Recensione Outlander Episodio 507: The Ballad of Roger Mac

Ogni dolore che non crea distacco è dolore perduto. (Simone Weil)

Premetto che questa è una delle recensioni più drammatiche che mi sia toccato fare, forse solo quella di Faith e il distacco tra Jamie e Claire mi è costato tanto. Culloden. Siamo nel settimo episodio della Quinta stagione “The Ballad of Roger Mac” e fin dal riassunto capiamo che non sarà semplice. Scritto da Toni Graphia, porta la firma alla regia di Stephen Woolfenden. Il quadro è insolito, ma non lo è: qualcuno, un uomo, suona, compone, con una chitarra e scrive su di uno spartito. Che si intitola proprio così, come l’episodio. Un istante dopo siamo nel passato o, per dirla meglio, nel nostro presente. Hillsborough, 1771. “Arrivammo pronti a Hillsborough, pur non potendo sapere cosa sarebbe accaduto. Ma un buon soldato sa che deve essere preparato, essere pronto a combattere, e a morire se necessario. Ma quello per cui nessuno può prepararsi è affrontare la propria famiglia in tempo di guerra. ” E’ la voce di Claire che apre le immagini, sulle tende accampate per la battaglia contro i Regolatori. Ma subito c’è un cambio di scena. Siamo in un interno, Roger canta “Oh my Darling Clementine” (ballata folcloristica statunitense del 1884) a Jemmy, che vediamo cresciuto e biondo. Biondo, tenetelo a mente. Bree, Jemmy e Lizzie si trovano a Hillsborough, in casa degli Sherston, per stare più vicini possibile a Roger Mac. Lizzie porta via Jemmy e giustamente Brianna fa notare al marito che se fossero nella loro epoca, a Oxford, si saluterebbero per andare al lavoro, mentre qui il saluto è dovuto all’andare in battaglia di Roger. Che ha paura di non tornare, di morire, come successe al suo vero padre nella II Guerra. Ma Bree non vuole ascoltare disfattismi. Lo consola, lo incoraggia. Mentre le bandiere inglesi sono scosse dal vento, nella tenda del colonnello Fraser l’atmosfera è diversa. E’ il 1 maggio del 1771, quindi il nostro Rosso, essendo nato nel 1721 compie esattamente cinquanta anni. Sua moglie gli augura buon compleanno e parlando tra loro, scherzano, commentando sull’età. Oggi una persona di cinquanta anni è nel pieno del vigore se non ha accidenti di salute, ma duecento quarantanove anni fà era più che matura, sulla soglia della vecchiaia. Calcolate che non tutti potevano permettersi cure dentarie (che per lo più consistevano in estrazioni e nemmeno fatte con attenzione o igiene) o gli occhiali o rimedi che per noi sono alla portata di tutti. Vediamo un Sam in ottima forma, mi sarei aspettata meno muscoli in bella evidenza, francamente, anche se nel libro che se ne occupa (siamo già in Vessilli di Guerra) è sempre forte e prestante. Ma qui sembra ancora più muscoloso e imponente di quel ragazzone di ventitré anni che ci innamorò nel 2014. Fatto sta che la conversazione prosegue, Claire gli spiega che cosa voglia dire con “fare l’inventario” e ci parla di come si sente ad ogni compleanno, di quel che fa. Non trova grandi cambiamenti in lui, che ricorda suo padre Brian, che morì per un colpo apoplettico a quarantanove anni. “Ogni giorno che siamo al mondo è un dono. Qualsiasi cosa ci riservi il domani sono grato di poterlo vedere.” Afferma Jamie e sua moglie è d’accordo, finendo per cantargli “Happy Birthday” a proprio modo. Il governatore Tryon e i suoi sono schierati. Il generale Gage ha inviato due cannoni, più sei archibusoni. Per chi non lo sapesse, un archibusone non è altro che una spingarda, ovvero sia un cannone non fisso, non ancorato al proprio posto, girevole, ancorato al ponte con dei cavalletti ed essendo un’arma da fuoco di grosso calibro (usato in marina) infliggeva parecchio danno. Ne vediamo uno sostenuto da ruote, ad esempio. E’ più piccolo dei cannoni “normali” ma non meno letale. Tryon espone la conta della propria forza, sono bene equipaggiati, armati e organizzati. In 1068. Quando Jamie gli fa notare che i Regolatori di sicuro non sono così ben equipaggiati gli viene fatto notare che sono stati loro a mettersi contro la Corona. Arriva il Capitano McKenzie, a cavallo. Tra le prime file notiamo i Brown di Brownsville. E l’inaffondabile John Quincy Myers, che, lasciatemelo dire, mi fa sempre parecchio piacere vedere. Tuona, perché le disgrazie non arrivano mai da sole. Arriva quella bell’anima di Isaiah Morton, mentre Jamie sta distribuendo coccarde gialle, da mettere sul cappello o la giacca, per distinguere i Miliziani dai Regolatori, Isaiah accolto ovviamente malissimo dal padre di Alicia. Dopo l’intervento di Jamie è lo zio di Alicia che proclama a gran voce che siccome c’è una guerra, quel dissapore andrebbe dimenticato. Andrebbe è un bel verbo. Non vuol dire che sarà fatto, capite? Ma tutti lo prendono così, per una specie di sì. Vi ricordate i due ragazzi Hugh e Ian Og Findlay reclutati da Roger, quelli la cui madre gli ha chiesto di rimandarli indietro sani e salvi? Qui hanno con Jamie una conversazione sulla guerra e su come si affronta che, in realtà, ne La Croce di fuoco si svolge tra Roger, Jamie e Claire. Quello che dicono i due ragazzi lo dicono alternativamente Roger e Claire. Spostare conversazioni così essenziali e darle ad altri personaggi fa sì che il senso della storia che amiamo non sia tradito e che quei personaggi abbiano una loro connotazione, un loro spessore. “Non puoi esitare” dice Jamie. Mandiamolo a mente, erutterà fuori nel momento più sbagliato nella storia umana. Il generale Waddell, che sarebbe dovuto arrivare a breve, coi rinforzi, ha riportato perdite, due carri di munizioni sono stati assaltati e distrutti e le truppe costrette a ritirarsi dai ribelli di Murtagh. I Regolatori si trovano oltre il fiume, il Great Alamance Creek. Tryon ordina di preparare gli uomini, affronteranno la battaglia lì ad Alamance. Piccola digressione: questo scontro, che alcuni dichiarano sia una delle micce per la ribellione totale delle Tredici Colonie, oggi non è più giudicata tale. Alla fine i Regolatori volevano solo opporsi alla tassazione ingiusta e ai soprusi degli Sceriffi del Re, a questo punto della Storia non siamo ancora con l’idea di un nuovo Stato. Ma per Tryon, realmente esistito, si trattò di procedere. Inoltre si svolse il sedici, non il primo maggio. Probabilmente Toni Graphia ha spostato la data per rendere i fatti ancora più indelebili, trattandosi del cinquantesimo compleanno di Jamie. Che raggiunge sua moglie. Non si ha notizia di Murtagh ma Jamie ha visto i due Regolatori che fece scappare dalla prigione. Evan Lindsay avvisa Jamie che un prete, il reverendo Caldwell, è arrivato da Tryon con una petizione. Ed è vero, questo fa parte della Storia. Diana Gabaldon ha innestato la sua saga su ogni cardine storico. Caldwell è quello che ha sposato Roger e Bree. Consegna a Tryon una petizione, sperando che non si sparga sangue. Mentre il governatore legge sullo sfondo vediamo anche i due Brown. Dopo aver letto Tryon decide di dare la propria replica l’indomani a mezzogiorno. Caldwell se ne và ma il governatore raccomanda a Jamie di non far riporre le armi ai suoi, nella notte che verrà, la cavalleria terrà i cavalli sellati. Lui lavorerà ad una bozza di proclama in cui chiederà la resa dei Regolatori. Quando Jamie domanda come mai non si avviano trattative come i Regolatori chiedono, Tryon risponde sdegnato che le parole dei ribelli erano piene di pretese e che come Governatore non lascerà impunito un tale sprezzo della Legge. In luoghi più sicuri vediamo Bree che parla con Mrs Sherston, Jemmy dorme. Sono ospiti di quella famiglia per la gratitudine e la reverenza che gli Sherston hanno verso Jocasta. Arriva il padrone di casa ed è da lui che Bree apprende dove si svolgerà la battaglia che la Milizia si appresta a combattere: vicino l’Alamance Creek. Qualcosa scatta in Bree. L’indomani la nostra Rossa preferita si mette in viaggio, correndo col cavallo verso il campo di battaglia. Un altro genere di preparazione è quello che fa Jamie, nel fiume e se la nostra vista si bea di tanta bellezza virile (e resta il sotteso pensiero del motivo per cui ci facciano vedere un cinquantenne più in forma di un ventitreenne) la domanda è: che diamine sta facendo? Raccoglie acqua, indossa solo i calzoni e gli stivali, e se la versa addosso, un po’ come si fa per lavarsi. Sappiamo che l’Acqua come elemento è comune a molte tradizioni e presente in tantissimi riti di purificazione, basta pensare al battesimo cristiano, oppure al battesimo impartito da Giovanni il Battezzatore o ai lavacri dei sacerdoti e sacerdotesse dell’antichità, prima di affrontare un rito, un compito. Jamie non fa nulla di diverso. Quindi prende il proprio pugnale, si taglia il palmo della mano e parla in gaelico, segnandosi poi col sangue nel segno della croce. Sopraggiunta Claire, gli chiede: Allora Dio ha una risposta? Ma Jamie replica che non invocava Dio ma Dougal McKenzie. Chiaramente Claire, e anche noi, ricordiamo come sia finita a Culloden. Ma Jamie ce lo spiega: Dougal era un coraggioso capo guerra. Afferma di essersi riconciliato con lo zio molto tempo prima. Che Dougal sa che quel che Jamie ha fatto è stato per i suoi uomini e per Claire e lo farebbe di nuovo. Il non detto è che essendo stato Dougal un war chief avrebbe fatto lo stesso, capendo il nipote. Del resto Tryon è deciso a combattere. Dougal aiuterà come può Jamie, essendo sangue dello stesso sangue, ma anche Murtagh lo è. E’ un Fraser. Saranno faccia a faccia con Jamie e non ci sarà preghiera che tenga. Brianna arriva al galoppo. Porta i genitori e Roger sotto la tenda e li mette al corrente di quello che ricorda. Se il professore di Bree considerava questa battaglia come l’inizio della Rivoluzione, giustamente Roger fa sue le idee di storici più giovani e asserisce che i Regolatori non vogliano né rovesciare la Corona né desiderano l’Indipendenza, un po’ come dicevamo prima. Nonostante ciò Tryon vincerà, lo racconta la Storia. Jamie decide di avvisare Murtagh, siccome il padrino è al corrente che tre quarti della famiglia di Jamie arriva dal futuro, se gli si prospetta la possibilità di non far combattere i suoi, non ci saranno perdite né da una parte né dall’altra. Bree obietta che se la battaglia di Alamance non ci sarà, la Storia potrebbe mutare. Ma Jamie le fa notare che la scintilla potrebbe scoppiare da un’altra parte. Quel che conta sono i suoi uomini e i Regolatori che lottano per quello in cui credono e Murtagh. Roger si offre volontario per recare il messaggio a Murtagh. E’ pericoloso, obietta Jamie. Ma Roger ribadisce che Murtagh sa che lui viene dal futuro, gli crederà. Roger partirà al tramonto e dovrà mettere la coccarda gialla nella tasca, così i Regolatori non capiranno da dove provenga. Se sarà in pericolo dovrà urlare “tregua” sventolando uno straccio bianco e dire a Murtagh di cercare Jamie. Al tramonto Roger, un’ombra nera tra il verde fitto del fogliame, scivola verso il fiume. Per calmarsi e anche per essere pronta, Claire fa l’inventario delle medicine: belladonna, laudano, olio di ginepro, mentuccia, alcol e penicillina. Se Claire rimpiange di non averla avuta a Prestonpans, per salvare vite, sua figlia le ricorda che potrà salvarne anche qui, adesso e la aiuterà, così non avrà tempo per preoccuparsi di Roger. Claire si augura che Roger sappia convincere Murtagh. Il quale, nella notte, arringa i suoi come un vero leader: non sono lì per l’indipendenza ma per combattere l’ingiustizia. In altre parole quel che abbiamo già notato. Dopo le urla accese dei suoi, Murtagh li congeda e nel buio, alla luce del fuoco, individua proprio Roger. Con le fiamme che illuminano i loro visi, mentre tutto il resto è immerso nel buio, Roger rivela tutto a Murtagh, aggiungendo anche che Jamie vuole che convinca i suoi uomini ad andare via. Nonostante l’evidenza della Storia, Murtagh non può dire ai suoi di non combattere, aspettare qualche anno, per chi ha perso tutto (Sai quanto possono essere lunghi quegli anni per degli uomini che hanno perso tutto?) è inammissibile. Roger non sa rispondere, ma Tryon trova le parole per il proprio proclama: Alamance Camp, Thursday, May 16, 1771.  To Those Who Style Themselves “Regulators”: In reply to your petition of yesterday, I am to acquaint you that I have ever been attentive to the interests of your County and to every individual residing therein. I lament the fatal necessity to which you have now reduced me by withdrawing yourselves from the mercy of the crown and from the laws of your country. To require you who are now assembled as Regulators, to quietly lay down your arms, to surrender up your leaders, to the laws of your country and rest on the leniency of the Government. By accepting these terms within one hour from the delivery of this dispatch, you will prevent an effusion of blood, as you are at this time in a state of rebellion against your King, your country, and your laws.  (Signed) William Tryon. Questo è l’originale. Tryon detta, Murtagh legge, Jamie (con una delle immagini della sigla) dapprima di schiena e poi de visu ricorda quelle parole, le pronunciano tutti e tre dandoci una eco possente. E’ l’alba, grigia, umida, tesa. Spunta Roger, che ascolta le parole di Tryon dalla voce di Murtagh. Quando entra nella propria tenda, dove Roger lo attende, lo informa di aver tentato tutto il possibile coi suoi, ma non se ne andranno. La battaglia ci sarà. Roger implora Murtagh, per l’amore che Jamie ha per il padrino, di andare via e salvarsi. Sul viso di Murtagh Fitzgibbons Fraser leggiamo determinazione. Una donna sta stendendo dei panni, Morag McKenzie. La ricordiamo, vero? La progenitrice di Roger, quella che lui salvò dalla morte sulla nave di Bonnet. Sono entrambi felici di rivedersi, si raccontano brevemente dei loro figli, ed è bellissimo guardare il rispetto negli occhi di Roger Mac per quella che è la radice del suo albero genealogico. Dopo una testata (è una caratteristica di famiglia la testa dura) e un sorriso, Roger si presenta come miliziano e prega Morag di convincere il marito ad andare via. Ma non hanno più una casa e lei è incinta. Roger offre la propria casa come rifugio e io pensavo che lo avrei fatto anche io, lo stesso, con un mio avo, magari uno di quelli che arrivò dove sono adesso nel lontano 1703 e costruì la casa dove vivo. Lo avrei fatto, emozionata, partecipe e, forse, sventata come Roger che, non avendo ricevuto da Morag la risposta che avrebbe desiderato, la abbraccia in un innocente gesto di commiato. Lo sentiamo prima di vederlo e mi è venuta la pelle d’oca “Allontanatevi da mia moglie”. E’ senza dubbio William McKenzie che parla. Roger alza lo sguardo. Jamie non trova Roger, nessuno lo ha visto al campo e la preoccupazione del colonnello è ben più alta del normale. Si tratta di un uomo che lui ha preso come figlio nella sua casa ed è il genero nonché padre di suo nipote Jeremiah detto Jemmy. In quella il governatore lo chiama. Jamie si avvicina, con Myers che gli fa da guardaspalla, un po’ un sostituto di Murtagh. Essendo uno dei suoi migliori ufficiali, Tryon non vuole che lo scambino per un Ribelle e per dargli “un aspetto ammirevole” lo “costringe” ad accettare la giacca da ufficiale giubba rossa. E’ un onore. Per qualche istante ho creduto che Jamie avrebbe recisamente rifiutato, ma non può. Nonostante quella divisa gli abbia portato via il padre, la libertà, abbia contribuito a sconfiggere ogni speranza di giustizia a Culloden…Jamie la indossa, perché è un leale suddito della Corona Inglese che ha ricevuto dalla stessa dei benefici, persi i quali darebbe in pasto la propria famiglia e i fittavoli alla Corona inglese. Quella che Tryon scambia per modestia è repulsione nel suo stato più feroce. L’espressione con la quale Jamie indossa “l’indumento” vale da sola l’intera saga letteraria e della serie tv. Si inizia. Roger, intanto, è in un guaio enorme. Avete ascoltato la voce di William? Sì, è la sua. In un surreale gioco a incastro, vediamo nei panni di William niente meno che Graham McTavish, l’attore che interpretava Dougal McKenzie, capo guerra e zio di James Fraser, da quegli invocato in preghiera. Solo che io William me lo ricordavo biondo, diciamo, tanto che nel libro quando si parla di lui, di uno alto e biondo che cattura Roger sia Claire che Jamie temono che sia Bonnet. Ma la feccia pirata non muoverebbe un dito senza adeguato compenso e non c’è compenso nell’onore o nella giustizia, per lui, solo nell’oro. Graham McTavish non ha mai i capelli del colore giusto, buffissimo. Nella prima stagione sarebbe stato questo il suo aspetto in versione Dougal, grande, moro e imponente. Qui sarebbe dovuto esser biondo (come Jemmy, che eredita il biondo non da Bonnet ma da Roger, McKenzie fino in fondo). Ma non è questo il problema. Il vero problema è che per quanto Roger cerchi di essere gentile e di spiegarsi, a William Buccleig McKenzie tutto ciò sembra strano (Un uomo che ti si avvicina in pubblico come un pazzo qualunque, ti sembra niente?). Del resto ricordiamo che abbracciare un amico nel 2020 è possibile, quarantene e pandemie a parte, nel 1771 se un uomo sfiorava la moglie o la figlia di un altro, figurarsi abbracciarla, rischiava molto. La vita, anche. Del resto, l’abbraccio mal compreso è una aggressione. Oltre al fatto che una donna che nel 1771 si fa abbracciare da uno sconosciuto, maschio, bello e in forze, è una poco di buono e getta disonore sulla propria famiglia. Lo sappiamo chi sia William? E’ niente di meno che il figlio di Dougal e di Geillis Duncan, preso dai fedeli McKenzie ai quali lo consegna Dougal, come figlio loro, al posto di quello morto neonato. Quindi quello che vediamo aggredire Roger è sangue diretto del capo guerra McKenzie. Inconsapevole fratellastro di Hamish McKenzie, che ora sarà un uomo come lui, figlio nominalmente di Colum. Questa è una di quelle scene drammatiche che fanno capo sempre al filone “Vengo dal futuro ma non posso dirtelo”. Per convincere sua moglie ad andare via William sta per colpirla ma Roger lo precede, sa che è un gesto idiota ma quel pugno glielo assesta. William è proprio la copia del padre, insulta Roger sulla sua virilità e quando lo Storico gli assicura che per il bene di Morag, che è sua parente, non li denuncerà alla milizia, purtroppo la coccarda è caduta, William da bravo figlio di Dougal finge di credergli e poi lo tramortisce col fucile. Povero Roger, deve essere stato difficile trovarsi di fronte ad un uomo simile, soprattutto perché quello non è “educato” come il suo vero zio ma impulsivo, aggressivo e bugiardo come il vero padre. I due eserciti si schierano. Gli inglesi a cavallo, gli altri a piedi, i meravigliosi moschetti inglesi distribuiti di mano in mano e tra zoccoli, fango e coccarde gialle, si parte. Claire esce dalla tenda bevendo dalla borraccia e la vista di suo marito come una giubba rossa le fa esclamare l’amatissimo “Jesus H. Roosevelt Christ!” perché sa che cosa voglia dire per il Rosso. Il quale non si è potuto rifiutare. Jamie è lì per farsi augurare buona fortuna, la moglie non può lasciarlo andare senza una parola e quella potrebbe essere buona fortuna, ma lei è Claire e perciò la parola cercata diventa “I love you soldier.” Con relativo bacio, perché se anche Jamie andasse in guerra col tutù rosa, quello che può rimetterci è sempre la vita e Claire e il Rosso lo sanno. E per lei resta sempre il suo adorato scozzese giacobita, alla malora ogni divisa. Jamie parafrasando Aragorn al Nero Cancello promette che un giorno si separeranno, ma non è oggi. La musica incalza, il cielo dell’alba è nuvoloso, Jamie si avvia e Claire trattiene un sorso di vita in uno sguardo carico di tensione. Gli eserciti si fronteggiavano faccia a faccia. Sul campo di battaglia da una parte la fanteria inglese, schierata alla regolamentare distanza, accanto la Milizia, sistemata allo stesso modo, dietro, avanzanti verso il centro dello schieramento, gli ufficiali a cavallo. La cavalleria in fondo e i pezzi da fuoco al centro e sui lati, disposti secondo un ordine preciso. Gli Inglesi sono bene armati, ben sazi, ben addestrati e con nessun apparente difetto o privazione nelle loro fila. Al contempo Jamie tra i suoi “Attaccheremo con forza. Proteggiamoci. Non siamo qui per uccidere i nostri fratelli. Siamo qui per porre fine a tutto questo. Terrorizzateli a morte e batteranno in ritirata. Non deve essere un massacro. Fate prigionieri. Salvate anime.” E’ chiaramente il discorso di un colonnello che sa che ha scozzesi che stanno per uccidere altri scozzesi, che non è per niente convinto della giustezza della Causa per cui è lì e che non ha alcuna intenzione di ammazzare in una carneficina. I Regolatori escono dal bosco. La prima fila arma il proprio braccio e mentre Jamie grida di cercare Roger, Tryon ordina di preparare i cannoni. Un paio di cannonate mietono delle vittime, Tryon ordina il fuoco ma è proprio adesso che si capisce che Jamie non è a Culloden, davanti agli odiati Inglesi, pronto a farli fuori a mazzetti, complice anche l’aver dovuto mandare via l’amore della sua vita e desideroso solo di portarne con sé quanti più potesse. Qui è un padre e nonno, che sta per ammazzare conterranei arrivati come lui dalla madre Scozia. L’esitazione è notata da Tryon (Sparate maledetti, sparate a loro o sparate a me!). Jamie ordina il fuoco e mentre la prima fila ricarica, non dimentichiamo che qui siamo ancora con le armi ad avancarica, la seconda la sorpassa e fa fuoco. Le battaglie si svolgevano così. Jamie e i suoi si lanciano, insieme ad una parte di fanti inglesi, dietro i Regolatori, che scappano nel bosco. Jamie è abituato alle imboscate e lo si vede subito, mentre gli Inglesi sparano, rigidi come fantocci, in formazione, i miliziani sono sciolti e seguono la tecnica dei Nativi che i Regolatori hanno ripreso, scappare, farsi inseguire e sparare uno a uno. Jamie dà l’ordine di combattere come i ribelli e si dividono. Lui con Myers e i due Brown da soli. La lotta infuria tra gli alberi, tra colpi di moschetto, di canna o di calcio, corpo a corpo, riescono ad avere la meglio (Myers è una assicurazione sulla vita!). Isaiah però è colpito alle spalle. Strano, vero, per uno che, in teoria, i nemici li ha di fronte? Claire e Brianna medicano i primi feriti, Bree è sempre più angosciata per la sorte del marito (Non so cosa sia peggio, se sia scomparso o che gli stiano sparando) e con un’altra immagine della sigla vediamo che Isaiah è portato da Claire, per curarlo. La battaglia si fa cruenta ma non meno difficile è la posizione di Claire che, circondata dai due Brown mentre sta curando Isaiah, il quale ha il coraggio di far notare che lui non scappava, ha infatti ustioni da polvere da sparo sulla schiena, segno di colpo a distanza ravvicinata, si vede spaccare la siringa dal padre di Alicia Brown. Così non potrà somministrare la penicillina. Perché, ripetiamolo, al miserabile schifoso Brown non interessa della figlia, lui vuole assassinare Isaiah solo perché gli ha fatto sfumare un affare con un uomo ricco che gli avrebbe permesso un buon commercio. E sono certa che se riprendesse sua figlia la costringerebbe ad una vita di dolore, lei e il bambino. Ho desiderato picchiare quell’infame, con tutta me stessa. Black Jack era crudele, forse uno dei peggiori villain di una saga mai incontrato. Ma era intelligente. Brown è un bruto, un infame, uno schifoso che ha a cuore solo se stesso. La musica và in sottofondo, si alza il rumore degli spari, il fischio delle palle di cannone, le urla dei feriti e poi ecco che la musica erompe, con le immagini al rallenty, in un crescendo emotivo che è tutto da vedere. Il racconto di uomini che uccidono altri uomini, senza epica, senza retorica, con la crudezza che la ferocia mette in campo. Da sé. I Regolatori sono accerchiati, trascinati come bestie, legati e fatti prigionieri. Jamie si trova davanti Lee Withers, lo chiama, si fa riconoscere e gli dice che non vuole ucciderlo. Ma l’altro obietta che i miliziani uccidono senza pietà, mi domando questo qui che cosa si aspettasse, pacche e tarallucci probabilmente, perché Jamie può agire indipendentemente dagli ordini, i suoi no. Sta per ammazzare Jamie ma Murtagh lo tramortisce. Padrino e figlioccio non han tempo di sorridersi di più, perché uno dei giovani Findlay spara a Murtagh. “Ho fatto come avevate detto, colonnello, non ho esitato.” Ricordate? Qui ho pianto l’anima mia, come diceva mia nonna. Ho singhiozzato come a Culloden e come per Faith. Non credo di aver pianto di più in tutte e 4 le stagioni, con lo stesso dolore, maledicendo la scelta di lasciare Murtagh in vita, perché me lo sono pianto morto sul libro e adesso nella serie tv. Spero che non sia come quei fantasy con la resurgo, perché non ce la farei. Acrimonia a parte, la scena è di una bellezza terrificante. Murtag con l’orrore negli occhi, lo stesso che è sul viso e nello sguardo di Jamie, che crolla tra le braccia di quello che ha amato e ama come figlio, la musica che ci accompagna nell’orrore della perdita di un uomo così fondamentale, nella perdita che avevamo presagito con il “no” di Jocasta, nella perdita di un personaggio che abbiamo amato ed è per questo che la produzione ha deciso di portarlo dietro invece di lasciarlo morire a Culloden. Jamie che lo rimprovera, non voleva essere salvato, per il dolore di vederlo morire, il sangue di Murtagh che sgorga copioso e Murtagh che si ribella, non avrebbe mai tradito il giuramento fatto ad Ellen, l’unica donna che lui ha amato, perché la liason con Jocasta è frutto della serie tv. Un impianto aex novo. E poi quella carezza per Jamie, il confortarlo, non avere paura, morendo non si prova dolore, poi l’abbandono. La fine. Addio Murtagh. Amico nostro. Jamie perde il senso della misura, nel non poter accettare la morte del padrino (vi prego di notare la bravura di Sam, qui a livelli eccezionali, come Claire per Faith, qualcosa di indescrivibile) chiede aiuto, prima piano, poi urlando e non accetta ch Myers tenti di dirgli che Murtagh sia morto. Lo conduce via, a braccia, quel dinna fash ghoistidh (non temere padrino) mi ha uccisa. Jamie che ha affrontato ogni tipo di dolore che vi venga in mente qui, semplicemente, regredisce alla non accettazione della morte di Murtagh, seppellendo la razionalità sotto la speranza, impossibile, che possa salvarlo. Lo porta da Claire, si agita, che cosa ti serve, di che hai bisogno, fa ciò che devi, guariscilo…Con un impeto da folle che amplifica il dolore di Brianna e di Claire, quando vedono che si tratta proprio di Murtagh. Mentre Bree è annientata e sa che suo padre non la ascolterebbe, tocca a Claire fronteggiare Jamie, piangendo, con quel “Mi dispiace, è morto.” che cerca di arginare i successivi ordini di Jamie di salvarlo. Jamie che se la prende con Murtagh (Non ti ho liberato dal giuramento, non puoi lasciarmi) e che mentre assorbe l’impatto devastante della perdita guarda la moglie, che tenta di riportarlo alla lucidità e, di colpo, perde ogni rigore, ogni compostezza. Quello che segue, sul libro si svolge in ambito privato, la tenda di Tryon e per un Altro, qui ovviamente essendo stato lasciato in vita Murtagh e avendolo ucciso ora, assistiamo ad una scena di una portata incredibile. Mentre Claire piange Murtagh, suo grandissimo amico, offrendogli il rispetto addolorato che si dà ad una persona cara che è morta, Jamie affronta un trionfante Tryon e gliele canta come se le sente, come direbbero i meno colti. Il massacro di uomini innocenti non è da festeggiare, resterà nella Storia che si è ucciso, mutilato, seminato distruzione e tutto senza alcuna pietà? No, si dirà che Tryon ha soppresso la ribellione, preservato l’ordine, punito i malvagi e fatto giustizia in nome del Re, ma esiste la Legge da una parte e quel che viene fatto dall’altra e Jamie ringhia, di gola, contro Tryon (e io temevo che lo avrebbe colpito) rimproverandolo di aver fatto tutto per la gloria personale, perché avrebbe potuto accogliere la petizione dei Regolatori, ma Tryon replica che ha fatto solo il proprio dovere, non lasciare il Nord Carolina nel caos, e che siccome Jamie ha fatto tutto il suo dovere come promesso, chiuderà un occhio sulla sua insolenza. Qui Jamie è davvero ai minimi termini, stravolto o non metterebbe i suoi in pericolo. Passare da combattente fedele a traditore è solo questione di un respiro. Jamie ha il pianto rabbioso in gola e negli occhi “Ho pagato il mio debito e non ho più obblighi verso di voi e la Corona. Potete riprendervi la vostra giubba, signore.” E nemmeno dà a Tryon la possibilità di prenderla, la butta per terra e con una espressione che è un biglietto di sola andata per la morte, sotto lo sguardo di Myers e degli Inglesi, sorpassa il governatore per crollare, in ginocchio, davanti al fuoco. Si tocca i capelli, in un gesto di conforto, mentre singhiozza, con la stessa mano sporca del sangue di Murtagh. Mentre si rialza, Claire sfila il simbolo, la spilla di Murtagh, i due cuori, lo mette in tasca e copre definitivamente il padrino con il lenzuolo. E’ morto. Jamie si muove come un automa nel campo e trova Brianna, sconvolta e sola. Roger non c’è. Myers e Jamie si uniscono agli Inglesi, controllano tra i Regolatori prigionieri, c’è anche Claire, che chiede a tutti se han visto il capitano McKenzie, c’è anche Brianna, ma in quella desolazione, tra morti e feriti, nessuno lo ha visto. Lo chiamano e, poi, spettrale l’immagine di tre uomini che pendono, impiccati, ad un albero. Mentre le truppe inglesi si allontanano. Jamie, Claire, Myers, Bree e gli altri arrivano e apprendono che i morti erano Regolatori prigionieri di cui Tryon ha ordinato una esecuzione sommaria. Chiedono, ma nessuno ha visto Roger e poi, di colpo, Jamie riconosce la sagoma di Roger in una di quelle appese. L’uomo ha una mano legata e una che cerca di allargare le corde dal collo, incappucciato. Sopraggiunge Brianna, che resta senza sangue, senza vita, mentre sua madre la abbraccia, in una scena di una agghiacciante realtà. Jamie si segna con la croce, la musica ci assale e Jamie fa spiccare Roger dall’albero, mentre gli occhi sempre più vuoti di vita e pieni di orrore di Brianna Randall McKenzie si allargano.

Un episodio che non avrei mai voluto vedere e che aspettavo, una volta dopo l’altra. Dire addio a Murtagh è stato terribile. Chi ama visceralmente i personaggi di una saga, chi li vede vivi, veri come amici, chi sa che nei momenti migliori o peggiori della propria vita sarà lì a dirne una battuta o cercare consolazione, allora capisce di che cosa parlo. Roger è morto? Bree è vedova? Per una risata e un colpo al cuore, non c’è che Outlander. Lunga vita alla serie più emozionante e piena di pathos che abbia mai visto in vita mia.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

2 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 507: The Ballad of Roger Mac”

  1. Eccellente esposizione di questo episodio inteso,drammatico,emozionante.
    Io non ho ancora letto tutti i libri della Gabaldon,ma sono sicura che Roger non è morto.
    Per quanto concerne la dipartita di Murtagh,è stato un grande dispiacere,ma se non rammento male doveva già essere morto nella piana di Culloden: diciamo che abbiamo goduto della sua presenza ancora per un po di tempo.
    Grazie ancora Cristina per queste splendide recensioni.

  2. Grazie Laura <3 ricordi benissimo, Murtagh nei libri è morto a Culloden, lo racconterà più tardi Jamie. Nella serie tv lo hanno tenuto perché i fans lo hanno amato moltissimo, interpretato dal più che bravo Duncan LaCroix. C'è da dire che da adesso in poi, ma non è una novità, i colpi di scena diventeranno precisi, mirati. Fino a quello che, spero, abbiano incluso nella stagione. Almeno sul finale.
    Di nuovo grazie a te 🙂

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