, perché lei figli ne aveva. Ma che la firma di Jocasta prima e dopo sembri diversa, lo sembra solo a me? Firmato l’atto, River Run ha un nuovo padrone. Mi piace l’espressione seria di Ulysses dietro, sembra quasi proiettarsi nel futuro. Il nuovo proprietario per adesso è alle prese con un fastidioso raffreddore e se suo padre desidera ardentemente una scatola di fazzoletti usa e getta e sua madre una aspirinetta per bambini, prima che Adso trovi modo di portare loro in regalo una cavalletta, apprendiamo che Roger Mac non andrà al matrimonio di Jocasta e Duncan, perché la zia lo ha insultato e lui, così, soddisfatto, prende due piccioni con una fava: aiuta la moglie e non la dà vinta alla zia. Purtroppo il “dono” di Adso è una calamità. All’esterno, sul vetro, iniziano ad ammassarsi le cavallette. Ricordo che l’anno del sisma, undici anni fa, avemmo prima il sisma, la tromba d’aria e poi le cavallette. Non dimenticherò mai fino a che sono viva la grazia con la quale il mio gatto le uccideva appena si posavano al suolo, erano più grandi di quelle del film, piccole e verdi, le nostre erano grandi e gialle. Per fortuna non arrivò lo sciame. A dieci giorni di viaggio c’è River Run, assolutamente splendida sotto il sole, con le carrozze che arrivano e le barche rosse con la vela blu che trasportano gli invitati nel sontuoso padiglione sull’altra riva. Quella sulla quale Bree chiese a Lord John di sposarla, rammentate? Sotto il pergolato c’è un palco di lucido legno scuro, con l’orchestra che suona e gli invitati che, in tutto il loro splendore, danzano, bevono e mangiano. Del resto Mrs Cameron è una donna ricca. Molto. Guardiamo gli abiti, non sembrano costumi, non è così? Niente di antiquato o finto, ma abiti, perfettamente cuciti, adattissimi a chi li indossa. Erano persone che conversavano, tra la musica e le bevande, cui uno squarcio nel tempo ha permesso di mostrarsi a noi. Terry Dresbach ha lasciato il tutto in ottime mani. Lontano dalla festa c’è Jamie. Sua moglie lo raggiunge sulla veranda. Per Jamie dovrebbe esserci Murtagh al fianco di Jocasta e invece lui stesso è al fianco di coloro che lo vorrebbero morto. Il mondo non è mai stato simpatico con Jamie, ma da quando è arrivato in America, le sue scelte lo hanno portato a dividersi con gli affetti più cari. Sua moglie giustamente gli fa notare che non deve essere così duro con se stesso, ha chiesto a Murtagh di aspettare e se oggi non è lì è perché ha scelto così. Avete visto che bella l’acconciatura di Claire? E il suo abito blu? Claire riesce a smuovere Jamie dalla sua tristezza, al solito e il loro bacio ha un sapore ancora più dolce, se paragonato al fatto che mentre loro sono la coppia che il Destino ha decretato dover vivere insieme, nonostante dragoni inglesi, rivoluzioni, tempo, altri mariti, altre mogli, non è così per gli altri. La scena che arriva brilla per ricchezza: frutta, suonatori e Lui. In un velluto rubino è addirittura sontuoso. Lord John Gray, finalmente. Ogni volta che leggo il suo nome nei titoli sono contenta. Al termine del ballo sta per essere approcciato da due giovani dame ma l’arrivo di Jamie e Claire lo salva (credo di aver ballato con ogni fanciulla della provincia) ma non dalle attenzioni delle ragazze in età da marito che, se sono lì sono sicuramente di famiglie abbienti, lo concupiscono con lo sguardo. L’espressione afflitta di John riceve il sorriso confortante di Claire. Mentre parlano, notano il governatore, con una splendida mise. Nessuno dei nostri tre è felice della presenza dell’uomo, ma lo raggiungono e tutti si riferiscono solo a lui col titolo di Sua Eccellenza. Quando Claire chiama la moglie del governatore col titolo di Mrs Tryon, il governatore la corregge. Claire si scusa e la moglie di Tryon, amabilmente, stempera la gaffe. Ma non sa tenersi nulla per sé e rivela che stanno partendo per New York, lo sguardo del governatore è decisamente interessante e per deviare la loro attenzione introduce il giudice Martin Atticus, il quale ha modo di fornire una delle verità assolute della vita: ad ogni matrimonio c’è sempre almeno un presuntuoso imbecille. Lo dice dopo che due hanno litigato. Dalle parole di Atticus, Tryon ricava una lode per sé e Jamie gliela accorda ma questo ci rivela che la misericordiosa grazia per i Regolatori è, in realtà, opera di uno scozzese, tale Samuel Johnston, che nacque in Scozia ma si trasferì in America dieci anni prima di Culloden. Grazie a lui la legge prevede il divieto a più di dieci uomini di riunirsi in determinate circostanze. Lord John nota che se non possono riunirsi, non possono cospirare. Il ricordo del tenente Knox raggela per un momento l’uditorio ed è Mrs Tryon, da donna educata e raffinata, che rimette le cose a posto. Il marito è un politico rude al confronto di lei. Porta via Claire e le parla di una partita di whist, che si terrà nel pomeriggio, nella quale si scommetteranno forti somme. Dalle chiacchiere piacevoli della festa voliamo su Fraser’s Ridge. Anche la musica cambia di tono. Nella casa grande Roger e Bree affrontano i fittavoli, che chiedono che cosa fare. Lo sciame delle locuste sarà lì tra solo un giorno. La proposta di bruciare il campo non è proprio delle migliori, le voci si alzano e Roger, per attirare l’attenzione, urla “Al fuoco!” e riesce, ovviamente. La spiegazione ce la dà lui stesso: perché l’ansia provata di fronte ad un possibile pericolo li ha bloccati. Giustamente Roger fa notare che bruciando il campo nessuno assicura loro che il vento non brucerebbe anche le case. Lindsay e Sinclair fronteggiano Roger e uno dei due esprime a voce alta il pensiero di tutti, cioè che se ci fosse il colonnello Fraser saprebbe che fare. Quando Roger ribadisce che Jamie è a dieci giorni di viaggio, gli chiedono lumi (Quindi che cosa proponete di fare Capitano McKenzie?) e vi prego di notare il titolo, che qui è usato con sarcasmo. Non lo rispettano. E il non saper che dire di Roger scatena la loro convinzione che non sia capace. Fergus lo guarda in un modo che definiremmo rabbioso, sua moglie con dolorosa partecipazione e Roger deve fronteggiare se stesso e loro. Non da poco per un professore di Storia. A River Run, tra uccellini e musica, Mrs Tryon si intrattiene con Claire. Non le dispiace andare via dal palazzo del governatore, non c’è mai stata bene e, in quella, arriva l’epitome del perfetto “damerino” settecentesco, quella che è poi diventata una maschera carnevalesca, Philip Wylie. Lo conoscemmo nella passata stagione. La cattiva fama di Wylie ci è dettagliatamente presentata da Mrs Tryon, la quale si industria nel tenerlo lontano da Claire una volta che ne ha dedotto l’intenzione. La nostra medicA come al solito, si ficca in discussioni non sue e lo fa dopo aver sentito due donne che discutono di giorni fertili e non, grazie ai consigli del dottor Rawlings. Ovviamente le donne presentano due facce dello stesso discorso, i figli visti come benedizione di Dio e la possibilità di non volerne. Claire si introduce (Forse quel genere di donna che non ha i mezzi per mantenere un infinito numero di benedizioni.) e le due la fissano, imbarazzate come i miei gatti quando ballo loro davanti. Sta congedandosi quando Mr Wylie le cade quasi addosso. La scusa è di poterle offrire qualcosa. Il baciamano è quanto di più viscido abbia visto, nemmeno i corteggiatori da operetta si attarderebbero in quel modo e Claire è costretta a sottrarre la propria mano. Lui la complimenta, lei guarda Mrs Tryon che le sillaba il non averlo potuto trattenere, ma poi la salva con una scusa plausibile. Roger non si sente di certo meglio. Mrs Bug spazza via le locuste, ma il peggio deve ancora venire. Evan Lindsay e Ronnie Sinclair sono solo due dei presenti che hanno espresso la loro poca fiducia nelle risorse di Roger e questo il nostro Storico lo sa. Tutti rischiano di morire di fame se lo sciame divora il raccolto. Se tuo padre fosse qui…Ehi, che cosa potrebbe fare di diverso? Vorrei saperlo. Questo è il cuore di tutto. Jamie saprebbe e lui no, deve essere dannatamente frustrante per Roger sentirsi così. In realtà all’esperienza spesso sono le conoscenze accumulate che danno supporto e Roger ha l’idea del secolo: quando era piccolo il Reverendo gli lesse la storia di un raccolto salvato grazie al fumo che impedì allo sciame di posarsi. L’idea di Roger è di accendere dei falò con la legna verde, che notoriamente brucia male e quindi fa fumo, tutto intorno al campo, così all’arrivo dello sciame il fumo sarebbe così tanto che le locuste non si poserebbero. Ha le sue ambasce anche Jamie che apprende dal Governatore che la grazia ai Regolatori avrà senso solo a determinate condizioni. La legge che vieta le adunanze dà modo al governatore di condannare anche chiunque sia stato visto nella rivolta di Hillsborough. Se i Regolatori si rifiuteranno di sottomettersi al’ordine del Re, il Governatore li punirà. Impiccandoli. Giustamente Jamie domanda al Governatore, nella tenda di quegli, come mai applicare questa tardiva giustizia ora se sono diretti a New York? Al Governatore secca lasciare il North Carolina nel caos e il suggerimento del Rosso di applicare misericordia, trova la propria replica nelle parole di Tryon, il quale spiega che se i Regolatori sceglieranno la misericordia (ovvero sottomettersi al Re) la otterranno, in caso contrario no. A casa dei McKenzie, si mescola letame con grasso di oca, non avendo il petrolio, dentro dei secchi. Roger e Josiah lavorano alacremente. Sono stati usati per secoli come fumogeni e copriranno la parte del campo dove non arriverà il fumo dei falò. Il problema di dove tirerà il vento è risolto da Brianna che osserva il bucato steso. Come un sipario, le lenzuola di Bree ci aprono la scena su River Run. Claire è in cerca di Jamie, seguita da presso dallo snervante damerino, che le taglia ogni via di uscita, dopo una leziosa relazione sul regalo di Mr Wylie (pizzo chantilly, il favorito di Madame du Barry, al secolo Jeanne Beçu, comtesse du Barry, ultima favorita di Re Louis XV) per Jocasta veniamo a sapere che l’individuo ridicolo si serve di contrabbandieri per aggirare l’esosa legge doganale. La menzione di un gentiluomo marinaio irlandese che fa affari al porto di Wilmington ferma Claire da ogni altro tentativo di scappare dalle attenzioni da stalker di Mr Wylie. Claire lo porta in un salottino e gli offre il whiskey di Jamie. Alla domanda di Wylie su quale dei due mariti produca il whiskey, silver or gold, dal metallo delle fedi agli anulari di Claire, lei replica “silver”, Jamie. E quando anche Wylie, seppure per leziosaggine, conviene che Jamie sia un uomo straordinario, ho amato la battuta di Claire su quando fosse morto il primo marito “Una vita fa.” Calcolando che lei salta nel tempo è una risposta che ha più di una sfaccettatura. Il damerino si convince che Claire tenga moltissimo al primo marito e dopo il brindisi Claire approccia con estrema eleganza il discorso, per carpire il nome di Bonnet. Che riceve, con totale noncuranza dall’altro “Mr Bonnet è caratterizzato, come dire, da un umore notoriamente infelice. Non fa affari con persone che non conosce.” Così Claire, con una faccia da poker invidiabile, solletica il damerino incipriato allettandolo con la possibilità che lei tratterebbe solo con lui. A Claire non resta che seguire Mr Wylie che la porta con sé, per mostrarle il proprio “segreto”. Intanto al Ridge i fittavoli ricevono i secchi con la mistura cui si dà fuoco, mentre gli altri preparano dei falò. (Che tenera la mano che carezza la propria pancia di Marsali!). Josiah dà le ultime istruzioni e poi viene mandato da Roger ad assicurarsi che il resto dei secchi sia portato nel campo di Evan Lindsay. Ho adorato la battuta di Roger sulla piaga biblica, qui con la camera che scende dall’alto, i due McKenzie si danno la mano, svelandoci un’altra scena della sigla. In questo episodio ne vedremo altre due. Claire và nelle stalle di River Run, che sembrano un palazzo esse stesse, per conoscere Lucas, discendente di Eclipse della stirpe di Darley Arabian. Appassionata di cavalli sono andata a cercare questo cavallo e ve lo cito qui: “Darley Arabian è uno stallone purosangue arabo che viene considerato uno dei tre capostipiti all’origine della razza Purosangue inglese, gli attuali cavalli da corsa. Darley Arabian venne acquistato nel 1704 ad Aleppo in Siria da Thomas Darley, un nobile la cui famiglia cercava un cavallo da corsa. Lo stallone baio bruno sarebbe stato scambiato con un fucile di cui il proprietario del cavallo si era invaghito. Chiamato originariamente Mannika, il cavallo venne ribattezzato in modo da portare il nome del nuovo proprietario. Ottenne innumerevoli successi in competizioni in Inghilterra e fu l’antenato di un altro grande campione: Eclipse (1764). Quest’ultimo resterà imbattuto negli ippodromi e fu uno dei tre primi stalloni Purosangue inglese (con Matchem e Herod) che vennero iscritti nello stud book della razza, quando questo venne creato, nel 1793.” (https://it.wikipedia.org/wiki/Darley_Arabian) Quindi non esattamente un cavallo da poco il nostro Lucas dal momento che un cavallo se ha ascendenze illustri, cioè ha “il sangue giusto”, pur non avendo ancora corso o vinto nulla, viene venduto puledro a delle cifre davvero ragguardevoli. Tutta la pantomima di Wylie, oltre a tenerci ancorati alla Storia con riferimenti precisi,serve a sedurre Claire. La assale, baciandola sul collo, di schiena ma lei si divincola e, noi godiamo, lo spinge negli escrementi di cavallo e come un Deus ex machina arriva Jamie, proprio mentre Wylie chiama Claire “Puttana!”. Di fronte ad un Jamie furia rossa che lo inchioda per il collo alla parete, si giustifica dicendo che è stata Claire a offuscarlo con l’alcol e a implorarlo di fare sesso con lei. Se fosse stata un’altra coppia, forse il marito avrebbe avuto un minimo di esitazione, ma qui no. La accusa di essere una vile succuba (ovvero una specie di demonessa) ma Jamie non lo uccide solo perché Claire glielo impedisce (Vuoi davvero ammazzare qualcuno al matrimonio di tua zia?). Spedito via Wylie con una chiara minaccia, Jamie apprende da sua moglie che il damerino conosce Bonnet. Claire, sapendo che Wylie è pieno di debiti, lo ha allettato con la prospettiva di un buon affare, per arrivare a Bonnet. Per avere l’aiuto dell’uomo che hanno appena umiliato e minacciato, Jamie ha un’idea interessante. Le locuste, intanto, si avvicinano sempre di più. Si posano sugli steli del grano, sembra che resistano ai tentativi, il fumo copre l’intero campo, mentre i fittavoli lo alimentano incessantemente. Quando Roger vede lo sciame, che oscura il cielo, ho capito che cosa possano aver provato i nostri nonni e trisavoli, certo che deve essergli sembrata una piaga biblica. Del resto uno sciame devasta in proporzioni altrettanto bibliche e in tempi in cui non esistono i supermercati, si muore di fame. Roger li incita, nessuno si ferma e nel crescendo della musica lo sciame li sorvola. Tutti si abbassano per evitare le locuste più basse, mentre noi siamo avvolti dalla atmosfera splendida e festaiola di River Run. Jamie raggiunge Wylie e gli propone una partita di whist, in palio Lucas contro l’onore. Wylie ride in faccia a Jamie e gli chiede un contraccambio ben diverso dalla somma che Jamie vorrebbe scommettere, infatti, è proprio amico di Bonnet, per vendicarsi della donna che non è riuscito a violentare, chiede al marito, come pegno della partita, la fede in oro di Claire. Qui succede qualcosa che era da tempo, credo diverse stagioni, che non succedeva: Claire e Jamie litigano aspramente. Jamie vuole che Claire si fidi di lui, vincerà e si prenderà non solo la rivalsa su Wylie ma arriverà a Bonnet, Claire, invece, gli rimprovera di agire così per il proprio onore invece che per quello di Bree e gli mette in mano entrambe le fedi: se prendi questo, allora puoi anche prenderli entrambi. Lo sguardo di Jamie alla schiena di sua moglie che si allontana è ferito e arrabbiato. Al campo Fraser, intanto, si spengono i falò e un soddisfatto Roger riceve non solo l’abbraccio di sua moglie ma anche la gratitudine di Evan Lindsay: pensavo che il vostro piano fosse uno dei più folli mai sentiti in vita mia. Sono in debito con voi, ho perso solo mezzo acro. La mia famiglia non morirà di fame quest’inverno, grazie a voi capitano. C’è da notare più di una cosa, il “Capitano” pronunciato con rispetto da Lindsay, il fatto che Roger deve necessariamente conquistarsi la fiducia con atti, come fece Jamie a suo tempo, e che morire di fame non era una semplice espressione, un modo di dire, ma una realtà terribile. Lasciamo i McKenzie felici e voliamo a River Run, di notte, gli schiavi accendono le luci, gli invitati raggiungono le loro sistemazioni per la notte, Ulysses introduce nella camera di Jocasta niente meno che Murtagh. Ulisse e Murtagh scherzano sulla mancanza di riguardo di uccidere qualcuno la sera prima delle nozze, quindi i due restano soli. Ho amato moltissimo questa lunga scena e ho pianto, alla fine. Murtagh porta un magnifico regalo a Jocasta (e sarà la seconda scena della sigla), illuminata dal sorriso e dalla luce delle candele, le chiede di sposarlo e ovviamente Jocasta non accetta, perché non prima? Perché dirle che non le ostacolava la felicità? Perché Murtagh non credeva che Jocasta avrebbe davvero sposato Duncan Innes. Ma anche se non fosse un ricercato, Jocasta non avrebbe sposato Murtagh. Si siede, riprende tra le dita il nastro di Morna e dichiara chiaro e tondo che vuole passare il tempo con un uomo che abbia come unico scopo la sua felicità. Il padre di Jocasta sosteneva che si potesse mettere un McKenzie nel fuoco più caldo dell’inferno e quel fuoco avrebbe bruciato fino alle ossa qualunque altro uomo, ma non un McKenzie. Gli racconta del comportamento di Hector, dopo Culloden, della sua furia, del furto dell’oro degli Stuart, arrivato troppo tardi. Quando si arriva a Morna, Jocasta piange, dopo così tanti anni, piange a dirotto, mi ha straziato il cuore, credo che sia una delle scene più tristi ed emozionanti della stagione, finora. Dopo trenta anni Jocasta siede come una regina in un palazzo costruito con l’oro che le ha ammazzato la figlia. Come deve essersi sentita? Lo dice lei stessa, la vedeva sempre lì, ogni volta che chiudeva gli occhi, da sola, nel fango, abbandonata e quando è diventata cieca, non ha avuto più il sollievo di spostare sguardo e attenzione su altro. Seonag e Clementina, le altre due figlie, sono morte negli incendi. Ha perso tutto ed è ricca e sola. Una vita terribile. Jocasta non vuole Murtagh, pur amandolo, e credo che lo ami, davvero, perché è come Hector: per quello in cui crede sarebbe disposto a sacrificare tutto per ciò in cui crede. Murtagh se ne và nel rimpianto dopo aver dichiarato a Jocasta il suo amore e i singhiozzi di lei sono strazianti. Non venite più a parlarmi di sentimenti che si addicono solo ai giovani. Jocasta non è la sola che avrà problemi a dormire, Claire è sola, il marito gioca a whist. Raggiunge Lucas, ma arriva anche Jamie. Evidentemente alticcio, perché ha festeggiato, le mostra le fedi. Ha vinto. Lei, però, è ancora addolorata (Non credevo che ci fosse altro che Stephen Bonnet potesse portarci via) e rimprovera Jamie, lui le replica che lo biasima per voler fare pagare Wylie per quel che le ha fatto. Qui Claire è Claire, alza la voce, biasima il marito per aver permesso al suo odio per Bonnet e Wylie di mettersi fra loro. Quando Claire parla di orgoglio scozzese, Jamie le rinfaccia che lei parli e agisca senza badare mai alle conseguenze e che pensi troppo, per i suoi tempi. Claire si sta scaldando. Non serve che lui le ricordi come comportarsi ma Jamie ribadisce che invece a volte serve che le ricordi…Che cosa? Che, per quanto sia una donna come nessun’altra, resta sempre una donna. Qui ho sentito la rabbia montarmi dentro e nello schiaffone di Claire ho percepito tutta la voglia di riscatto delle donne che, stanche di quel “sei solo una donna”, hanno lottato fino al sangue per essere considerate pari agli uomini. Non uguali, pari. Forse Jamie non voleva offenderla, si potrebbe intendere anche come: sei una donna in una società maschilista, a volte il non stare al tuo “posto” crea complicazioni (ma va dannatamente bene uscire dal posto assegnato). Il passo dalla lotta al sesso selvaggio è breve e ricorda la schermaglia, meno furente, che accadde in casa di Jenny e Ian, tra Jamie e Claire, che voleva andare via. Tra tensione erotica e bravura di attori, i nostri consumano un amplesso piuttosto crudo, con Claire che non si sottomette (non guarda il marito che la possiede, non abbassa la testa, quindi). Penso sempre agli attori in scene come questa e alla loro professionalità, perché come per quelle di morte o torture, richiedono una forte dose di emotività. Quando la furia si placa i due si scambiano baci ed effusioni. Jamie, che è un uomo intelligente, di fronte alla disperazione di Wylie di aver perso, baratta Lucas con la possibilità di fare affari con il whiskey, aiutato dal “miglior contrabbandiere della Carolina del Nord.” Bonnet incontrerà Alexander Malcom, fornitore del miglior whiskey della Carolina. Jamie non lo fa per Bree, lo fa perché vuol vedere morto il mostro che ha fatto del male alla loro figlia, nemmeno Claire la trova sbagliata come ragione. Gli chiede, però, di promettere che Bonnet non porterà via loro mai più nulla. Il che vuol dire: non farti uccidere. Jamie che le rimette le fedi, baciandole una per volta, glielo promette. (molto suggestiva la scena, anche nei colori e nelle pose, sembra un quadro e c’è la terza scena della sigla, le mani di Claire tenute da quelle di Jamie). Questo magnifico episodio, però, si conclude diversamente da quanto avevo sperato. Seduto comodamente in un caffè, Forbes incontra quel “gentiluomo” di Bonnet, il quale, pur rivestito da capo a piedi sempre feccia resta e se Forbes si permette una battuta infelice, lui lo guarda nello stesso modo in cui ha fissato l’uomo che ha accecato. Ma Forbes si districa dalla situazione congratulandosi: vostro figlio è padrone di River Run e sulla espressione sorpresa e calcolatrice di Bonnet si chiude il tutto.

Domanda: che cosa mi sono persa? Quando ha saputo Forbes che Bonnet ha violentato Bree? E’ per questo che parlando con Jocasta di lei la chiama familiarmente Brianna, non Mrs McKenzie? Perché sa che è stata violata e quindi ci gode giacché all’epoca gli fu preferito Lord Grey? Non so, m’è rimasto questo dubbio, cercherò nel libro, anche se ne La Croce di Fuoco tutte queste menzioni di Bonnet non ci sono. Episodio magnifico, sì, diretto magistralmente da Meera Menon, ci ha catapultati sulle coppie destinate, su quelle che, pur amandosi, non lo saranno mai, su quelle che non potrebbero mai esserlo, sull’amore, inteso come devozione dello schiavo alla padrona, del marito per l’onore di moglie e figlia, della madre per i figli. E’ un episodio che resterà tra i più intensi della stagione.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

2 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 506: Better To Marry Than Burn”

  1. Grazie Laura <3 sei un vero tesoro, mi fà piacere dal profondo del cuore sapere che quel che metto in queste recensioni sia amato, come lo amo io.

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