Recensione Outlander Episodio 511: Journeycake

Seppe che amarla era il suo destino inesorabile. (Isabell Allende)

Ci siamo, eccoci al penultimo episodio della quinta stagione. Dopo il riassunto, Roger e Bree e le Pietre, l’uccisione di Gerald Forbes e i Brown, ci immergiamo nel vivo. La scena si apre con una spruzzata di neve, colori autunnali e una scritta che a memoria di Outlander, ma vero è che la mia memoria inizia a far cilecca, non ho mai visto nel corso di una stagione. La specifica è che siamo nell’autunno del 1772. Il che vuol dire che in questa stagione abbiamo mangiato, letteralmente, La Croce di Fuoco, Vessilli di Guerra e Nevi Infuocate. Questa è la prima cosa che mi disturba, ma la dirò dopo. Procediamo, siamo nel bel mezzo di un bosco e su un carro ci sono Roger Mac e Brianna e dei sacchi e, dietro, a cavallo, Claire e Jamie. Nei sacchi ci sono delle arachidi, Claire non intende lasciare il nipotino nella ignoranza di quanto buono sia un sandwich con marmellata e burro di arachidi. Sarebbe tutto liscio se non intravedessero una casa bruciata, coi resti ancora fumanti. Entrano Roger e Jamie e poi Claire, chiamata dal marito. Quel che si trovano davanti sono dei cadaveri, la stranezza è che sono uno di loro ha infitta una freccia di metallo e sono tutti morti prima dell’incendio. In una atmosfera da racconto soprannaturale alla Montague James, Roger trova una bambina, all’esterno della casa, addossata alla parete, bruciata viva, agonizzante e mentre lui la accompagna all’estremo riposo, di fatto soffocandola, Jamie intona una preghiera per lei. La scena è forte, cruda e triste. Chiunque abbia commesso quegli omicidi è più che feccia, dal momento che la ragazza è stata lasciata agonizzante e completamente bruciata, viva. Sepolti quegli sconosciuti, i quattro riprendono la strada di casa. La sigla, che oramai ci ha svelato tutto, prosegue, lasciando che vediamo il quadro, Claire che mangia il suo sandwich, appena arrivata a Edimburgo, preparato da Bree. Marmellata e burro di arachidi. Mentre il cellophane svolazza, leggiamo che “Journeycake” è stato scritto proprio da Diana Gabaldon mentre la regia è di Jamie Payne. Siamo al Ridge, alla casa grande, Claire ricorda con Bree dei propri sandwich, Roger lavora il legno, Jamie osserva Ian che fa giocare Jemmy. Una scena di una serenità confortante, fino al momento in cui Jemmy non si lamenta del calore della pietra con la quale Ian lo fa giocare. Ian ovviamente pensa che stia scherzando, ma quel calore lo sente anche Bree e se non basta, si sente il ronzio delle Pietre, lo sappiamo a memoria, vero? Tanto che se sentissimo uno sciame penseremmo che ci siano Pietre in circolo, vicino. Sopraggiunge Roger, anche per lui la pietra è calda e Claire è la prima a parlare del ronzio. I quattro Viaggiatori sono concordi, la pietra si è persino spaccata, i due Scozzesi no, non condividono l’esperienza. Il verdetto è che Jemmy può viaggiare. Quindi i McKenzie devono partire. Non c’è tempo per parlarne, arriva una colonna di uomini a cavallo, capitanata dai due impareggiabili fratelli Brown di Brownsville. Hanno formato una specie di Guardia, come quella scozzese, ve la ricordate? Per vigilare sui coloni, dal momento che non si sentono tutelati dalla Corona. Parlano di incidenti, case bruciate e Jamie resoconta della casa a dieci miglia da Woolams Creek, forse appartenente a coloni olandesi. Claire nota che Lionel Brown ha una gamba ferita e si propone di curarlo. Dal poco che si dicono, sappiamo che la piccola Bonnie Beardslay sta bene e che Lionel tocca le corde di Claire, non ammette di aver sparato a Morton, ma le parla di un padre che ha diritto di rivalersi su chi gli disonora la figlia. Mentre Claire ci pensa, vediamo che alcuni della brigata di Brown prendono acqua e Arvin Hodgepile, losco figuro già incontrato nella prigione, quando Bree va a parlare con Bonnet, afferma che a parer suo sono stati “i selvaggi” a dar fuoco ai coloni. Chiaramente Ian obietta e vien fuori che, oramai, scalpare la gente sia affare di tutti. Brown quello “civile” cioè Richard chiede a Jamie degli uomini, il Rosso tentenna, c’è qualche rinfaccio, ma la decisione è che Jamie si prende del tempo per pensare. I due Fraser parlano della certezza che i McKenzie se ne andranno quando giunge Ian. Il salotto ricorda un po’ River Run, molto ben messo. Quando chiede loro se intendano parlare di quanto successo, i due pensano che si riferisca ai Brown, invece il nipote vuol sapere delle pietre che scottano e di suoni che non sente. Questa scena si svolge due anni prima, sui libri, simile, ma prima. Tutti questi movimenti di avvenimenti nel tempo mi fanno sentire sulle giostre. Ian parla loro di Dente di Lontra, Claire ha visto il fantasma e avendo l’opale del Viaggiatore, può prevedere il futuro, secondo i Mohawk. I quali chiesero a Ian notizie su Claire e lui disse la verità, quel che un ragazzo come lui aveva visto: che è in gamba, che sa curare, che usa medicine che nessuno ha usato mai, che parla in modo diverso (pensiamo alle imprecazioni che può avergli sentito dire ma anche alla proprietà di linguaggio) e poi ci sono Brianna e Roger spuntati come due champignon dal nulla. Per un’epoca in cui i legami famigliari e l’appartenenza ad un gruppo erano la base, due che arrivano da non si sa dove, destano più di una domanda. Ian è in possesso del diario di Dente di Lontra, scritto in latino, che Jamie traduce: Io sono. Esisto ancora. Esistevo, in quel luogo di mezzo? Non so esattamente in che epoca mi trovo né ho modo di scoprirlo (bello lo sguardo di Ian su Claire) questa gente non calcola gli anni in base a nessun criterio di mia conoscenza anche se sapessi parlare la loro lingua per chiederglielo. Ma so di essere arrivato troppo tardi. ” alla fine della lettura, con aria consapevole e forse a disagio, Jamie passa il diario a Claire. Che nota che Dente di Lontra ha scritto il diario con una penna a sfera. Chiaramente è come parlare di pc o di iPhone a qualcuno che è anche solo cento anni indietro. La domanda di Ian è legittima: chi o che cosa sei? Ricevuto l’assenso dallo sguardo del marito, Claire rivela che proviene da un’altra epoca. Dal futuro, da 200 anni dal futuro (in sottofondo la musica del Cerchio di Pietre) e tra verde, dorato a ramages e fiamme e blu, la verità sale alla luce: Claire non è una fata ma lei, Roger e Brianna sono tutti uguali. Jamie lo sapeva, sì e lo sapeva anche Murtagh. Almeno nella serie tv. Il sollievo di Ian è palese, il gesto di Jamie di chiudere le porte, come se guardasse noi, esitando, l’ho trovato stupendo. Racchiude una verità troppo difficile da spiegare a chiunque ma la contiene con le persone che ama. La scena successiva, una capanna nel bosco, ci porta finalmente Ulysses. È lì, nascosto, Claire e Jamie gli hanno portato cibo e un libro. Il pover’uomo, cui dovrebbero fare un busto in piazza, per quanto reso alla famiglia, si sente colpevole. Jamie lo avvisa che c’è un Comitato di Sicurezza che pattuglia la zona. Nessuno perdonerà Ulysses per aver ucciso un bianco, anche se lo ha fatto per salvare la vita di Jocasta Cameron Innes. Gli consigliano di lasciare il North Carolina, magari a Nord, tra i Quaccheri che non approvano la schiavitù. Così Ulysses mostra loro un foglio, il suo affrancamento ad opera di Jocasta, subito dopo la morte di suo marito e controfirmato proprio da Gerald Forbes. Ulysses ha scelto di restare, pur essendo un uomo libero, per non lasciare Jocasta. Un uomo esemplare, vero? Mi è sempre piaciuto moltissimo, sia sui libri che qui. La notte arriva sui McKenzie. Jemmy dorme, al calore del fuoco che rallegra e riscalda, Bree raggiunge Roger che riempie lo scaldaletto di brace ardente. Mi ricordo che mia madre mi diceva dello “scaldino” di sua nonna, la sera lo riempivano per passarlo sotto le coperte, del resto niente riscaldamento centralizzato. Se andava bene un camino o una stufa. Ma le case hanno pareti e il calore non va ovunque. Roger pone a sua moglie la nostra stessa domanda. Come mai l’opale di Dente di Lontra si è rotto tra le mani di Jemmy? Secondo Bree ha a che vedere coi viaggi nel tempo, il rompersi potrebbe derivare dalla maggiore sensibilità di Jemmy che ha entrambi i genitori viaggiatori nel tempo. Questo prova che Roger è il padre biologico di Jeremiah. Roger ha desiderato sempre che fossero una famiglia, al sicuro. Si tratta di vivere una vita diversa, la loro, non una alla quale non sono destinati. Per viaggiare userebbero i rubini e la pietra di Bonnet. Bree non vuole sparire nel nulla e lasciare il compito di dare spiegazioni a Jamie e Claire e la versione che useranno sarà verosimile, un po’ echeggia il consiglio di Frank Randall, quando si mente, farlo usando informazioni vicine alla realtà, così da ricordarle meglio. Andranno a Boston perché lì Roger ha ricevuto una cattedra e in molti sono a conoscenza che Bree venga da lì. Partiranno tra un mese. Intanto Jamie, sorpreso da Lizzie a tenere i registri del Ridge, riceve una visita: quello splendore di Lord John Grey. I loro sguardi sono sempre incantevoli, se non si sapesse che Jamie adora e vive solo per Claire…Mentre John non nasconde mai il proprio piacere di vedere il Rosso. Sua bellezza in Grigio sarà ospite nella camera degli ospiti, appena ultimata. Jamie lo fa accomodare in salotto e la conversazione scivola su Bonnet, John è lieto perché adesso Bree è certa che non vedrà mai più il criminale. Piccolo momento nostalgico: qui John mi ricorda i personaggi di “Intervista col vampiro”, parlo del film. A voi non fa questo effetto? Al fiume Bree e Claire tostano le arachidi e Ian e Rollo sono con loro. Bree andrà via presto, sta per scoppiare una guerra. Secondo piccolo inserto: in tutto Nevi Infuocate, in cui evidentemente siamo, Bree e Roger ci sono…Ian è felice per la cugina, ma ovviamente le prospetta la possibilità di cambiare le cose restando. Ma Bree obietta che quel che sta per arrivare è superiore alle sue possibilità. Ian non demorde, forse Claire non gli ha raccontato che lei e Jamie hanno provato a modificare la Storia per impedire il massacro di Culloden? In effetti, hanno evitato che gli uomini di Lallybroch morissero lì ma per il resto è stato un fallimento, perché è molto complicato. Ma a Ian interessa che le piccole cose le si possa cambiare. Ad esempio quel che c’è tra un uomo e sua moglie? Vuol viaggiare tra le Pietre ma le due lo ridimensionano, non funzionerà, perché lui non ha la capacità, per lui l’opale era una semplice pietra e non ha sentito il ronzio. Ma sua zia non può accompagnarlo, non è così che funziona. Alla domanda se il viaggio intenda farlo per il motivo per il quale ha lasciato i Mohawk, Ian replica bruscamente, che importanza ha dal momento che non si può fare? Si allontana, sotto lo sguardo addolorato di zia, cugina e anche il nostro, perché quel sedersi quasi barcollando è indice di un dolore cupo e profondo. Torniamo a sua Bellezza John Grey. E’ giunto il tempo, per lui, di tornare a Helwater. Lord Dunsany è morto e John deve tornare per occuparsi della tenuta per conto di William e restare vicino a Lady Dunsany che non ha nessun altro. Jamie offre le condoglianze per la nobile e John gliele porgerà al proprio ritorno. C’è in quel che dice un mondo sotterraneo di non detto, Mount Josiah non è stata solo la sua oasi, ma lo è stato poter vedere Jamie (Senza dubbio ci saranno molte cose che mi mancheranno), essergli vicino, aiutarlo, esserci sempre nei momenti più duri e difficili. John lo ama, lo amerà sempre e lo si legge nei suoi occhi così come in quelli del Rosso si legge la consapevolezza e un profondo affetto, profondo. William è il nono conte di Ellesmere e quando raggiungerà la maggiore età deve essere in grado di essere il Conte e compito di John è, ovviamente, aiutarlo. Mentre John parlava mi sono chiesta quanti nobili, eredi, di alto lignaggio, fossero veramente discendenti dei sacri lombi di tanta nobiltà. Probabilmente torneranno in Virginia, al momento opportuno, perché non può immaginare che William non veda più Jamie (e, in fondo, noi pensiamo che anche lui non possa stargli lontano) ma per ora è meglio andare perché John percepisce che il gradevole clima delle Colonie stia cambiando per una grande tempesta e Jamie gli dà ragione. Da quel grand’uomo che è, John dà a Jamie un regalo: un magnifico ritratto di William in cui il ragazzo sembra un Jamie in miniatura. “E’ un bel ragazzo!” esclama il Rosso, fiero e John, con gli occhi pieni di luce, replica “Più cresce e più assomiglia al padre.” Che è una doppia verità: fin da bambino William era il ritratto di Jamie e Jamie è bello. Il ritratto finisce sul comodino di Jamie, che sta leggendo, a letto. Il Rosso è sempre un piacere per gli occhi, anche con gli occhiali e quell’aria matura. Claire ha chiesto a Brianna di far dei ritratti di tutti loro, specie di Jemmy, così che madre e padre li terranno con loro. Per non dimenticarli. Mentre sfila gli occhiali, il Rosso commenta che sia una buona idea, per quanto, alla luce del fuoco che gli danza addosso, ammette che lui non ha mai avuto un ritratto di Claire eppure non l’ha mai dimenticata. Quella che segue è una scena presa pari pari da Vessilli di Guerra, la parte finale, le ultime pagine. Claire si profuma, per fare l’amore col marito. Ma lui dorme e lei non lo sveglia. Quando, però, le arrivano delle vampate di calore, nella notte, si alza dal letto per rinfrescarsi, Jamie se ne rende conto e la raggiunge. Ho molto apprezzato che anche i dialoghi fossero quasi uguali. Si sente la mano di Diana Gabaldon. Jamie la abbraccia, la bacia, la annusa. La pelle di lei è salata perché ha caldo, ma Jamie la consola, non puzza, anzi odora tutto quel che la moglie potrebbe avere addosso, aiutato anche dall’averle mangiate a cena quelle cose, sua moglie lo imita allegramente così il Rosso ha modo di percepire il profumo speciale di Claire, che lei usa quando vuole ritagliarsi dei momenti intimi col marito. Il quale la rassicura che non c’è sonno che tenga, potrebbe risvegliarlo dal mondo dei morti per fare l’amore. Quindi, alla sola luce della Luna tonda nel cielo, i due danno al profumo di Claire la giusta considerazione. (Poi io penso sempre agli attori e alla troupe, giuro!). Il mattino seguente, nel proprio laboratorio, Claire prova la risoluzione della nuova lente che le ha portato Lord John. (Adoro questo set, il pavimento di pietre, le pareti di legno, piene di boccette con le piante, di libri, le finestre, il tavolo!) Jamie dà un’occhiata a quanto Claire sta guardando e pensa che sino germi, ma non lo sono, sono spermatozoi, il seme che lui le ha lasciato dentro. Per questo sono veloci, vitali e agguerriti. Hanno un carico importante. Come importante è quel che Claire dice sulla vitalità delle bestioline codate, possono resistere una settimana nell’habitat idoneo. Questo, purtroppo, lo capiremo meglio la prossima settimana. Dopo una incantevole vista del fiume e del paesaggio autunnale, torniamo all’interno della Grande Casa. Per una scena che salta fuori come il coniglio dal cilindro. Jamie trova Brianna che sta mangiando, le si siede accanto e le mostra il ritratto di William, rivelandole che si tratta di suo fratello. Con tatto, stringatamente, il gigante rosso ragguaglia sua figlia: William è nato ad Helwater, dove lui era prigioniero di guerra e la madre era Geneva Dunsany, una delle figlie del proprietario. Non erano innamorati, fu una scelta di lei e oltre il Rosso non intende dire. Si vede che sia in imbarazzo, ma si nota anche la sua fierezza, mentre parla di William, Bree nota come il ragazzo somigli a suo padre ma lui le dice che somiglia anche a lei. Non può vederlo, perché è a Londra. Giacché è il nono conte di Ellesmere non sa che Jamie sia suo padre e non lo saprà mai o la sua vita sarebbe rovinata, figlio dello stalliere scozzese! Il ragazzo ha perso i genitori da piccolissimo così Lord John ha sposato la zia di William e lo hanno allevato come figlio loro. Bree ricorda quanto John le disse al proposito e Jamie confessa che voleva che lei lo sapesse, di avere altri consanguinei al mondo. Magari potrebbe cercarlo nei libri, si tratta di un Conte, sarà facile da trovare. Poi arriva la domanda che non fa nemmeno alzare gli occhi a Jamie, che fino a quel momento, mentre le parlava di un figlio illegittimo, ha sostenuto il suo sguardo con fierezza e orgoglio paterno. Quando partite? Tra una settimana. Arriva l’occhiata, deve farlo, guardarla, sorriderle, come può. Perché Brianna non senta il peso di quanto sta per fare. Quando Claire lo lasciò con lei in grembo, Jamie credeva che non l’avrebbe mai vista ma sapeva che esisteva. Era un marito e un padre e adesso (esitazione, sorriso, splendore) è un nonno. Anche se potrebbe non rivederli più, loro hanno reso la sua vita completa (grande Sam Heughan!). Il commiato definitivo da Marsali e Fergus non è altrettanto “semplice”. Raccontano ai due che Roger debba raggiungere un posto di lavoro a Boston ma ovviamente Marsali da quella donna pratica che è obietta: come faranno Jamie e Claire senza di loro, come farà lei stessa che considera Bree una sorella? Mi sono commossa. Marsali aspetta un figlio. Che avrà alla fine di Nevi Infuocate, con Bree e Roger presenti. La magia della scrittura da serie tv. Questo è stato un rospo gracidante da ingoiare per me. Il momento, dicevo, è commovente. Brianna si congeda da altre persone, perfettamente inquadrate dalla porta principale del Ridge, lasciata aperta, così che sua madre la vede, soffre e si allontana. Lizzie ritiene che seguirà Brianna a Boston ed è tenerissima mentre parla di quelli che lascerà dietro di sé e lo sforzo emotivo di Bree nel dirle che non la porteranno con loro è veramente toccante. Ovviamente Lizzie non capisce perché mai non possa seguire i McKenzie, lei che c’è stata nei momenti bui, quando quel mostro di Bonnet ha violentato Bree e in quelli belli, al matrimonio e alla nascita di Jemmy. “Voi mi avete salvata, il mio destino è stare con voi, per sempre.” E qui piangevo, perché i legami che formiamo con le persone non sono mai semplici da recidere, un colpo di forbici e via. Sono persone, che ci amano o che stanno bene con noi, dobbiamo lasciarle indietro. E mi chiedevo se Lizzie pensasse di scrivere a Bree a Boston e come avrebbero fatto Jamie o Claire a spiegarle perché le lettere non avrebbero avuto risposta. Sono quei piccoli problemi che mi affascinano tanto, anche mentre scrivo, perché so che non sono la sola, o lo spero, a farmi questo genere di domande. E quando sei un’autrice, un autore, devi portele, devi rispondere prima che ti arrivino addosso. Bree spiega a Lizzie che deve restare con i suoi, per occuparsi di loro e se Lizzie si fa bastare la replica, accettando quanto si decide per lei ha anche modo di dire a Bree che la ritiene la persona più coraggiosa del mondo e che non la dimenticherà mai e, implicitamente, risponde a me e alle lettere, suppongo. Siccome i guai non vengono mai da soli, torna Lionel Brown al Ridge, chiede a Jamie se abbia deciso e riceve un diniego per replica. Jamie ignora volutamente lo sputo dell’altro, o avrebbe dovuto sentirsi insultato e Lionel Brown ha anche il coraggio di chiedere i servigi di guaritrice di Claire per sua moglie. La scena non è delle più belle, mentre Claire si rivolge alla signora Brown è suo marito che risponde in vece sua. La donna ha il polso fratturato, per una caduta o una distorsione ad opera di qualcuno. Ovviamente la donna non risponde e Brown intima a Claire di curarlo e basta come ha fatto con lui. Claire chiede a Marsali le stecche e il balsamo di Gilead e a Lionel Brown di procurarsi del whisky di Jamie per farne un tonico per la moglie. Rimaste sole con la signora Brown, quel che ne emerge è un quadro fin troppo attuale: una moglie picchiata e non rispettata, trattata da oggetto, succuba di un uomo violento al quale scusa come propria dabbenaggine o dolore per la sparizione della figlia le violenze che subisce. Sono racconti che riempiono ancora le nostre cronache. Il meccanismo di difesa di scusare l’aggressore addossandosi la colpa è tipico delle persone abusate. Non è stupidità o non voler vedere la realtà, come spesso le si accusa dall’esterno, al caldo e al sicuro, ma difesa e, soprattutto, una profonda e inconsapevole interiorizzazione del mondo in cui il violento si muove, per cui si fanno proprie le sue ragioni e i nostri torti. È maschilismo interiorizzato, lo si reputa normale, esattamente come fecero le madri, le sorelle o le amiche delle donne che lottarono per ottenere il riconoscimento alle donne del diritto allo studio o al lavoro. Veniamo a sapere che quel prode Lionel campione di piacevolezze beve, si ubriaca e vuole un altro figlio, ma la moglie non vuol darglielo. Quando Rose Brown parla del marito definendolo un brav’uomo, lo sguardo di Marsali è molto interessante. Ma questo lo sapremo alla fine di Nevi Infuocate. Nel quale già ci troviamo. La magia dei salti temporali da pallina da tennis. Almeno con il racconto che stiamo seguendo. Rose non vuole dargli un figlio ed è il motivo per il quale Lionel l’ha picchiata perché non desidera che il figlio sia oggetto di violenze da parte del padre. Ha letto dei rimedi del dottor Rowlings e intende seguirli. Arriva, sgradito, quel grand’uomo di Brown. Che aggirandosi per lo studio scopre la targhetta col nome del famoso dottore. Lascia lì persino la bottiglia di whiskey e si trascina via la moglie, asserendo di essere in debito con Claire. Ma è l’espressione con la quale lo dice che non è per nulla piacevole. All’esterno Roger raggiunge Ian. Gli chiede il favore di accompagnarli al Cerchio di Pietre. Qualcuno deve riportare carro e cavalli indietro e non vogliono che siano Jamie e Claire a farlo perché Brianna teme che coi genitori lì non saprebbe lasciarli. Ian accetta, con un sorriso che è accennato ma presente sul viso e Roger glielo ricambia dandogli oltre al proprio grazie anche l’atto di proprietà delle terre, un ringraziamento per tutto quello che Ian ha fatto per loro. All’obiezione di Ian, Roger lo prega, allora, di occuparsi delle sue terre e gli augura di trovare la felicità. E io mi chiedevo: ma River Run, dunque, a chi toccherà? Perché Bree e Jemmy non sono veramente a Boston nel diciottesimo secolo, quindi? Arriva, adesso, una scena che ho molto amato, tra John Grey e Brianna. Tra galline e sorrisi, Bree raggiunge John, il quale le sorride e la informa, sulla veranda, che il padre (di lei) gli ha detto che lei e Roger sono in partenza per Boston. Avete fatto caso che non lo chiama mai Jamie con gli altri? Non si permette mai intimità o familiarità e anche quando è con il Rosso è sempre misurato. Solo se colto di sorpresa (il ballo del governatore in Giamaica) non riesce a trattenere la gioia splendente che prova nel vederlo. Bree rivela a sua volta che la sua partenza sarà ancora più difficile perché sa di avere un fratello e il sorriso e il calore sul viso di Sua Bellezza John Grey mentre parla di William, di lei e di Jamie sono tutti da vedere. Purtroppo non potrà mai parlare a William di Bree, anche se vorrebbe tanto farlo. Ma forse, un giorno, la vita è lunga no? Sta partendo anche John, porterà con sé Ulysses, che si fingerà un servitore di Lord Grey e quando sarà su una nave britannica sarà ufficialmente libero. E’ una buona idea, afferma Brianna e John, con un sorrisetto caldo e divertito le dice che è un’idea di Jamie. E tra una battuta sugli scacchi e una sulla paternità ottimamente condotta, tra sorrisi e tenerezza, ho pensato che John e Bree sarebbero stati una bellissima coppia, se…Lasciare i genitori è per Brianna un grande dolore. Suo padre sul cavallo che insegna a Jemmy, sua madre che, colta mentre si aggira per casa, viene abbracciata con uno slancio che commuove. La sera, finalmente, prima di cena si assaggiano i sandwich che Claire ha preparato e le espressioni di Ian e di Jamie valgono tutto lo sforzo. I sandwich del viaggio, i journeycake. Burro di arachidi e gelatina dolce, più che marmellata. Secondo Jamie sono molto saporiti e perfetti per sigillare lettere o rammendare stivali. Ho riso, tanto. Quando, poi, Jamie brinda alla casa, alla famiglia e alla buona salute mi sono sentita col cuore diviso. E’ un bel mattino quello in cui i McKenzie e Ian partono col carro per raggiungere il Cerchio di Pietre che, a misurarlo al solito modo, dista dal Ridge due settimane di viaggio. Mentre li guardavo andare ho pensato alle balene, ai boschi incontaminati, oltre che alla mancanza di rimedi medici, alla difficoltà del vivere a ridosso di una guerra. Eppure, sarei rimasta. Non così i McKenzie. Per sottolineare lo scorrere del tempo Jamie Payne inquadra la meraviglia del North Carolina, coi suoi paesaggi mozzafiato. Fino al ronzante Cerchio di Pietre e qui, altra domanda: perché i nostri non si sono vestiti in modo meno stravagante? Se Claire arrivò vestita con l’abito grigio cucito da lei stessa invece che con occhialoni, zeppe ai piedi e abitino optical, perché loro tornano vestiti come coloni della Guerra di Indipendenza? Andiamo avanti. Per raggiungere il ronzante Cerchio di Pietre si deve attraversare necessariamente un bosco, perché il Mistero non è mai alla luce del sole, va cercato. Jemmy si spaventa, i suoni emessi dalle Pietre sono spaventosi. Sua nonna, intanto, è nella casa dei McKenzie che guarda i ritratti che Bree ha lasciato loro. Jamie la raggiunge. Hanno iniziato la loro vita al Ridge in quella casa e adesso sono di nuovo solo lui e lei. Ma Jamie la abbraccia: non sono soli. E le lacrime e il sorriso di Sam sono qualcosa di meraviglioso. Come lo è Jamie che pur soffrendo amaramente si rallegra della speranza che nel futuro sua figlia possa diventare un’ingegnera. Il ronzio delle Pietre è estremamente forte, Roger ha legato sua moglie, perché non si perdano nei meandri del Tempo. Brianna ringrazia Ian e gli affida i suoi genitori. Poi è ora. Come Jamie fece con Claire, così le tre mani dei McKenzie si avvicinano alla Pietra e…Il ronzio scompare con loro. Sotto lo sguardo attonito e incredulo di Ian il Giovane, sono spariti. La Roccia che Ian tocca è, alla fine, solo Roccia. Col vento che smuove le foglie, i McKenzie rinvengono tutti vicini e sani. Jemmy si allontana e i genitori, che lo seguono con lo sguardo sembrano piuttosto sorpresi e preoccupati e quel “Ma che diavolo…” di Roger è da cliffhanger. Al Ridge, intanto, si scava per le latrine, l’atmosfera scherzosa è interrotta dall’esplosione della distilleria. Jamie, Fergus, Josiah e Kenny Lindsay si avviano, a Claire che si offre di andare con loro suo marito replica che è meglio che stia lì perché ha dei pazienti. Mi si è stretto il cuore, sapendo. Claire sta facendo la stessa manovra con la quale sistemò la spalla di Jamie, sul libro al padre di Malva, se non erro, ma dovrò riguardare, quando irrompono gli uomini dei Brown che aggrediscono Marsali, rapiscono Claire e lasciano morente il colono. Tocca all’unico uomo rimasto, Germaine Fraser, dare la ferale notizia al ritorno dei nostri. Purtroppo le cose stanno così, Claire è stata rapita. Marsali è viva. E Jamie Fraser, che non ha acceso la Croce di Fuoco per nessun altro motivo, non per la milizia, non per radunare i suoi per il governatore, adesso, correndo verso la collina con la torcia in mano, in una scena di una bellezza struggente, dà fuoco alla Croce. Perché se la Croce si accende per la Guerra, questa è una guerra, ritrovare Claire è per Jamie la sola cosa che possa fargli accendere quella croce, chiamare i suoi. Come un laird. Come se fosse in Scozia. Signore e signori Jamie Fraser và in guerra e non vorrei essere nei panni di Claire, sapendo che cosa la aspetta ma nemmeno in quelli dei suoi rapitori, per lo stesso motivo.

Siamo al penultimo episodio di una stagione densa, nonostante le accuse di stanchezza o di noia, e siamo ad un episodio che ha, in sé, tanto potenziale. Ma usare due libri da quasi ottocento pagine l’uno e uno da seicento per dodici episodi significa aver tagliato interi capitoli, averli riassunti in una scena, aver spostato eventi e avvenimenti in modo del tutto rocambolesco. Se pensiamo che la prima stagione ha sedici episodi per ottocento pagine di libro, si capisce che qualcosa è stata considerata diversamente e forse anche più di qualcosa. Se per chi si affaccia alla serie funziona, per chi ha letto i libri, prima, è quasi un delitto di lesa maestà. Poteva andare peggio, lo so, poteva finire nelle mani di gente dedita solo ai soldi che avrebbero stravolto tutto. Lo so, lo vediamo continuamente. Ma, francamente, quelle domande cui un autore dovrebbe saper rispondere, io da lettrice e spettatrice gliele vorrei porre agli Autori della serie, ne ho un bel po’, da anni. Quest’anno sono aumentate in progressione geometrica. Ma così è e se vorrete, vi aspettiamo per il gran finale.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

2 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 511: Journeycake”

  1. Esposizione emozionante coinvolgente e dettagliata.
    Cristina Barberis, possiede la capacità di farti rivivere la puntata nella sua interezza senza omettere nessun dettaglio,un copione insomma.
    Attendo con impazienza di guardare l’ultima puntata di questa strepitosa serie e di leggere tutto d’un fiato (come ho fatto ora) la recensione di questa bravissima e brillante scrittrice che spero un giorno possa godere di quel successo che ad oggi ancora gli è negato.
    Grazie Cristina

  2. Carissima Laura, le tue parole mi toccano davvero, ti ringrazio per l’attestato di stima nei miei confronti.
    Quanto al successo, spero che il tuo augurio possa presto avversarsi.
    Un caro abbraccio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *