Recensione Outlander Episodio 501: The Fiery Cross

Il modo migliore per fare una cosa è farla.” (Amelia Earhart)

La Quinta Stagione di Outlander inizia, a sorpresa, con due giorni di anticipo, un regalo di San Valentino che tiene incollati allo schermo e lascia che il cuore, finalmente, ritrovi il proprio battito.

Dopo un riassunto piuttosto denso, accompagnato dalla musica delle Donne al Cerchio di Craigh Na Dun, c’è il primo inserto, una sorpresa, qualcosa che non ci aspettiamo perché è un salto all’indietro nel salto all’indietro. Un giovane e aitante Murtagh consola il più giovane Jamie per la morte della madre Ellen. Il giuramento (ho fatto un giuramento, Jamie Fraser, quando avevi meno di una settimana ed eri solo un neonato attaccato al seno della madre. Mi sono inginocchiato ai piedi di Ellen proprio come ora mi inginocchio ai tuoi e le ho giurato in Nome della Santissima Trinità che ti avrei seguito ovunque per obbedirti e guardarti le spalle quando da adulto ne avresti avuto bisogno. Adesso lei non c’è più ma io sarò al tuo fianco per sempre. Per sempre.) è quanto di più commovente ci sia e ci dà, se mai fossimo giunti a questo punto senza sapere altro, ci offre la possanza dell’affetto che Murtagh nutre per Jamie e Jamie per lui. Lo stesso Jamie che per ordine del Governatore deve arrestare il capo dei Regolatori, Murtagh Fitzgibbons. Inizia la sigla, nuova, nuovissima, che raccoglie il meglio delle stagioni che l’hanno preceduta (le gambe infangate di Claire che corre nel bosco, per esempio, del primo episodio della prima stagione) e ci aggiunge del nuovo e così vediamo in lontananza scene di quel che ci aspetterà. Dopo la consueta carrellata di nomi noti, qualcuno inatteso tra i produttori, infatti, figurano Caitriona e Sam, qualcuno non c’è più… Terry Dresbach, eccoci finalmente: un orecchino, ornamenti di perle tra i capelli rossi, mani che scivolano sul davanti di un abito prezioso, ricamato, il Cardo di Scozia e mentre la sigla, che ha una ritmica sempre diversa, ancora ci canta nelle tempie, leggiamo il primo nome: la regia dell’episodio è di Stephen Woolfenden, di ritorno dal Dr Who e da Poldark. Sviluppato da Ronald Moore e scritto per la televisione da Matthew B. Roberts, ci rassicura, la qualità è sempre alta. Perle e ornamenti e attesa sono il cuore del primo episodio della nuova serie, The Fiery Cross. Che si apre con la voce del Rosso per eccellenza, sua Maestà il Re degli Uomini, Mr James Alexander Malcom McKenzie Fraser, detto Jamie o anche Pà. (E’ gaelico? No, è solo semplice.). Che succede? Jamie fissa intensamente Roger Mac, il quale si sta radendo, lo mette in guardia, perché quel tipo di rasoi lì è pericoloso, assai. Sono quelli usati anche dai criminali, sono migliori dei pugnali, i quali servono a conficcarsi, quelli no, a squarciare, il ché fa venire in mente quanto siano affilati. La raccomandazione di Jamie per Roger non è vana, il nostro Storico non ha la mano allenata, fino a qualche tempo prima, immaginiamo, si radeva col rasoio elettrico e a parte quando manca la corrente, è decisamente meno pericoloso (non li chiamano lama tagliagole per niente!). Jamie prende la situazione in mano e inforcati gli occhiali (adoro questo gesto, il tempo è passato ma è stato clemente con Jamie Fraser, almeno dal punto di vista fisico) inizia a radere il genero. Le chiacchiere sembrano semplici, parlano dei lavori, del fatto che non siano più nel primo Ridge, ma nella casa nuova, ma se notate c’è tensione tra loro, le mosse di Jamie sono sicure, ma Roger potrebbe non esserne poi così felice. Il non detto tra loro è più che evidente e non si tratta della “gelosia” (mai capita, francamente) del padre che parla con l’uomo che si fidanza/sposa/convive con la figlia, ma di uno che ha preso il posto di Ian, di uno che non sapeva se volesse o meno crescere il figlio che potrebbe essere di un altro. E sull’altro piatto che cosa pesa? Brianna, la figlia dell’amore, quella per la quale Jamie mandò via Claire, i venti anni di separazione, averla ritrovata per puro dono. No, non è semplice il non detto. Jamie parla del nipote con una serenità che ci fa bene al cuore, a lui non interessa se sia figlio di uno o dell’altro, è figlio di sua figlia, è sangue del suo sangue e se Bree lo ha voluto, come ha fatto, lo vuole anche lui. Il nostro complicatissimo Rosso è, alle volte, estremamente semplice. Roger non sa fare nulla e come ci ricorda Claire dalle pagine del romanzo (The Fiery Cross) mentre Jamie era nato con cinturone, pistola e spada, per Roger sono cose senza senso. Tutto quel che dice di non saper fare, noi sappiamo che Jamie, invece, lo sa fare. Non tutti erano agricoltori o fabbri o cacciatori, direte voi. Ma secondo me sì. Se venivi dalle Highlands selvagge, dovevi saper cacciare, essere bravo a razziare il bestiame altrui, saper lottare, difenderti, spada, pugnale, corpo a corpo…E le prede? Non c’erano i macellai, quasi tutti le “lavoravano” da soli. Uomini e donne. Era una società assolutamente diversa dalla nostra per questo. Avevano molte più skills, abilità. Oggi noi siamo quasi “incapaci” perché compriamo tutto. Già per i nostri nonni o bisnonni non era così, sapevano cucire, fare i contadini, allevare e ammazzare gli animali, sapevano conciare il cuoio, potrei continuare eh. Torniamo ai nostri due. Ci troviamo quindi nella casa che Jamie ha costruito per Bree e suo nipote. Jamie dà a Roger l’anello che questi ha chiesto a Murtagh (che è fabbro, appunto!) per Brianna. Se Roger si stupisce (pensavo che l’avrebbe fatto di rame e ottone) è Jamie che, con una mossa decisa, un sorrisetto dolce e pericoloso, ragguaglia il genero: questo è senz’altro adatto a mia figlia! E che volevamo che fosse, di legno? Jamie non lo avrebbe permesso (e difatti rincara, mio nipote, mia figlia, potrebbe chiamarli per nome e invece no, segna il possesso) e nemmeno Murtagh. A Dio piacendo la rasatura finisce. “La casa è un posto, un luogo in cui viviamo, ma Fraser’s Ridge è molto più di questo. E’ una comunità di persone. Quando Jamie ed io scegliemmo dove edificare la nuova casa con l’aiuto dei coloni iniziarono i lavori. Uomini e donne che ci fecero sentire a casa, quando le mura della nostra nuova casa non esistevano ancora. Che rimasero al nostro fianco col passare delle stagioni, che aspettavano con ansia di mietere con noi il primo raccolto, e di partecipare al matrimonio di nostra figlia. Anche se la casa non era terminata. Stavamo lasciando il segno su questa terra ponendo le fondamenta del resto delle nostre vite.” Ed eccola qui, la nostra Narratrice in prima persona, che ci porta a volo di uccello per vedere il Ridge, le persone che lo attorniano, volti semplici, sorridenti, che si riuniscono. C’è il sole, è una festa importante. Nel libro piove da giorni, l’atmosfera è diversa. Anche l’abito di Bree, che nel libro è blu scuro, qui è di un bianco avoriato molto bello, per non dire dei ricami. Eccole, madre e figlia, che hanno iniziato il loro percorso tra telefoni e scaldabagni e antibiotici, automobili e università e adesso sono qui, nel pieno dell’America coloniale, siamo ancora prima della Dichiarazione di Indipendenza. I momenti tra Claire e Bree ci raccontano del rapporto intenso e meraviglioso tra queste due donne, sappiamo che Claire ha perso i genitori da piccola ed è per quello che è cresciuta con lo zio archeologo. Anche Claire è invecchiata, eppure resta perfetta. La donna che ha saputo varcare i secoli e tornare a testa alta. Jamie mette insieme le cose che di tradizione si danno alla sposa: qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di blu e qualcosa di prestato. Raggiunto dalla moglie può finalmente mettere fuori il suo disagio: non ha passato abbastanza tempo con la figlia. Del resto gli è mancata per venti anni. Se penso alla mia, che ha quell’età, capisco quanto si sia perso il Rosso, non solo gli eventi (i denti, la prima parola, il primo passo, il grembiulino, il cambio della voce) ma proprio un giorno dopo l’altro. La vita che c’è in venti anni. Claire conosce benissimo Jamie e sa come prenderlo, come rassicurarlo. Attraverso la musica, bellissima e Jamie e Claire che si muovono nella casa possiamo vedere squarci di quella che è una casa da ricchi, perché badiamo ad una cosa non ovvia, Jamie Fraser non è un povero contadino. Non solo sua zia Jocasta possiede metà delle terre dello Stato ma lui ha ricevuto in concessione un enorme appezzamento di terra e, conoscendolo, ha fatto i salti mortali per dare alla sua famiglia una casa più che degna. Vi invito a guardare il viso di Jamie (Sam è al solito spettacolare) che passa dalla sorpresa, all’orgoglio, alla felicità. “Te ne sei ricordato”. “Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu e sei penny d’argento per la scarpa.” I penny arrivano da parte di Murtagh che essendo un tantino fuorilegge ricercato, oggi non potrà essere presente al matrimonio della figlia di colui che lui ama come un figlio. Notiamo, vi prego, la bellezza dei colori: Sophie/Brianna coi capelli rossi, in bianco avorio, Sam/Jamie coi capelli rossi che, nel tempo, si sono schiariti, in blu/nero, la stanza illuminata dal sole, il mobile a scansie rosso con le pareti verdi, le ampolle appese, probabilmente è il posto dove Claire essicca le sue piante. Non vi sembra di esserci in mezzo? Una stanza incantevole. Jamie che mette gli occhiali per allacciare le perle al collo di Bree è un incanto. Le perle di Ellen McKenzie Fraser, che Jamie diede a Claire e Claire a Bree e adesso sono di nuovo nelle mani capaci del figlio della bellissima Ellen, cui il figlio somiglia così tanto, a partire dal rosso dei capelli e all’altezza, oltre agli occhi. Ricordiamo che Brian Fraser aveva colori scuri. Anche a quasi cinquanta anni Jamie Fraser resta il più bello tra i figli di Scozia. Ma ancora più bello è l’amore, profondo, per sua figlia. Non mi stancherò mai di difendere la scelta della non giunonica valchiria Sophie Skelton, che ha i tratti di Cait e di Sam, paradossalmente, anche se Brianna, quella dei libri, è alta quasi quanto suo padre. Il che ce la fa immaginare una specie di gigantessa coi capelli di fiamma, una di quelle donne scozzesi di cui narrano le leggende. Un altro momento commovente c’è tra Jamie (non è proprio il matrimonio che sognavi da bambina) e Bree (non proprio ma almeno non devo immaginare te) che commuove il Rosso. Pensiamoci, tutte noi vorremmo essere guardate così. (E’ una benedizione che tu sia tornata da me). Qui altro momentone: il brindisi e Bree che cita il motto di Jamie e che fa ricordare a lui, forse e a noi quando lo pronunciò lui, la prima volta (milioni di cuore infranti). Orgoglioso e felice, Jamie conduce all’esterno della casa sua figlia. I Fraser del Ridge sono qui! E’ un raduno, del resto, notiamolo, come quello al quale Bree dopo aver litigato con Roger non assistette. La prima a scendere è Claire e ci offre la visione della casa, degli ospiti, della croce celtica di rami, che si erge dietro il Rosso; la prima beatifica visione è Lord John William Grey, splendido in nero. Se penso al biondo Lord John del libro, che adoro, trovo che David Berry (lo so, l’ho detto decine di volte) sia un John Grey assolutamente mozzafiato. Inizia la discesa di padre e figlia, Claire rassicura Roger. Piccola nota polemica: il matrimonio in grande stile, molto moderno, molto glamour, con la pedana, l’arco di fiori, il pastore ecc…e mi levano il divertentissimo matrimonio tra gli alberi, con il pastore protestante e tutti loro che sorridono con l’espressione delle zucche di halloween, una delle cose più belle di quel momento. Bah. C’è anche sua eccellenza il Governatore, dall’espressione di Jamie sembra che non se lo aspetti. Mentre Claire rincuora Roger, Jamie conduce la figlia dal pastore. Roger non sa dire quanto la trovi bella e lei: si, ti amo anche io. In prima fila vediamo gli altri Fraser, Fergus e Marsali e il piccolo Jemmie, mentre nella scena sul libro è il figlio di Fergus e Marsali cioè Germaine quello che nota i sorrisi zucca di Halloween. Ci resta di quella scena la battuta di Jamie (Non posso fare di più visto che non è una Messa in latino officiata da un prete cattolico). Mentre Roger e Brianna si scambiano la promessa il nostro pensiero e quello dei due Fraser non può non tornare ad un altro matrimonio, approntato in modo del tutto diverso. La promessa, lo sguardo di Jamie a Tryon, l’eco della loro promessa, con Claire che era confusa, addolorata, smarrita, al contrario di sua figlia, radiosa e Jamie che sente le parole dentro di sé e trova sua moglie vicina, la sola donna che lui abbia mai amato al mondo. E nel sorriso di Claire al marito leggiamo in controluce tutto quel che c’è stato, dal grande assente che speranzosamente collochiamo tra le braccia accoglienti di Lucifero, ovvero sia quel cuore nero di Black Jack Randall, alle ferite di Jamie, alla notte della rinascita al monastero e la Francia e Faith Fraser e maitre Raymond e sua Maestà Louis XV e monsieur le Comte de St Germain e poi Claire che torna indietro, i venti anni lontani e così tanta vita, dolore, passione, che ci sembra quasi impossibile che si sia giunti qui. Da quel Rosso giovane e con un braccio spezzato in una capanna, in fuga, eccoci davanti ad un pastore protestante, con la figlia di Jamie e Claire (e di Frank Randall) che sposa uno dei più incantevoli figli di Scozia, Roger Mac, discendente della strega Geillis e di Dougal McKenzie. Gli sposi ricevono le congratulazioni dei presenti, la musica è sempre eccellente come lo è il banchetto, un vero banchetto di nozze. Intravediamo anche John Quincy Meyers, il mountain man che tanto è stato prezioso nei mesi addietro. Le congratulazioni arrivano anche da sua eccellenza il Governatore Tryon, il quale dopo aver complimentato il nostro Rosso, arriva al dunque. Sul libro non è lui che arriva tra gli invitati al Raduno, ma un sottoposto, che era stato prigioniero ad Ardsmuir e che si mette a disposizione di tutti, dopo che un banditore ha scandito a voce alta perché siano lì: ci sono stati dei disordini gravi, con morti e feriti e il messo del Governatore vuol sapere i nomi. Nel libro si avverte di più che Jamie è “il signore delle terre”, il possidente attorno cui i fittavoli si stringono. Qui è più slegato come concetto, come percezione è più dilatata. Tryon ha portato con sé il Tenente Knox, ma non per divertirsi, ma per la cattura di Murtagh, solo che Tryon è un uomo abile con le parole e Jamie gli è debitore. E’ il solo cattolico padrone di terre tra tutti i protestanti e se anche è stato perdonato, dopo aver scontato il castigo per la Ribellione, resta pur sempre un cattolico giacobita. Una posizione molto fragile. Germain che non vuole che lo zio gli tocchi i capelli (Grand pere, cioè nonno, dice che tutti i presbiteriani hanno i pidocchi) è un legame con la scena che abbiamo perso. Bree e Roger parlano di Jamie, che pensa che tutti i presbiteriani siano eretici e si imboccano a vicenda, sono raggiunti da Jocasta Cameron e dal fedele Ulisses. Invita Roger alla sua tenda, vuol parlargli prima di partire. Roger rimasto solo con la moglie dice qualcosa che ci fa drizzare le antenne “magari quando torniamo potremo rifarlo, sarò più preparato” perché lui intende tornare nel proprio tempo. Abbiamo visto il disagio di Bree? Iniziano le danze. Non è un matrimonio di quelli di oggi, dove se si balla lo si fa solo per una parte del tempo, qui si salta e si ride e si mangia dal mattino fino alla sera. Non vi manca il giovane Ian? Ci ho pensato, ho pensato a che cosa avrebbe fatto lui, alla sua allegria, alla sua goffaggine, al suo cuore enorme, capace di battute sciocche e di gesti incredibili. Quanto mi mancano lui e Rollo!  Una parte dei festeggiamenti è quella cui dà vita un John Quincy Meyers brillo con i giochi di parole (tanta Scozia in America!) le battute scurrili di una magnifica Marsali e Lord John che vorrebbe declamare Shakespeare e quindi quella massa di ignorantoni lo fa subito bere e i balli (è sempre estenuante in qualunque secolo!) e la musica magnifica e Claire e Bree che parlano di twist. Brianna cerca suo padre, chissà, forse per vederlo ballare qualcosa che lui non conosce o magari è in cerca di qualcosa da bere per Roger ma come dice il vecchio detto, sempre meglio non origliare se non si vogliono sentire cose brutte. Ed è quello che succede a Bree. Lord John e Jamie si concedono un po’ di tempo (lo sappiamo, vero, che John ama Jamie e che Jamie lo sa? E’ così il loro rapporto) e parlano di Willie che adesso è in Inghilterra. John offre da bere a Jamie (ne ho bisogno?) perché Stephen Bonnet, lo stupratore di Brianna nonché pirata e tagliagole e ladro è stato avvistato nella provincia. Se John si dà la colpa di non aver controllato che fosse davvero morto, Jamie è rabbioso perché il criminale scampa “sempre” alla morte. Purtroppo Brianna li sente e questo le riporta alla mente il suo stupro. Sconvolta, raggiunge sua madre, virando però su altro, non le dice nulla. Parlano di Frank (ed è il solo accenno, mentre il libro ce lo offre in apertura, con il sogno e il bacio che Claire riceve dal fantasma del marito) e di Roger. Che balla con sua suocera e Bree fa la sola cosa che dà sempre forza ad una madre: abbraccia suo figlio. L’angoscia è lì, ha preso il posto della gioia e della spensieratezza. Probabilmente anche Bree pensava che fosse morto. E questo è diverso dal libro, perché quando la prigione esplode è Bonnet che, nelle pagine del libro, porta fuori uno svenuto Lord John e dopo aver salutato Bree se ne va. Qui hanno preso una strada diversa e quindi questo “colpo di scena” ci sta bene. Ma noi che abbiamo letto la saga lo sapevamo. Nel buio della notte Ulisses conduce Jocasta ad una capanna. È quasi una piccola casa. Jocasta incontra il Re delle Fate alias Murtagh Fitzgibbons che trascorre la notte con lei. Noi ci spostiamo, per adesso, osservando come Jamie le tende delle Giubbe Rosse. Jamie culla Jemmie, assicurando che per ora lui vuol tenersi in buoni rapporti con Tryon. Perché ha molto da perdere, non solo la sua libertà. I suoi fittavoli, le terre e non da ultimo, la sua famiglia. Jamie è il laird che custodisce tutti, lo avrebbe fatto anche senza responsabilità conclamate, lo ha sempre fatto, iniziando da sua moglie (sangue del mio sangue e ossa delle mie ossa, ti proteggerò con questo corpo…e noi sappiamo, ce lo dice Claire nel primo libro, che Jamie non ha mai inteso la cosa in senso lato, ma sempre letterale). Adesso ha anche figli e nipoti. La fotografia perfetta ci immerge nella notte, ricordiamo che le luci artificiali non esistono e se non c’è la Luna è tutto oscuro, per arrivare dagli Sposi. Roger canta per sua moglie, la vede turbata ma non chiede. Le offre quel che sa fare meglio. Lui canta e questo dà il via a tutte le coppie, con la musica di Roger in sottofondo (ascoltate LOVE cantata da Sinatra, è spettacolare!) di dimostrarsi amore. Marsali sembra incinta di nuovo, dal gesto di Fergus, Jocasta e Murtagh sono incantevoli nella passione che non ha età e che è più che questo, è cercarsi e trovarsi dopo anni, una vita fatta di dolore e di buio, di lontananza e di cicatrici, arrivare ad una età in cui la società vorrebbe che si fosse spenti e darsi e ricevere amore, come la coppia anziana che si bacia durante le danze e i nostri Due che tra un urletto di Jemmie e un bacio riaccendono quella fiamma sempre viva, a riprova che il sesso è migliore se c’è amore. Su tutto ancora la notte, incantevole e incantata di danze, risate e John Quincy Meyers che cade sotto lo sguardo e il sorriso di Lord John. L’amore tra Roger e Bree, che ha quella lama che le attraversa il cuore e le rende impossibile godere di quanto c’è di più bello nella sua vita, l’amore di suo marito e la serenità di una sicurezza che sapere Bonnet vivo ha sbriciolato. Perché uno stupro non passa, mai. La paura, il dolore, l’umiliazione, la rabbia, quelle non passano. Il mattino porta la consapevolezza (un uomo non cambia, cambiano solo le sue condizioni) tra Jocasta e Murtagh. Duncan Innes, lo ricordiamo? Era in prigione con Jamie ad Ardsmuir, Murtagh era morto a Culloden. Nella serie tv ovviamente è stato in carcere anche col padrino del Rosso. Jocasta gli rivela che Innes le ha chiesto di sposarla e mentre lei spera che Murtagh dica qualcosa, magari che cambierà o che gli dispiace, lui replica che non ostacolerà la sua felicità. Sappiamo che è un ricercato e un fuorilegge, ma fa male, molto male quella mano che lascia l’altra. L’unica coppia degna di questo nome nelle Colonie, eccettuati tutti i Fraser e i McKenzie, si disfa. Qui mi permetto un momento polemico: perché far sopravvivere Murtagh, che nella saga muore in un modo in cui ci strappa il cuore dal petto attraverso le parole di Jamie, che lo racconta a Claire non appena si rivedono? A che cosa era funzionale? Tutto quel che di grande doveva fare, lo ha fatto pre Culloden. Qui come figura pensavo fosse funzionale facendogli sposare addirittura Jocasta. Ma no, torniamo nei binari del libro, ecco Duncan Innes. Quindi, Murtagh sopravvissuto, che deve per forza di cose contrapporsi alla sola persona che ama più di se stesso, ovvero sia Jamie, a che serve? A rendere drammatico qualcosa che è di per sé straziante? Non sono d’accordo con questa scelta. Adoro Duncan Lacroix e credo che il suo Murtagh sia fenomenale, probabilmente è molto fan service, la produzione ha raccolto il gradimento del pubblico e lo ha lasciato in vita. Ma per fare cosa? Per separarsi da Jamie? Andiamo avanti. C’è tempo per Lizzie di parlare con Josiah, il giovane cacciatore, che ha modo di fare una gaffe degnissima e per Jamie di proporgli di stabilirsi al Ridge, pur con una battuta sulle ragazze e una rassicurazione che per ora Josiah non le pensa nemmeno, le ragazze. Roger va a parlare con Jocasta, che con una battuta (il gallo canta ma sono le galline che fanno le uova) ci dà tutto il tono della conversazione. In poche parole, Jocasta vuole tutelare la nipote e per far sì che Roger non le alieni il patrimonio, perché con il amtrimonio i beni della moglie diventavano del marito (a differenza delle egizie e delle vichinghe antiche che col divorzio tornavano in possesso della dote e anche delle romane di età imperiale) giacché lei sa che i presbiteriani hanno un debole per il divorzio. Capiamo Roger che non ha tempo di parlare, non deve essere facile trattare con una McKenzie e Cameron e Jocasta è proprio una McKenzie fatta e finita. Vediamo Colum in lei e quella generazione di politicanti che ti giravano come un calzino. Roger reagisce in modo veemente e Jocasta è più che soddisfatta. Claire cura Josiah mentre Jamie lo vuole al Ridge. Ha bisogno di uomini. (bella la battuta sui batteri!) Jamie si riveste. Deve incontrare il Governatore Tryon. Mentre i lavori del Ridge fervono, si tratta pur sempre di una specie di cantiere abitato, sua eccellenza il governatore non sarà un fine politico ma il discorso che fa a Jamie è chiarissimo: lui è quello che lo ha beneficato e Jamie, scozzese tra gli scozzesi, deve catturare Murtagh perché sia impiccato a monito. E’ un padrone esigente Tryon. Lo sguardo angosciato di Jamie che và verso Murtagh ci porta da Roger che entra in casa sua. Roger che giura su suo figlio dichiarandolo suo agli occhi del mondo è di una dolcezza possente, che si spegne nelle preoccupazioni e nel dolore di Jamie Fraser. Il quale deve necessariamente dare la caccia a Murtagh e ai Regolatori o Tryon si prenderà tutto accusandolo di tradimento. Quando scoppierà la rivolta delle colonie contro l’Inghilterra Jamie vuole avere la fedeltà di tutti i suoi uomini, Roger compreso che, nonostante quel che dice Claire, deve combattere, pronto o meno. Se Tryon vuole uno Scozzese, Jamie gliene dà uno di tutto rispetto. Il post Culloden ha privato i giacobiti della vita, delle terre e ai sopravvissuti ha fatto divieto di indossare i colori del clan, qualunque tartan, di ogni foggia. Abbiamo quasi dimenticato quanto magnifico sia uno scozzese vestito con un kilt? Eccolo qui. Mentre lui si veste noi ascoltiamo la traccia 17 della colonna sonora della Stagione Due. E’ sui titoli finali dell’episodio 9 “Je suis prest”. Composta sempre da Bear McCreary è cantata da  Griogair Labhruidh. E’ sera quando il più bello dei Figli di Scozia si presenta in tutto il suo splendore allo sguardo pieno di amore di Claire. La sua uscita nella notte è quella di un Capo Guerra, di un Laird. Ed è questo che Jamie fa. Chiama a raccolta i suoi. Nella notte illuminata dai fuochi vicino le tende, ecco che si innalza quello della croce. Il gesto è un richiamo che nessuno Scozzese ignora. “Nelle Highlands quando un Capo Guerra si prepara alla guerra incendia una croce di fuoco. Diffonde un segnale per tutte le terre del suo clan. E’ il segnale per i suoi uomini di armarsi. Di riunirsi, di prepararsi alla battaglia. Noi siamo amici, vicini, contadini. Ma non siamo un clan. Non sono il vostro capo. Ma spero che quando arriverà il momento, voi tutti sarete al mio fianco. Non possiamo sapere cosa ci aspetta, ma non possiamo fare giuramenti solo alle nostre mogli e ai nostri cari ma anche verso i nostri compagni di arme di questa nuova terra. State al mio fianco.” Mentre la musica incalza e Jamie spera che sia Roger a fare il primo passo, c’è il primo giuramento, che è esattamente come quelli che ricevette Colum al raduno. Il secondo è Roger, chiamato direttamente da Jamie e nominato sul campo Capitano (sarai al sicuro al mio fianco). Jamie offre a quelle persone la sua parentela, la sua protezione, sta ristabilendo i legami di un clan ed è una cosa che nessuno Scozzese del tempo può non capire. Dopo un emozionato Fergus tutti si avvicinano e noi passiamo a volo dalla notte al giorno e come all’inizio eravamo a Broch Tuarach eccoci arrivare sulla cima di una rupe, Jamie e Claire abbracciati e the Fiery Cross accanto. C’è un’ultima cosa da fare, è il momento. In un verde primaverile incantevole, Jamie accanto al fiume incontra Murtagh. Ed è un incontro dei loro, battute, pathos, amore, legame. Un incontro che non ci dimenticheremo. Mai. Murtagh non accetta il consiglio di Jamie di lasciar stare tutto e aspettare la Guerra e i due si trovano su fronti opposti. Jamie che libera Murtagh dal giuramento è qualcosa che mi ha fatto un male che non so dire a parole e mentre sentivo il naso pizzicare per le lacrime, mi sono chiesta a che cosa giovi tutto questo. Murtagh sarebbe morto prima di volersi liberare da un legame così profondo. Averlo messo contro Jamie, sul fronte opposto è qualcosa che non capirò, credo. Né adesso né dopo. E’ già denso di dolori e di rinunce quello che ci aspetta. Perché anche questo? Murtagh si allontana (vattene, sii introvabile) dopo aver toccato un’ultima volta da padre proprio quel Jamie che lo piange,adesso, come se fosse morto. Piange il dolore del distacco.

Un ritorno denso, densissimo, a tratti gioioso, rude e divertente, a tratti nostalgico. A tratti doloroso. Perché se c’è una cosa sulla quale possiamo contare è che Outlander non sarà mai nulla di semplice. Ma forse a noi, dopo oltre venti anni, non piace la semplicità. Benvenuta Quinta Stagione.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

10 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 501: The Fiery Cross”

  1. prove tecniche di trasmissione!!!! Ti ho letto su facebook ora provo scriverti per vedere se riesco ad inviare. Fino ad ora non ci sono mai riuscita

  2. Ciao Carla, credo che tu ci sia riuscita ampiamente, se volevi scrivere qui. Mi raccomando <3 lascia sempre un commento, se vuoi, sotto le recensioni, dialogare con chi legge è un grande piacere. Un abbraccio.

  3. evvai…ci sono riuscita finalmente. Non ho scritto prima perchè si era “impallato” il computer…è un po’ vecchiotto come me (l’infoboy era in Ungheria ma tramite telefono “fai questo, fai quello…..ecc.” è ripartito). Veniamo ad Outlander che dopo penosa e lunga malattia è “ritornato”addirittura con 2 puntate. Mi è piaciuta la 1° puntata? SIIIIII. Mi ha commosso tanto il giuramento che Murtagh fa a Jamie piccolino (favoloso il ragazzino). Spero che la loro separazione che non sia definitiva e, come hai detto, che senso ha tenerlo in vita per poi farlo morire ora! Fra l’altro mi ero fatta il film che fosse proprio Murtagh a sposare Jocasta al posto di Duncan Innes…ma poi proprio Murtagh nomina Duncan…mah…speriamo bene!! Mi è piaciuta la chiamata di Jamie ai suoi fittavoli che fanno il giuramento al “capoc clan” con la “croce” che bruciava sullo sfondo! Sono in America ma il loro cuore è sempre in Scozia. Continua a non piacermi Roger anche come attore (vedremo in seguito).
    Un grazie di cuore a te per i tuoi favolosi commenti
    Carla

  4. Credo che sia la prima volta che lascio qui un commento,e spero di fare cosa gradita.
    Una splendida recensione.Cristina, una scrittrice brillante che fa rivivere al pieno questa prima puntata ricca di emozioni.
    A mio modesto parere,il momento più suggestivo del primo episodio è stato quello del giuramento al Laird – James Fraser,alto fiero coraggioso nel suo tartan pronto a combattere e a difendere la sua comunità, un personaggio,un uomo coraggioso, come in un poema epico.
    E’ stato per me molto commovente ed emozionante.
    Grazie Cristina Barberis.

  5. Carissima Laura, sentiti libera di commentare ampiamente, dove vuoi.
    Ti ringrazio di cuore per il tuo apprezzamento, graditissimo. Il momento in cui Jamie fà la chiamata degli uomini mi ha ricordato la prima stagione, ma eravamo dai McKenzie. Jamie che si erge a difesa dei suoi e nei suoi ci sono anche i fitatvoli, perché era compito del laird proteggerli, è semplicemente magnifico. Anche se lui non è il loro laird, ha tessuto ugualmente i rapporti come se lo fosse e questo, per lui, vuol dire onore e protezione. Incantevole.
    Grazie infinite a te <3

  6. Ciao Cristina, non mi sono fatta più sentire e mi dispiace tanto ma…qua da me, come nel resto dell’Italia, la situazione non è niente bella! Sto “coronavirus” sta destabilizzando tutto! Per me che sarei “un moto perpetuo” in condizioni normali è anche peggio!!! Guardo, ovviamente Outlander, ma non me lo godo come una volta! Sono preoccupata per mio figlio che è una “guardia giurata” ed è esposto ad un rischio non indifferente. Tutto questo mi destabilizza non poco e non riesco ad apprezzare, come dovrei nè Outlander nè i tuoi commenti che sono sempre meravigliosi…ma non riesco a commentarli con il giusto spirito. Scusami se sono un po’ sparita! Un abbraccione Carla

  7. Carissima Carla, questo è un periodo difficile, per molti più di altri ed è dura poter tenere un sorriso nel cuore. Spero che le tue preoccupazioni restino tali e che tutto vada bene, per Outlander e le recensioni c’è tempo, non c’è alcun problema.
    Pensa solo a raccimolare serenità, mi raccomando.
    Un abbraccio grande <3

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *