Recensione Outlander Episodio 114: The Search

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Ogni episodio si apre sempre con un “quadro”, che rappresenta il cuore dell’episodio. Questo quattordicesimo della prima stagione, The Search, scritto da Matthew B. Roberts  e diretto di nuovo, come il precedente, dal talentuoso Metin Hüseyin, mostra una rappresentazione di marionette: una donna abbigliata di chiaro, accanto ad una pietra e due fate, hanno anche le ali, due esseri del Mondo Altro, che le svolazzano attorno, chissà se le dicono o le fanno qualcosa fatto sta che la marionetta donna abbigliata di bianco…Puf! Sparisce in una bella nube di fumo. Ricordatelo, che lo rivedremo.

L’episodio si apre con Claire in ambasce che teme, giustamente, per Jamie. Ian vorrebbe accompagnarla ma senza una gamba e con un braccio ferito, non può. Allora disegna per la cognata una mappa che le indica dove è stato catturato Jamie. Claire, da donna intrepida (c’è qualcosa, oltre al dolore di Jamie, che le metta davvero paura?) si mette a cavallo per cercare suo marito, ma Jenny, nonostante abbia partorito da poco, lascia la piccola Ellen nelle mani capaci di Mistress Crook e parte con la cognata. (Fate caso alla musica, adesso, è enfatica, si, perfetta per una ricerca, sembra spronare quei cavalli.) Le due donne iniziano la Cerca seguendo le tracce, è più Jenny che ci sa fare, e avvistando un gruppo di corvidi che banchetta, vedono due cadaveri. Il sentiero è quello dell’agguato. Jenny pietosamente recita una preghiera, quindi scorge le tracce di un carro, come ha detto loro Ian, e le seguono. Una prima tappa è per liberare il corpo e per permettere a Jenny, in una scena estremamente realistica, di svuotare i seni dal latte ( e chi ha allattato sa che è un bisogno impellente e sa quanto quell’operazione dia un acuto sollievo, dopo.) e capire che serve un piano, qualcosa di più di una “preghiera”: trovare Jamie prima che arrivi a Fort William o una volta nelle mani di Jonathan Randall sarà spacciato. Nel bosco, dove si sono inoltrate, trovano tracce fresche del passaggio delle Red Coats e anche esse stesse, con Mr MacQuarrie nel carro, ma di Jamie nessuna traccia. Un soldato deve portare un dispaccio e così le due cognate decidono di seguirlo. Con uno stratagemma una coraggiosa Jenny e un’agguerrita Claire lo bloccano e lo legano. Con un po’ di torture Jenny, che è proprio una donna che non vorrei mai avere per nemica, e Claire ottengono qualcosa ma non quel che serve. Trovano il dispaccio che parla di una possibile fuga di Jamie e Jenny congettura che il fratello si recherà a Nord dove l’Esercito Inglese fa fatica a portare uomini e mezzi. Però dopo quel sollievo devono uccidere il soldato, è il solo modo per coprire davvero le tracce ma mentre stanno discutendo, Jenny vuol farlo e Claire no, arriva come un genuino deus ex machina il fedele Murtagh che risolve la situazione. Mentre stanno cercando un posto per la notte, Jenny dice a Claire qualcosa che è la chiave di volta dell’episodio ma, in effetti, di tutto il romanzo “Love forces a person to chose” (L’amore costringe le persone a cambiare). Ed è tutto, davvero, profondamente, qui.  Mentre loro si accampano, Murtagh pensa alla cena e, al mattino dopo, Jenny consegna a Claire non solo gli affitti del trimestre ma anche un pugnale, che è di Ian. Le due donne si separano (Jenny non teme per Jamie perché sa che Claire, glielo dice, farà di tutto per portarlo indietro sano e salvo) e in quel momento Claire offre preziosissimi consigli alla cognata, che li accetta perché Jamie l’ha pre-avvisata che sarebbe potuto succedere e mentre Jenny torna dalla figlia e dal marito, Claire prosegue con Murtagh. Ed è questi che porge a Claire i medicinali e la informa che non sono loro che devono trovare Jamie ma sarà lui che si metterà in contatto con loro quando si sarà sparsa la voce che c’è una brillante guaritrice all’opera. Un piano tutto considerato ricco di genio. Ma Murtagh è un grand’uomo. Lui procura a Claire dei malati, i dottori in quella parte selvaggia delle Highlands scarseggiano, lei li cura e mentre la sera lui si esibisce addirittura come ballerino, lei si improvvisa lettrice delle mani per strappare, come Murtagh fa il giorno, notizie o frammenti di notizie su un uomo alto, grosso e con i capelli rossi. Ma nessuno sembra averlo visto. Fanno così una lunga strada ma nonostante tutto di Jamie nessuna nuova. Poi tutto cambia: Claire propone, per una battuta a dire il vero, a Murtagh di vivacizzare il numero della danza con una canzoncina e gli canta un autentico boogie woogie, popolarissimo negli anni 30 e 40 del secolo scorso, che, caso strano, a Murtagh piace e lui le lancia la controproposta: lei canterà, lui ballerà. Dopo un timido inizio, il duo “ballerino scozzese e Sassenach cantante canzoncine scurrili” va alla grande e girano diversi villaggi, esibendosi di continuo ma di Jamie nessuna traccia. Claire canta una canzone che dovrebbe stanare Jamie perché gliela insegnò Dougal in un momento di ilarità alcolica. Chi ha notato dove c’è di nuovo la rappresentazione dei burattini? Ma la canzone funziona e degli zingari se ne appropriano. Vista la possibilità di mandare Jamie dalle persone sbagliate, Claire e Murtagh provano a parlare con i due gitani e alla fine, nonostante Murtagh non sia d’accordo, Claire li paga perché non la cantino più. Murtagh Fraser discute con Claire ma lei è “la moglie del Laird” e quindi non solo non lo ascolta ma continuano a esibirsi. Però non arrivano a nulla, anzi, arrivano si, ma al mare, il naturale, bellissimo stop che li mette dinanzi alla necessità di capire il da farsi. E quando si accampano in una grotta e Claire accusa quasi, rimprovera Murtagh di non capire che cosa si provi a perdere la persona amata, il nostro angelo custode formato Fraser si lascia andare ad un toccante racconto per il quale Claire capisce che è stato Murtagh a regalare a Ellen MacKenzie Fraser i bracciali che Jenny ha dato poi a Claire stessa e in uno slancio, i due si rappacificano. Il giorno dopo Claire decide di seguire Murtagh ma ecco che una sera, mentre Claire “predice” il futuro, lo zingaro dell’esibizione rubata và da lei per dirle non solo che hanno continuato ad usare la canzone, cosa che scatena l’ira di Claire ma che l’espediente ha funzionato: Jamie ha mandato un messaggio alla finta Sassenach e il gitano lo riferisce: si tratta di un appuntamento, in un posto che conosce anche Murtagh. I due Fraser riprendono il viaggio ma purtroppo il posto indicato da Jamie rivela un’amara sorpresa. Trovano Dougal, non Jamie, ad attenderli e Dougal li informa che “grazie” alla canzone di Claire, Jamie è stato catturato e portato alla terribile prigione di Wentworth. E che presto lo impiccheranno. È lì da tre giorni. Ma le sorprese non finiscono qui. Con la (buona) scusa che morto Jamie lei sarebbe alla mercé di Randall, Dougal propone a Claire di sposarlo. È chiaro che sia solo una scusa, per quanto buona e piena di buon senso, oltretutto: il capo guerra dei MacKenzie, chi meglio di lui la proteggerebbe? Ma noi sappiamo che a Dougal, Claire è sempre piaciuta e ora ha mano libera. Ovviamente a Claire non passa nemmeno per la mente di accettare e quel che riesce a ottenere è di portare con sé gli uomini che accetteranno di seguirla. Ed è un coraggiosissimo Willie che si fa avanti, seguito ovviamente da Angus e da Rupert. E così il quintetto si mette in marcia, per arrivare dinanzi a qualcosa di mostruoso: l’imprendibile prigione di Wentworth.

 Se una cosa vuoi farla, falla da sola che la farai migliore di quella che avresti da altri. Sembra un po’ un vecchio consiglio delle nonne, ma se lo prendete da solo e ci riflettete su, vi accorgerete che funziona, per molte cose della vita ordinaria. In questo caso però non è una situazione ordinaria, si tratta di una Cerca o di una Ricerca. Da soli non si può andare. Quando intraprendiamo un viaggio, a meno che non sia per ritrovare la nostra perduta anima, e anche lì avremmo bisogno di tutto l’aiuto possibile, c’è sempre la necessità di qualcuno che ci aiuti e se prima è Jenny che la affianca, poi è Murtagh che la accompagna la nostra indomabile, innamorata, determinata Claire. Questo episodio mi è sembrato a dir poco geniale, so che si è discostato dal libro, ma in realtà ha riannodato fili che aveva intrecciato nello scorso, quindi è andato avanti, con la trovata singolare del boogie woogie, che è così tipico di Claire, del suo spirito, che è stato a  dir poco brillante come soluzione. Ci avete fatto caso? E’ verosimile, molto! La serie sta approfondendo i caratteri dei personaggi sempre di più ed espedienti come questo aiutano. Molto. La musica l’ha fatta da padrona, dall’inizio alla fine, notate anche la sigla finale, sembrano cornamuse di un esercito in marcia! Trovo che gli attori siano sempre più bravi e che questo episodio sia stato diretto e ideato magistralmente. Complimenti a sceneggiatori e regista. Abbiamo riso oggi, perché da adesso in poi c’è poco da ridere, ma noi non molleremo mai. Non vogliamo farci nemiche Jenny o Claire, vero?

Recensione a cura di Cristina Barberis.

 

Una risposta a “Recensione Outlander Episodio 114: The Search”

  1. Dugol ammettere a claire che l’amore di jemie x lei è più forte di quello che lui aveva capito fin dall’inizio del loro incontro! Ma nonostante tutto lui la vuole x sé!

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