Recensione Outlander Episodio 409: The Birds & The Bees

Quando nel marzo del 1994 comprai Outlander, lo sapete, nella versione mutila italiana, la prima, non pensavo minimamente a tutto questo: che avrei letto tutta una saga, che negli anni avrei trovato casa tra quei personaggi, che mi sarebbero stati familiari come amici, più di qualunque altro personaggio letterario mai letto, che avrei potuto vederli e che ne avrei scritto. Non ci pensavo, avevo solo letto tutto di un fiato un libro emozionantissimo e, quando lo finii, pensai più o meno: e adesso? Adesso come farò? Mi è capitato solo per altri due libri, uno è l’ultimo della saga Tolkeniana su Il Signore degli Anelli, l’altro è “Ritorno a casa” di Rosamunde Pilcher, ambientato durante la II Guerra Mondiale. Ricordo lo sconcerto che provai, quando lessi Outlander, lasciando Jamie e Claire in ammollo nella polla naturale, in Francia, dove Jamie sta guarendo dagli abusi di Black Jack. Aspettai dieci anni, e sono lunghi, per poter trovare qualcosa di altro. E nel mentre lo lessi e ancora e ancora, credo una ventina di volte ad oggi? Negli anni i personaggi si sono evoluti, sono cambiati, come succede alle persone reali, hanno vissuto e noi con loro. Perché questa premessa? Perché quello di oggi è uno dei pochi episodi che ho desiderato tanto vedere ma anche non vedere. E il prossimo sarà un’altra ferita, ma la storia è stata scritta così e tocca seguirla. Siamo arrivati, non senza un po’ di fatica emotiva, a questo nono episodio di Stagione “The Birds & The Bees” scritto da Toni Graphia e da Matthew B. Roberts (e questo dovrebbe far già riflettere sull’importanza dell’episodio e anche sul taglio che avrà, conoscendoli) che ha la regia di David Moore (ce lo ricordiamo? Ha diretto due episodi della passata stagione, molto importanti!). Il quadro iniziale è quanto di più gioioso ci sia: un’ape sugge nettare da un fiore. Ecco, il fotogramma subito dopo ci getta nella cupezza, se speravamo di averla scampata, ci sbagliavamo. Seguiamo la discesa agli inferi di Brianna che torna in camera, dopo lo stupro. È notte, dormono tutti, probabilmente anche lo stupratore. Non Lizzie, che è in pena per Bree da quando l’ha vista sparire con Roger. La segue, la guarda, le dice che sanguina e, in quella frase, c’è tutto il dramma: il sangue che Bree perde non è solo fisico, ma emotivo, ha una ferita che nessuno potrà mai far guarire. Lo stupro resta un atto deliberatamente disgustoso, di sopraffazione, qualunque sia il motivo per cui è perpetrato, qualunque sia, è un motivo sbagliato. Non esiste mai e sottolineo mai una sola giustificazione per tanta sordida bassezza. E siccome in questa serie ci hanno abituati a ragionare, guardiamo i lividi sulla schiena di Bree: percosse, non solo dolore emotivo, anche fisico. Rifiutare aiuto, chiudersi, accartocciarsi sono i risultati di uno stupro. Quante volte ho letto: ah non hai denunciato, eri connivente…Non hai denunciato subito, mi sa che ci stavi, ti faceva comodo per la carriera…Pensiamo a tutto il movimento #metoo americano e pensiamo alla accoglienza, assurda e paradossale, avuta da noi. Quante tra voi hanno letto commenti del tipo “Se denuncia dopo tanti anni le ha fatto comodo?”. Come se, in questo Paese, ma dappertutto, la denuncia di stupro fosse una passeggiata, iniziano a farti sentire sbagliata e colpevole dalla denuncia, poi la raccolta del materiale col dna, poi la trafila della identificazione, il processo, la reiterazione della storia davanti a gente che pensa che, in fondo, te la sei cercata…Oggi, 2018. Com’era nel 1769? Ce lo racconta Brianna, con le sue lacrime, con il viso stravolto, col dolore che la piega, magistrale che sotto lo sguardo raccapricciato e pietoso di Lizzie, che è il nostro sguardo, si metta a letto e rifiuti ogni consolazione, raccogliendosi su se stessa. Perché una vittima di stupro è sempre sola, i conti col suo dolore li fa’ sempre da sola. Il mattino seguente è grigio per tutti, almeno per chi ha una sorta di coscienza, una dirittura morale, c’è poi chi convive con la propria natura e quindi di problemi non se ne pone. È presto detto, Roger, che ovviamente non è andato via, cerca sua moglie ma lo intercetta il prode Bonnet (che qui è assurto a personaggio a tutto tondo, nella saga ha una rilevanza minore, ma apprezzo la coerenza) che consuma la colazione e si dice felice di vedere Roger perché devono salpare. Tra una battuta auto celebrativa e l’altra, di Bonnet, leggiamo in sotto trama il dramma, quando questo viscido essere parla delle donne e Roger gli dà, senza pensarlo davvero, ragione e noi sentiamo dolore, perché “la sa lunga” Bonnet sulle donne, vero? Basta chiederlo a Bree. Purtroppo per Mac, non può rifiutarsi di salpare perché Bonnet lo minaccia, né più né meno, con la possibilità, nemmeno remota, di far del male a Brianna. Qui ho pensato che se Roger sapesse che cosa sia successo la notte precedente, per Bonnet sarebbe stata la fine. Noi lo vediamo carino e tutto dedito alla storia il nostro Roger Mac, ma è un uomo che non avrà timore di mettersi in gioco e sfoderare coraggio e, in più, è innamorato. Per quanto sia odioso, Bonnet è un pirata, la prossima volta che ci verranno gli occhi a cuore per uno come Sparrow ricordiamoci di Bonnet. Dopo una notte in cui chissà di che tenore possano esser stati i suoi sogni, Brianna, al sapere che è passata già la mattina, schizza fuori del letto e a nulla valgono le proteste contrarie di una premurosa e addolorata Lizzie, Brianna non ha tempo, deve salvare sua madre. Notiamo il muro eretto tra Brianna e il resto del mondo, dalla violenza subita, sarà la chiave di lettura dell’intero episodio, il dolore isola. Quando soffri sei solo. Appreso che Roger non solo sia tornato a cercarla ma è anche dovuto andar via, Brianna si getta all’esterno, con la musica che la accompagna in modo superbo, vestita interamente di verde e di blu, i colori della Prima Stagione (avete notato gli scalda collo suoi e di Claire? Li adoro!) in cerca di suo marito. Non lo fa da vittima, ma da ragazza risoluta. Nel libro Bree è alta come Jamie, praticamente è Jamie al femminile, eppure a Sophie Skelton non mancano né forza né persuasione interpretativa. Che bello lo scorcio quando lei si appoggia al ramo snudato dall’inverno, privo di foglie, con dietro uno che fabbrica una bara. Scorci di vita reale. Purtroppo la corsa di Bree non ha alcun effetto positivo e la sua desolazione nel rileggere la filastrocca nel bracciale, con lo sguardo rivolto al mare aperto è tutta autentica. Lizzie, in veste di ambasciatrice di cose buone, la raggiunge e la informa che, tra gli scozzesi del North Carolina che si fanno notare, la sera prima due sono stati protagonisti: la moglie di uno scozzese che, durante lo spettacolo teatrale, ha operato un uomo e quindi Bree non può di certo non capire che sia sua madre e che il marito scozzese è un certo Mr. Fraser. Chiaramente queste cose Brianna può avergliele dette durante la traversata. I Fraser si trovano qui e quando Brianna chiede a Mr McCabe “Avete visto uno scozzese alto e rosso?” sono scoppiata a ridere. Jamie, in due parole. Sul retro il Nostro si sta liberando e il primo impatto con sua figlia, inconsapevole, non è dei migliori ma, alla fine, anche Bonnie Prince Charlie lo trovò così, subito dopo Prestopans, vero? “Hai bisogno di qualcosa, ragazza?” e lei “Tu!” e siccome lui è sposato e fedele, la scambia per una che si vende per soldi e si rifiuta, ma Brianna gli posa una mano sul petto, per fermarlo. Il primo contatto. “Tu sei Jamie Fraser”. Si, lui, l’uomo così amato da sua madre che non lo ha mai dimenticato, non gli è mai stata infedele, nemmeno lontana. Jamie Fraser il Rosso, il famoso Red Jamie, l’uomo di Ardsmuir. Non un nome su un foglio ingiallito, ma una persona. Non ha un messaggio per lui, la rossa, lei “è” il messaggio, che proviene dal futuro: sono Brianna, tua figlia. Lei ha le lacrime agli occhi. Il momento è emozionante, assolutamente. Frank è stato suo padre e come tale lo ha amato, lo ama, ma anche questo è suo padre, che non avrebbe mai voluto mandarla via, che l’ha desiderata tanto, che ama anzi adora sua madre. Immaginiamo il cuore di questi due come batte, immaginiamo quanto siano emozionati, lei si trova davanti il famoso giacobita ribelle, lui la figlia così amata. Nel libro è più semplice per lui “riconoscerla” e Diana Gabaldon fa capire che tutti a vedere lei capirebbero chi sia suo padre, qui la differenza è stata voluta per una più forte somiglianza tra gli attori, ma Sam ha uno dei suoi momenti di grazia assoluta e passa dalla sorpresa, allo sbalordimento, alla gioia. Alla commozione. “Sono io, non si vede?” e la battuta sarebbe più calzante con una donna alta 20 cm di più, ma quei capelli rosso fuoco e gli occhi così simili sono bastevoli a far piangere Jamie di felicità. L’abbraccio è un balsamo, tra le braccia di Jamie il Rosso sparisce tutto, quante volte Claire ci si è rifugiata? La scena seguente l’ho apprezzata enormemente, che si svolga con loro due su una panchina. È estremamente importante. Così Claire, quella che davanti a mezza città che conta apre un uomo con un bisturi e lo risana, con la naturalezza con la quale un’altra cambia di calze, chiamata dal marito “Sassenach” in modo, quindi, del tutto abituale, lo vede con l’unica e ultima persona che si sarebbe mai aspettata di trovare lì. Il sangue del suo sangue, ossa delle sue ossa. L’emozione è incredibile e nel viso soddisfatto e commosso di Jamie c’è tutto quello che serve. Una veduta di Wilmington (se la cercate com’è oggi la troverete deliziosa) ci fa planare direttamente sui Fraser: Brianna mostra il pezzo di giornale che l’ha condotta dai suoi genitori, ne prendono consapevolezza e l’affermazione che lei debba andare con loro al Ridge, condita dall’orgoglio di Jamie nel presentare a sua figlia, lui che è sempre stato un fuggiasco che ha percepito a fondo la impossibilità di dare alle persone amate stabilità e sicurezza economica, la realtà attuale si specchia nell’espressione frastornata di Brianna. Non è che non sia felice, ma ha dentro un dolore così grande…Li informa di Lizzie e loro, ovviamente, la accolgono nella grande famiglia Fraser. Della stessa famiglia di cui fa parte l’impareggiabile Ian (adoro questo giovane attore, trovo che sia estremamente bravo e promettente) che appena avuto la notizia di chi sia Bree, ha quel “Quando si tratta di te, zietta Claire, so che è meglio non fare troppe domande” assolutamente grandioso. Se anche non sappia davvero la verità, credete che non si sia mai chiesto nulla? La risalita verso il Ridge è fatta a bordo della stessa chiatta della prima volta. Qui, ecco il primo frammento tenero, Lizzie che fa gli occhioni a Ian e lui che pensa si riferisca a Rollo. Adoro questi pezzi. La vita di tutti è costellata da fraintendimenti. Alcuni piccoli, come questo, altri enormi. Dolorosi come spade ficcate in gola. Letali. Claire e Brianna parlano, Roger è qui, anche se lei non avrebbe voluto. Non ci vuole l’acume di una madre per capire, da quel sorriso, che Brianna lo ami, ma Claire lo capisce e apprende che dopo l’handfasting i due hanno litigato e Brianna lo crede diretto verso la Scozia. Dopo l’abbraccio, tenerissimo, tra madre e figlia che ci dà un po’ di sollievo, precipitiamo di nuovo, lo sguardo di Brianna al nuovo anello di sua madre è una pugnalata che lei riceve in segreto. Immediatamente dopo Ian si intrattiene con sua cugina e le racconta della prima volta in cui, in quella precisa ansa di fiume, furono assaliti da Bonnet e man mano che parla, i colori della tragedia si rafforzano, fino al momento in cui Brianna può dare un nome e un cognome all’uomo che l’ha violentata: Stephen Bonnet. La reazione di Brianna, la rassicurazione di Ian “Sono certo che ora potrà infastidirci solo negli incubi” sono terribili da vedere. Non sono riuscita a metabolizzarle, assolutamente. Incubi, quell’anello di ferro disegnerà incubi nella vita di Brianna. Ma non lo getta via, ha dato tutto quello che aveva, pur non volendo, per averlo indietro. Continuano il loro viaggio col carro e a cavallo e tra lo scambio di sguardi e di battute tra i coniugi Fraser non solo veniamo a sapere che Jamie è a conoscenza di Roger e che capisca chiaramente che Brianna soffre, adducendo tutto ciò allo storico, ma che la possibilità di restare fuori di casa ogni domenica prima del 21 gennaio sarebbe poco probabile, in fondo i loro tentativi di cambiare la Storia non hanno avuto molto successo. Ian ferma il carro e come ha mostrato la vista a William, così Jamie mostra la vista dall’alto della sua proprietà a sua figlia. Brianna la trova incantevole e il suo riferimento a Daniel Boone, famoso frontiersman americano, eroe, nonostante i Nativi la pensino differentemente, della Storia Americana, ci dà l’occasione di un piacevole fermo immagine: Claire guarda divertita e innamorata Jamie, al quale ha appena detto “Ci è abituato” ai continui riferimenti sul futuro e lui le ricambia l’occhiata, mentre la figlia sfoggia l’unico sorriso, vero, peccato che lo intuiamo solo, di tutto l’episodio. Brianna prende consapevolezza del legame profondo tra sua madre e Jamie, lui resta leggermente in imbarazzo, ma in modo affatto benevolo, guardando sua figlia con dolcezza paterna. L’arrivo al Ridge ci porta non solo il conforto del fumo che esce dai due comignoli, calore e accoglienza, ma anche la vista di Murtagh. La battuta sulla difficoltà di ucciderlo mi ha stretto il cuore, nella linea temporale cartacea il caro Murtagh è morto da oltre venti anni, nella Battaglia di Culloden. Tryon vuole arrestarlo per cospirazione e quindi la mossa più saggia, e ovvia, è nascondersi da Jamie, il quale, se Murtagh volesse, gli darebbe la terra e gli costruirebbe una casa. Ah, la spia non c’è più. Murtagh Fitzgibbons meglio averlo alleato che nemico. Ma non è Ian “che si è dato da fare e ha portato due ragazze”, perché una di loro, capelli rosso fiammante, è un pezzo di famiglia: Brianna, nostra figlia… Ragazza perché ci hai messo così tanto? Durante la cena ricordi e aneddoti si susseguono su Jenny, sui numerosi fratelli di Ian e quando Brianna chiede ricordi del padre, lo chiama Jamie. Nessuno fa una piega. Murtagh racconta un divertente, si fa per dire, episodio di Jamie ragazzo e di una delle figlie di Dougal, in cui non solo viene fuori tutto il carattere dello zio McKenzie, ma anche la schiettezza di Jamie. Tutti ridono, poi, di colpo, la realtà torna a galla e Brianna si distrae, la sua espressione si fa assente. Il muro si alza, perché quando si ride e si scherza, ci si apre e, allora, arrivano anche i ricordi, altri. Di ogni tipo. “E’ bello avete di nuovo tutta la famiglia intorno al tavolo.” Dice Murtagh e noi gli crediamo. Peccato che dagli sguardi di Claire e di Jamie alla figlia si capisca che questo idillio sia solo in superficie. Claire cerca di dare una gioia a sua figlia, ha incontrato Washington (ricordiamo che cosa ha detto al marito, su Bree e il generale?) ma lei è così esausta che desidera andare a letto lo stesso. Sua madre la accompagna e noi restiamo soli con Murtagh che ci informa come fossero gli occhi di Ellen McKenzie e che si rallegra della presenza di Brianna “Hai già sofferto abbastanza…Sono felice per te ragazzo.” L’indomani il sole ci porta una vista molto interessante, zucche svuotate e lasciate essiccare, per usarle come borracce e madre e figlia che preparano le erbe. Lizzie ha la malaria e Claire la curerà, con l’erba dei Gesuiti (che altro non è che il Chinino, scoperto appunto da un gesuita). Poi la notizia che esplode in viso a Claire: Frank (papà lo sapeva) sapeva che Claire sarebbe tornata indietro da Jamie e ovviamente Claire non può che accogliere il tutto con un certo sorpreso sgomento. Frank era un uomo astuto, ha sempre saputo che il mio cuore era qui…Lo vedo anche io, capisco perché sei dovuta tornare da Jamie. La percepite la grandezza di queste frasi? Poche parole e dietro c’è un intero mondo, una saga, addirittura, in cui i personaggi si ritagliano spazi e prendono sostanza. Una battuta di Claire su quanto sia travolgente il trovarsi lì fa muovere goffamente Brianna e il cestino le cade, scatenando una reazione assai grande, sproporzionata. Nonostante Claire la inciti ad aprirsi su Roger, lei ratifica che, oramai, se n’è andato. Non può certo telefonargli no? Non è andato via, non lui. Sta ritirando la sua paga, nel Gloriana. Ma al posto degli scellini sceglie uno dei rubini che Bonnet, non si sa il motivo, ha sul tavolo. Li riconosciamo? Sotto lo sguardo amorevole e attento dei genitori e di Murtagh ecco che Brianna si adatta alla vita quotidiana li al Ridge, in un inserto pieno di pace, che francamente ho amato molto. L’occasione per parlare di Frank, con Jamie, viene a Bree da una mattina in cui i due sparano a dei bersagli. Se il tiro di Jamie è spettacolare, quello di Brianna è superlativo, non dimentichiamo che se non stanno usando il Kentucky Rifle hanno non poche difficoltà e anche in quel caso c’è da non sottovalutare il peso dell’arma, vista la canna lunga. Frank (my father) le ha insegnato a sparare in campeggio e tutti e due i Rossi osservano Claire, anello di congiunzione tra di loro. Al fiume sistemano le botti del whisky che distillano, con l’orzo dei contadini e tutti sembrano avere una strana reazione al sentire il nomignolo di Brianna. “E’ una parola scozzese che non si può tradurre” dice Jamie per tagliar corto. La notte che scende e avvolge ogni cosa ci permette di entrare direttamente nella camera di Jamie e Claire. Tra le altre cose “Bree” significa turbamento e se per Claire non c’è problema nel dirlo a sua figlia, non andrà in pezzi per questo,per Jamie invece il problema si presenta, capisce quanto lei possa sentire la mancanza di Roger. Quando pensava di aver perso Claire, la ragione della sua vita, per Jamie anche respirare era un tormento. Ma per Claire non è solo quello, secondo lei, infatti, il punto è che Brianna non vuol far soffrire Jamie nominando Frank cioè l’uomo che è stato, ed è, suo padre. Il suggerimento di andare a caccia insieme è splendido e quando Jamie và a chiamare la figlia, nel capanno, nel buio più buio del buio, dotato solo di lanterna (lui non è quel bellissimo rapace) e la vede sorridere nel sonno, esattamente come Jenny disse a Claire sul Rosso (e come Claire ha avuto modo di sperimentare, nei libri si legge spesso) sono certa che il vostro cuore si sia fermato come il mio. Quello è il marchio Fraser, quella ragazza è figlia di Jamie. La commozione non ferma Jamie il Rosso che invita sua figlia ad accompagnarlo a caccia sulle montagne. Stop, fermo immagine. Bree dorme mezzo scoperta, in un capanno, sicuramente non coibentato, con solo un braciere per riscaldamento: erano così abituati al freddo? Il mattino sorge in compagnia dell’alba (cit.) e di una nebbia che, bassa, fa da sfondo ai due Rossi, che si arrampicano lungo il fianco del monte. Vanno a  caccia di api, sissignore e mentre a Brianna si riempie il cuore di tenerezza nel sentire che cosa significhino gli appellativi gaelici che suo padre le assegna, a noi si allarga nel vedere quei prati in fiore, distese di primule e quegli sguardi, tra padre e figlia, una tenerezza di lei a lui, sul tronco, con una mela in mano (ma le mele qui sono tutte quelle di Johnny Seme di Mela? Cercate la sua storia, vi piacerà!) e un’aquila in cielo. Quella ripresa delle api e delle primule è quanto di più incantevole io abbia mai visto, non si percepisce la pace in quel ronzio? Cerchiamo di curarci delle api, sono il nostro futuro. Le api che Jamie le dice di seguire dirigono il volo ad un albero, dove hanno dei favi e l’alveare. Jamie che illustra a sua figlia il modo in cui si approprierà dell’alveare è lo spunto, magnifico, per parlare di chi non ha più una casa e non può far ritorno indietro, dovendo adattarsi a quanto possiede ora. Ci suona dentro, vero Brianna? E quando lei finisce il discorso sulle api felici della nuova dimora, affermando che lei una casa la ha, il discorso scivola ovviamente su Frank. Si sente in colpa, le sembra di averlo tradito, anche solo perché sta con l’uomo che sua madre ama al punto da non averlo mai dimenticato (chi ricorda le esternazioni di Frank sul matrimonio con Claire?). Jamie è un uomo sagace oltre che buono, non commenta, anzi, asserisce di essergli grato a Randall, anche solo per il modo in cui si è preso cura di Claire incinta di un altro e della figlia di quegli. L’ha amata, anche se non si rivedeva in lei. Ecco, lo sentiamo il cuore grande di Jamie? Come si fa a non amarlo? Beh una eccezione la ho e dopo ve la presento, ma per ora, godiamoci questo incantevole interludio. Nel quale Jamie confessa a sua figlia che ha dovuto lasciarla andare e che è felice di averla lì. Non sono il tuo tormento? Oh, lo sei, come tua madre prima di te…Ma lo accetta, perché lui è un uomo che ai legami, imposti o scelti, non ha mai voltato le spalle ed è non solo carne della sua carne, sua figlia, ma anche il suo cuore e la sua anima. Qui Sam si è superato, davvero. È un padre incantato da sua figlia. Quindi lui continuerà a chiamarla Bree e lei? Puoi chiamarmi “Pà”. Pà è gaelico? No, è solo semplice. Colpo di genio, davvero, applausi a scena aperta Rosso. Che nella scrittura dell’episodio ci sia Toni Graphia si vede chiaramente dai dialoghi, mentre Roberts ha quelle immagini, sono certa che lui c’entri e molto, che levano il fiato e quei riferimenti ai sentimenti maschili che sa narrare così bene. Il ritorno a casa sembra quello di una famiglia che si ama molto, non è così? Tra miele e sorrisi, si percepisce un amore immenso. Purtroppo però il rimpianto di non aver potuto godere di maggior tempo con sua figlia porta Jamie a non dormire, hanno deciso, infatti, di lasciar tornare Brianna nel futuro, dove, ovviamente Claire ha ragione, avrà molte più opportunità e correrà meno pericoli. Il Rosso lo capisce ma accettarlo è doloroso. Se la tenerezza dei ricordi di Jenny che guardava i figli neonati stringe il cuore e lo sguardo smarrito di Jamie anche, quello che Brianna rivolge agli uccellini imboccati dalla madre è emblematico. Le premure di Lizzie la snervano ma tratta bene l’amica, che è sempre più in compagnia di Ian, però quella mano sulla pancia, anche se fuggevole, fa capire. Raccogliendo erbe in riva al ruscello, che scroscia rumoroso, arriviamo al punto: Claire sa ancora leggere dentro sua figlia e le chiede di quanto sia. Cosa? La gravidanza, ovviamente. È una domanda gergale, di quanto sei? Di quanti mesi, in effetti. Due mesi circa. Quindi sono passati due mesi dalla notte più bella e più brutta della vita della figlia di Jamie e Claire, la quale, no, ovviamente, non ha usato precauzione. Non ha certo pensato a portare dei preservativi dietro. Lo smarrimento genuino e affannato di Claire nel momento in cui la figlia la informa che il bambino potrebbe non essere di Roger è una prova di grande calibro da parte di Cait. Come gli sguardi addolorati e persi mentre capisce, dalle accuse che sua figlia muove a se stessa, di non aver lottato abbastanza (la vittima si sente sempre colpevole) che sia stata violentata. Un abbraccio e un pianto che stavo aspettando dall’inizio dell’episodio. E piangevo, tanto. Il dolore, immenso, di una madre che non ha potuto difendere sua figlia, ci ricordiamo di quanto abbia detto a Marsali? E il pianto di Brianna che si rifugia tra le braccia di sua madre. L’orrore di Claire, in Claire, ad apprendere che Brianna sia stata violentata nella stessa notte di nozze è qualcosa che fa spezzare il cuore. Questa Attrice ha le maiuscole. Il peso che le preme sul cuore, che le fa scuotere la testa per cacciare le lacrime, quando Jamie pensa che Brianna voglia andare via, quel peso strozza anche noi: non vuole andare via, è stata violentata. Buio, luci di candele, fuco e sgomento, dolore, confusione. Violentata e incinta. E come un genius loci che spunti da chissà dove arriva il povero Roger. Lizzie a passeggio con Ian lo riconosce e, ovviamente, crede che sia lui il responsabile della violenza, ricordate il fraintendimento di cui parlavamo la scorsa volta? Le scelte sbagliate? Claire che và a rassettare la biancheria di sua figlia trova il proprio anello e non le ci vuole molto, quasi nulla, per capire che cosa sia accaduto, l’orrore è un mostro che striscia su per la schiena e afferra alla gola. Il racconto che Lizzie snocciola a Jamie è perfetto…Per la condanna a morte di Roger, incolpevole. Qui apro la parentesi che mi porto dietro da quando ho letto di questo sul libro. Ma con tutti gli espedienti che Diana Gabaldon aveva, per far incontrare Roger con Bree, proprio farlo accusare dello stupro di lei? Perché? Le chiederei questo, non se il fantasma che guardava Claire fosse Jamie, ma questo? Era necessario far massacrare di botte, e sul libro la scena è più spaventosa, il povero Roger innocente, innamorato e preoccupato? Ora, Jamie lo capisco, capisco le circostanze, capisco l’aggressione, ma, da quella volta, per me non è stato più infallibile. Il suo passo falso, per quanto ovvio e comprensibile, lo ha fatto e, capite, io avrei agito come lui, forse peggio se avessi sospettato che quel tipo sulla strada fosse il violentatore di mia figlia, ma una parte dentro di me grida per l’ingiustizia, da allora. Non mi è piaciuto e non mi piacerà mai. E l’episodio finisce nel sangue, letteralmente. La promessa che Brianna strappa a Claire, di non dire mai a Jamie, per proteggerlo, che il violentatore sia Bonnet è il colpo di grazia prima della fine. C’è una certezza: Outlander fa soffrire. Sa incantare e sa ferire.

Che dire? Un episodio che ho atteso e ho maledetto, perché come per la notte di nozze tra Roger e Brianna, prima c’è la dolcezza di una vita sognata e finalmente goduta e poi c’è il dolore di tutti quei fraintendimenti che portano ancora dolore. Roger pestato a sangue è qualcosa che mi tornerà in mente a lungo, come gli sguardi incantati di Jamie a Brianna, come l’orrore sul viso di Claire, come il terrore su quello di Lizzie. Eppure c’è ancora tanto da affrontare, ma, per oggi, fermiamoci qui. Lasciamo che le emozioni si plachino, prenderemo domani un sorso di realtà. Quest’oggi ci ritireremo come Bree, nel cantuccio, a separare il dolore dalla gioia. Perché per andare avanti e continuare a vivere dobbiamo fare come i gatti, guarirci da soli.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

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