Recensione Outlander Episodio 503: Free Will

“Non provare pietà per i morti. Prova pietà per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore.” (J.K. Rowling)

Ci sono momenti, nella vita di tutti noi, in cui siamo quasi chiamati a mostrare quello che abbiamo davvero dentro. Altri, invece, in cui siamo costretti, che lo desideriamo oppure no. Il libero arbitrio, che è questa nebulosa materia oscura che di tanto in tanto spunta dalle pieghe della nostra vita, è il tema e la struttura portante del Terzo episodio di questa Quinta stagione. “Free Will” si apre con il riassunto che, come ogni cosa, non è a caso e punta in tre direzioni: Roger Mac e il dovere di Jamie verso la Corona e il giovane Josiah. Scritto da Luke Schelhaas è diretto da Jamie Payne, conosciuto per L’alienista e Primeval. Una novità che abbiamo in questa stagione è che dopo il riassunto non c’è il consueto quadro, subito, ma un inserto essenziale che ci lega a quanto visto prima. In tal caso la scena iniziale è una magnifica vista dall’alto del Ridge, prima di spostare attenzione e sguardo alla coltivazione delle muffe da parte di Claire. Alla domanda di Marsali, promossa assistente e braccio destro nelle cure, su come si possa riconoscere la muffa da usare, Claire applica subito un bel metodo per far sì che Marsali impari a trarre conclusioni da quel che sta studiando. E’ una allieva in gamba, adoro le sue esternazioni, quella su Boston è favolosa, che non delude certamente Claire e se guardiamo dietro di loro, i coloni del Ridge costruiscono la casa. Dobbiamo pensare che non sia un lavoro gratuito, poco ma sicuro che sia retribuito o scontato da quanto debbono al proprietario. Dopo che la panoramica ci ha mostrato le muffe, e credetemi non ne conoscevo così tante, è Claire che ci ricorda non solo del tentativo fatto di modificare la Storia, inutilmente, ma dice a chiare lettere che sfida il Destino, vuole ottenere penicillina dalle muffe, lo farà. Ovviamente non tutti gli inizi sono fortunati. Dopo la sigla ecco il quadro ed è Marsali, sullo sfondo, che cuce…carne di maiale. Non mi stancherò mai di ripetere quanto incantevole sia l’uso della luce, sia nel giorno pieno che in interni o, come in questo caso, in esterni. E’ notte. Oggi possiamo disporre di illuminazione stradale, dal XIX secolo in realtà, vetrine illuminate, luci che lampeggiano dappertutto e, talvolta, offendono la nostra vista e ci impediscono di ammirare un cielo stellato. Per Jamie e i suoi non è così. La luce esterna non esiste e non ci sarà per un lungo periodo, motivo per il quale quando si esce di notte lo si fa in gruppi. La persona isolata è, al pari delle vie tortuose nell’antica Roma, preda di ladri e di tagliagole. Jamie torna a casa, una figura scura a cavallo, contro un cielo di un blu livido che tenderà presto al nero. Il trotto del cavallo, il rumore degli animali notturni, la musica e, su tutto, Fraser’s Ridge, che si staglia sul cielo blu cupo e il bosco nero verde. Perché la luce darebbe altri colori. Il portico di legno, quello dove spesso risiedono in attesa lunghe file di pazienti di Claire, è appena illuminato dalle lanterne che non tolgono nulla al buio circostante e Jamie si muove come una ombra nera e altrettanto semi buio è l’interno di casa sua. Dove vediamo brillare delle candele e il fuoco nel camino. Quando si torna a casa più o meno tutti seguiamo una routine, chi leva cappotto e sciarpa, di questi tempi, almeno, borsa, scarpe ecc… Che fa Jamie? La stessa cosa: via il tricorno, via la pistola, si muove nella stanza, con l’occhio incollato in una sola direzione. Una volta giunto lì…Beh è Jamie, segno della croce e “Deo Gratias”. Perché è tornato, a casa, dove c’è l’unico amore della sua vita, sua moglie. Ci pensiamo a quanti ritorni a casa, da solo? Quando viveva da Jenny aveva almeno una specie di famiglia, ma era fuggiasco e clandestino. Quando era Mr. Malcom stampatore, aveva una stanza, al bordello, ma non era casa e di sicuro non era famiglia. Questa è casa, famiglia è avere accanto persone che amiamo. A Jamie piaceva il tenente Knox, solo che la reazione vendicativa del soldato lo ha impensierito e se sua moglie gli ricorda che ognuno è responsabile delle proprie scelte e/o azioni, lui fa notare che se la Storia non ricorda i Regolatori, non è detto che quel che facciano non sia importante. Chiedere a Ethan, per esempio. I nostri manuali di Storia riportano grandi gesta, a volte si soffermano poco sulle imprese quotidiane, magari piccole. A volte per scelta, altre per mancanza di fonti adeguate. Eppure se pensiamo a tutti coloro che ci hanno preceduti siamo davvero convinti che non meritassero una voce, un ricordo? Ognuno di noi lascia tracce. Che voglia o meno. Non sempre sono portate al pubblico dominio. Alla luce delle fiamme nel camino e della candela sul tavolo Jamie informa Claire che deve radunare una milizia. Una dimostrazione di forza per evitare la guerra. E’ il pensiero di Claire ed è anche il nostro. Chiaramente non ci aspettavamo che rimanesse a casa, se suo marito raduna una milizia e, infatti, Claire annuncia a Jamie che lo seguirà. Avranno bisogno di un medico e come Murtagh, Tryon e Knox hanno preso le proprie decisioni, anche lei lo fa. Sì, suo marito ha bisogno di aiuto e l’espressione grata e divertita di Jamie è quanto di più bello c’è da vedere. Non ha bisogno di lei solo come medico, Claire è la sua amica, consigliera, suggeritrice e, perché no, spalla portante. Il mattino seguente, mentre Jamie sorseggia un ottimo whisky ( e badate che in America l’acqua era poca, la si usava per lavarsi, seppure, per cui ad un certo punto la piaga dell’alcolismo divenne terribile e da lì scaturì l’errata manovra del Volstead Act) arrivano Fergus e Germaine. Alla menzione di Fergus della Milizia che Jamie sta formando, questi gli dà da scrivere un testo, da portare al tipografo di Woolam’s Creek e da inviare agli insediamenti vicini. A parte la velocità da stenografo di Fergus ho notato che non ha preso il calamaio, quindi quello non è un pennino ma una matita? Arruolare uomini dai sedici ai sessanta anni significava sguarnire del tutto una famiglia. Era una grande responsabilità. Qui c’è tempo di prendere fiato e guardare Jamie sul portico, le sedie sotto la finestra, Fergus a cavallo, tra recinti, querce, abeti blu e verdi su montagne dello stesso colore, coloni al lavoro e Marsali che, al solito, pensa alla dispensa. Una vita idilliaca ma estremamente dura. Passata la settimana gli uomini del colonnello Fraser sono pronti a partire. Ovviamente anche Roger Mac o meglio il Capitano Mc Kenzie deve farlo. Jamie arma sua moglie (che bella quella pistola) e Fergus approfitta di un momento di quiete, dopo gli ordini impartiti, per consegnargli una lettera, in disparte. Claire dà i compiti a casa a Marsali e la raccomanda a Bree, la quale, ovviamente, non è affatto contenta di vederli partire. Il ricordo di Claire và al momento in cui, bellissima in uniforme, salutava Frank Randall alla stazione, per partire per la Guerra. (Avete notato Claire con quel cappotto e la pistola così che aria piratesca che ha?) Brianna la consola, non ci sarà nessuna guerra, poi si allontana per andare a salutare teneramente suo marito. (Bellissimo il riferimento a Scarlett O’Hara di Via col Vento) Il quale, prima di darle un bacio, le fa notare che è lei che è al comando del Ridge ora, in quanto unica e legittima figlia del Colonnello Fraser. La spedizione parte e il mio pensiero è volato a quando Jamie raccolse i Fraser, in quanto Laird, per andare a combattere per la Ribellione e Claire era, ovviamente, al suo fianco, non ci sono bandiere scozzesi che sventolano, sembra molto più “familiare” con le persone che restano e li vedono andare, eppure una milizia serve per fare la guerra. Speriamo di no. Tra corde e percussioni li guardiamo attraversare i boschi e liberare il carro delle salmerie, con John Quincy Myers che li guida. Guardiamoli in campo aperto, uomini a cavallo, saranno assolutamente “ovvi” fino all’avvento dell’automobile. Trovato un buon posto per accamparsi, Jamie dà ordine di cercare legna per la notte e finalmente prende di petto la questione spinosa. Rivela a Claire che da fonte certa il maledetto Bonnet sia ancora vivo. La reazione agghiacciata e piena di orrore di Claire è quanto ci aspettavamo ma non per questo fa meno male, anzi. Non può crederci, del resto, l’esplosione alla prigione aveva fatto ben sperare. Ma no, Bonnet torna come le recidive del cancro, come i pensieri cupi nelle notti tristi. La lettera che Jamie ha ricevuto è di Lord John Grey che lo informa che Bonnet si trova a Wilmington e fa di nuovo il contrabbandiere. L’illusorio sollievo provato dai Fraser all’idea che Brianna sia all’oscuro di tutto è tenerissimo. Ma spezza il fiato, perché noi temiamo, dalle parole del farabutto, che potrebbe cercare proprio Brianna. E, adesso, i Fraser e McKenzie sono in giro a radunare la Milizia. La notte accanto al fuoco, tra le facezie un po’ volgari di Myers, le risate e le battute degli altri, Jamie in primis e della moglie, assaggiamo un po’ di quella vita accanto ai fuochi che ci ricorda la spedizione verso Culloden. La guerra. Persa. Il mattino grigio tra il marrone scuro delle cortecce e il verdino delle tende si apre con le grida di Sinclair che, apparentemente, rincorre Josiah. Tra gli sguardi attoniti di Fergus, Claire, Sinclair e Roger, arriva Jamie sollevando di peso il vero Josiah. Quello catturato da Sinclair e privo di marchio è Keziah, fratello di Josiah. Jamie che assicura protezione a Josiah riesce a farsi raccontare una storia terribile: i due ragazzi sono servi a contratto di un uomo che vive poco distante. Sono stati trovati a due anni, genitori e fratelli morti e venduti per ben trenta anni della loro vita dal Capitano della nave, ad un altro uomo crudele. Il povero Kezzie è denutrito, impaurito e completamente sordo, a causa dei continui colpi ricevuti dal padrone, la prima volta quando aveva cinque anni. Riusciamo a immaginare un simile orrore? Un bambino che viene picchiato, resta sordo, sarà picchiato ancora e trattato peggio di un cane. Claire non può far altro che constatare che i timpani del ragazzo non hanno potuto rimarginare la prima volta a causa delle continue percosse. Inoltre i ragazzi dormivano nella stalla, al freddo. (Vi prego di notare l’uso dello stesso attore ovvero sia Paul Gorman, attore giovane e promettente, con il metterlo vicino su due piani differenti, che abbiamo visto ampiamente nella saga de Il Signore degli Anelli). Kezzie legge il labiale e si esprime, a modo suo. Invece di essersi incattivito è tenerissimo, non ha pantaloni perché la gatta nel fienile ci ha partorito sopra e lui non ha avuto cuore di levarglieli. Uno che non ha altri pantaloni. La prima Mrs Beardsley, la moglie del padrone dei gemelli, disse loro che ricordavano solo i nomi. Il resto della storia è intessuta di violenza e sopraffazione. La cicatrice di Josiah è sospetta, ma ci ritorneremo. Il ragazzo implora Jamie di non riportarli indietro e Jamie, chiaramente, lo informa che rileverà la loro proprietà (lo fecero anche per il Temerario, lo schiavo di Claire, ricordate?) ma è necessario andare da Beardsley. Lasciato il tutto nelle mani di Roger, ovvero radunare i coloni, andare a Brownsville e reclutare quanti più uomini possa. Attento e intimidito, Roger rassicura il colonnello nonché suocero “non ti deluderò”. Jamie e Claire andranno da questo orco che picchia e affama bambini. Nel cammino ragionano su come la lattaia possa aver saputo che sia stato Josiah a rubare del formaggio. Forse è stato Kezzie e il fratello se ne è assunto colpa e punizione e Jamie, tenerissimo il nostro Rosso, chiede a Claire di rimuovere il marchio, come fece con la J di Black Jack sotto il pettorale sinistro di Jamie, in Francia. Lei, ovviamente, accetta. Anche perché un cacciatore di taglie non si farebbe scrupolo di consegnare un ragazzo alle autorità. Tempi duri. L’arrivo a casa dei Beardsley è simile ad un episodio di Criminal Minds, per chi ha seguito le stagioni della nota serie tv capisce al volo a che cosa mi riferisco. Il posto sporco e abbandonato, in mezzo al beatissimo nulla, sembra la tana ideale di un orco o, più scientificamente, un S.I. un soggetto ignoto. Jamie chiama e nessuno risponde, scendono da cavallo nel totale silenzio. Claire và verso il fienile e Jamie verso casa e man mano che procedono notiamo lo stato di totale abbandono che c’è dappertutto. Non sembra esattamente la casa di una coppia felice. Una bellissima gatta bicolore, nero e bianco, osserva sorpresa Claire e poi allatta tranquillamente i gattini. Oltre lei e il cavallo non sembra che ci sia altro. Il primo educato tentativo di Jamie và a vuoto, così il Rosso, che ha visto fumo dal comignolo, si aggira intorno la casa e dopo aver visto una capra nell’abitazione, da un vetro rotto, ha l’apparizione di un viso di donna. Poco amichevole. Alla seconda bussata la donna gli intima di andare e Jamie snocciola il motivo per cui si trova lì. Il marito è morto, dice la donna e Jamie può tenersi i ragazzi. Purtroppo a Jamie servono i contratti o Beardsley potrebbe ripensarci ed essere legalmente dalla parte della ragione. Nonostante a Claire non piaccia il posto, che non è esattamente accogliente, Jamie non può andare. Adoro l’espressione di Claire di fronte all’inevitabile cocciutaggine, giusta, di suo marito. Lo segue e si fanno aprire dalla giovane Mrs Beardsley. L’interno è sporco, in disordine, puzza terribilmente, ci sono persino le capre, dentro. Non sembra una casa quanto una spelonca. Claire nota delle tacche sullo stipite di una porta, teniamole a mente. Nel buio sporco e nauseante la poco collaborativa Mrs. Beardsley non trova le carte che Jamie desidera. Un colpo improvviso contro una porta allarma Jamie che non ottiene replica alla propria domanda su che cosa possa essere se non un sorrisetto sprezzante da parte della donna. Punta la pistola, apre la porta e…Ne esce un ariete, Billy. La donna lo tiene lì perché altrimenti aggredirebbe le capre. Jamie segue le capre per assicurarsi che non succeda nulla e la donna continua a cercare. Ed è in quel momento che Claire si rende conto che l’odore terribile non è (solo) quello delle capre. Ma quello della morte e della putrefazione. Mr. Beardsley è morto da mesi. Claire sale, la donna non vuole e Jamie accorre richiamato dalle grida. Lo spettacolo è degno di un film dell’orrore. Un uomo giace su un letto, apparentemente morto e mangiato dalle larve ma quando Claire lo tocca…E’ vivo! Claire spiega a Jamie che Mr. Beardsley ha avuto un ictus, quello che al tempo di Jamie è chiamato apoplessia. L’uomo è in condizioni terrificanti, giace nella sua stessa sporcizia, tra mosche e larve che, almeno, hanno tenuto pulite le ferite. Quale verità agghiacciante c’è dietro tutto questo? Non è lui, forse, quello che picchiava i gemelli e Mrs Beardsley sembra davvero solo contrariata, ma innocente? Quando vi parlavo di Criminal Minds, oltre alle ovvie assonanze, posto isolato, sporcizia, abbandono, intendevo anche questo: chi è vittima e chi carnefice? La moglie lo ha tenuto in vita per torturarlo. Claire non può curare l’ictus, ma può provare a mettere rimedio al resto. Mrs. Beardsley ci spiega in parte perché lo abbia lasciato lì: un mese prima si era rifugiata in soffitta per sfuggire dalle percosse del marito, furioso come sempre, ma lui è stato colpito dall’ictus. Caduto, in preda al colpo, lei afferma di non aver avuto la forza di spostarlo. Possibile che sia la verità o magari no. Intanto il reclutamento del Capitano McKenzie continua. Mrs Findlay è una povera vedova, madre di due ragazzi, che non è minimamente disposta a nascondere la propria opinione in merito all’arruolamento. I suoi figli riceveranno quaranta scellini a testa subito e due scellini al giorno per tutto il tempo della ferma. E se non dovessero tornare vivi? E qui Roger sente il peso delle vite che gli sono affidate “Mi assicurerò che tornino a casa.” Non possono essere solo parole, non si può guardare una donna e dirle che i suoi figli torneranno a casa, a cuor leggero. “Se lascio partire i miei figli voi me li rimanderete a casa sani e salvi.” Sinclair guarda sorridente Roger e ascolta la sua replica così Mrs Findlay fa firmare il registro del reclutamento ai figli. Hugh e Ian Og sono reclutati per il colonnello Fraser. Dopo una boccata d’aria, si fa per dire, torniamo nell’orrore di quella che sembra la tana di un serial killer. Claire cerca di curarlo e Jamie di trarre delle conclusioni, l’uomo era un commerciante, ci sono barili pieni di cibo e pellicce. Ma è stato lasciato lì a morire di stenti e di freddo. Non solo, la moglie lo picchiava, gli infliggeva ferite da taglio e gli bruciava ripetutamente i piedi. E’ terribile, vero? Jamie si rende conto che l’uomo capisce quanto detto da Claire e gli chiede di chiudere una volta le palpebre per dire sì. La moglie lo ha torturato, ma, ovviamente, dal racconto di Kezzie sappiamo che lui non era buono e dalle parole della moglie ne abbiamo un ulteriore certezza. Che cosa avete fatto per meritarvi questo? Non vista, Mrs Beardsley trova una corda, fina ed efficiente. Mentre i Fraser discutono sul da farsi, non c’è tempo per una amputazione della gamba in cancrena giacché Jamie deve riunirsi al più presto alle truppe, Mrs Beardsley ha deciso di fare da sé e tenta di strangolare il marito. Jamie la ferma, con molta fatica perché la donna lotta e viene fuori tutto: desiderava che morisse, sì, ma lentamente, soffrendo indicibilmente. Il contraccolpo di Jamie, che si libera della donna contro la parete, e lo stress della lotta le rompono le acque. Claire la assiste nel parto. E’ una bellissima bambina. Dall’altra parte l’uomo sente ogni cosa. La bambina è di pelle scura. Suo padre è un nero. Claire la porta dalla neo madre che come una litania, con la piccola tra le braccia, ripete che la bambina non è del marito. Ride, piange, abbraccia la piccola. E’ notte e ancora più buio e cupo è il racconto che la donna fa della sua vita con l’uomo moribondo. Chi dei due è il S.I.? Due anni, tre mesi e cinque giorni prima Mr. Beardsley ha portato qui la ragazza, da Baltimora. Chiusa con lui in una casa sperduta nei boschi. Di fronte ad un computo così preciso Claire le chiede se i segni sulla porta li abbia fatti lei. No. E’ stata Mary Ann, che non era la prima ma la quarta moglie. Quella attuale è la quinta, le altre sono sepolte nel bosco sotto il sorbo. A volte le sembra che il fantasma delle altre le appaia, soprattutto di quella che l’ha preceduta. Le ha uccise tutte il marito. Avrebbe ucciso anche lei, nessuna riusciva a dargli un figlio. Lui le picchiava a morte. Probabilmente lui era sterile, ma se oggi questo è un ostacolo che in molti fanno fatica a superare, immaginiamo nella fine del diciottesimo secolo. Il padre della bimba non vive lì vicino ed è un nero, una brava persona. Il marito della neo mamma la picchiava a sangue, lei e i due gemelli. Non è una donna malvagia, non lo è. Eppure torturava consapevolmente il marito. Chi si sente di giudicarla? Quando Claire le parla di felicità e di amore, lei replica, come una donna vinta, che non sarà l’amore a mettere al sicuro la figlia nel mondo. Non vuole nulla di quel che è del marito, per lei rappresenta sofferenza e orrore. Quando arriviamo a come si chiama, mi ha fatto una tenerezza immensa la sua sorpresa per il fatto che Claire la consideri un essere umano. Frances, ma la madre la chiamava Fanny, libera. Il vostro nome è Sassenach. Solo per mio marito. Potete chiamarmi Claire. Il primo sorriso dolce, quasi gentile. Fanny dorme, la bimba viene messa nella culla e i due Fraser arrivano ad un punto importante, perché Claire esterna la preoccupazione di far crescere un figlio lì, informa il marito che lei è d’accordo nel far tornare indietro i MacKenzie appena Jemmy potrà farlo e Jamie? No, lui le risponde che forse sarebbero più sicuri nel loro tempo ma lontani dalla famiglia. Le chiede di mettere via quei pensieri. La notte scende, scurisce tutto, il fuoco che brucia nel camino riscalda i due, che dormono tranquilli. Una figura si muove per casa, li guarda dormire e si allontana. Al mattino i due Fraser non sono svegliati dal sole ma dal pianto della bimba. Frances non c’è. Jamie la cerca all’esterno e Claire all’interno e, sollevando la piccola, scopre che al di sotto ci sono dei fogli. Non tornerà, ha lasciato l’atto di proprietà della casa e i contratti di Josiah e Keziah. Ha lasciato tutto a loro, vuole che si occupino della figlia e mentre immaginiamo Frances in viaggio verso Baltimora, vediamo che tutto è pronto per la partenza. Hanno preso le capre per il latte. Forse troveranno una balia a Brownsville. Adesso, in conclusione di episodio, vediamo l’ultimo palpito del libero arbitrio. Jamie intende uccidere Beardsley per non farlo soffrire. Ma prima cerca di capire se lui voglia essere salvato e operato e si sia ravveduto, in qualche modo. Del resto ha raccolto un crocifisso da terra e questo vuol dire, in un modo disperato e distorto, che quell’uomo è cattolico, i protestanti hanno la croce, non il crocifisso. Non vuole essere curato, vuole che Jamie lo uccida. (bellissimo Jamie visto da Beardsley!) Quando il Rosso gli chiede se voglia pentirsi in qualche modo, la replica del moribondo è netta. No, non si pente. Di nulla. L’espressione sofferente è quasi sparita. C’è un ché di terribile nella pervicacia malvagia di quest’uomo che muore, da credente, senza chiedere perdono di tutto l’orrore perpetrato. Il colpo risuona e fa volare via centinaia di uccelli appollaiati sugli alberi e piangere la piccola. Quando Jamie esce, raggiungendo Claire, è funereo ma anche perplesso. Secondo lui l’apoplessia uccideva un uomo sul colpo. Non ha mai pensato di chiedere a Jenny se il loro padre abbia sofferto. Claire lo consola, Jenny glielo avrebbe detto se non fosse stato così e mentre il sole si alza e la musica si distende, Jamie chiede a Claire che nel malaugurato caso succeda anche a lui, lei lo ucciderà. Farò quel che devo. Che detto da un chirurgo non significa esattamente eutanasia, ma a Jamie sta bene così. Nella marea nera di uccelli che sorvola la foresta, noi ci congediamo.

Episodio a dir poco terribile. Il libero arbitrio non è mai una questione semplice, nemmeno se togliamo dal conteggio la parte religiosa. Eppure qui è affrontato in modo superbo, cuce una serie di decisioni che pesano. Roger che si assume la responsabilità dei ragazzi e poteva non farlo, Claire che cerca di curare un criminale e fa nascere la bambina e poi la porterà con sé, Jamie che riscatta due ragazzi, ai quali non dovrebbe nulla ma Josiah è suo colono e quindi Jamie gli deve protezione. Solo che gliene dà come un Laird e come un padre. Il libero arbitrio è una faccenda strana, a dire poco, porta le persone ad arrogarsi della vita altrui e a morire in certezza di peccato mortale, per chi è credente. Quello che ci arriva dritto al cuore, da questo episodio, impeccabile e crudo, è che nessuno che decida solo per sé lo fa davvero solo per se stesso. Ogni nostra azione ricade su chi ci sta accanto, in un modo o nell’altro ed è per questo che dovremmo usare in modo amorevole, pacifico e giusto il libero arbitrio. Sempre.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

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