Recensione Outlander Episodio 111: The Devil’s Mark

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Quando pensiamo ad una Strega abbiamo varie possibilità, al caldo confortevole della nostra era, una vecchietta dall’aria buffa vestita in maniera improponibile seguita da un gatto rosso o nero e magari da un corvo. Oppure una donna alta e discinta super sexy che se ne sta, chissà perché, semi nuda a fare rituali in un bosco oppure ad una di quelle ragazze che tra un i-pad e un i-phone maneggiano anche un athame, il calderone e dulcis in fundo anche la bacchetta, tracciando simboli e pronunciando formule a divinità diverse da quelle che normalmente siamo portati a considerare. Tutto molto pittoresco, tutto molto affascinante e soprattutto tutto molto sicuro! Le streghe sono state considerate per secoli il male del mondo e quando un raccolto andava a male per troppa pioggia o per la siccità, quando il bestiame si ammalava e moriva per malattie allora sconosciute, quando un bambino nasceva morto o deforme, la colpa doveva essere di qualcuno e quel qualcuno preferito era una strega, cioè una erborista, una levatrice, una guaritrice quindi una donna che osava usurpare l’autorità di tali professioni ad un uomo oppure una povera vecchia, una vedova, una donna troppo bella ma di comprovata virtù o una possidente di un bel terreno agognato dai vicini…Un’accusa e via, la strega era lì, pronta da esser mandata al patibolo. Le prove per saggiarne l’innocenza erano cruente tanto quelle che l’avrebbero ammazzata perché una volta individuata la strega, non importava se fosse innocente o meno, doveva morire! Ed è quello che la folla vuole che capiti a Claire e a Geillis.

Vi anticipo che non è stato un episodio semplice da recensire perché le cose da dire sarebbero molte ma per la stregoneria nei secoli passati vi rimando a dei testi che poi indicherò in fondo pagina.

L’episodio “The Devil’s Mark”, che è stato scritto da Toni Graphia e ha la regia di Mike Barker, ci regala in apertura l’ultimo respiro sereno, un volo di uccelli, un lago, un momento di serenità e poi precipitiamo in una fetida prigione con Claire e Geillis. E’ la fossa dei ladri, non un bel posto in ogni caso, che diventa ancora più stretta e opprimente quando Geillis confessa a Claire di aver avvelenato lentamente il marito, Arthur Duncan. Dopo una notte al freddo le due donne sono portate dinanzi al tribunale dove, tra una folla che vuole solo vederle morte, appare l’impareggiabile Ned Gowan che riesce a farsi ammettere come avvocato della difesa. La prima testimone è la ragazza che lavorava per Arthur Duncan, Jeanie, che costruisce un castello di accuse intorno alle due streghe che solo Ned può smontare con una risata. Eppure è terrificante sentire tante idiozie che oggi fanno sorridere e pensare che allora bastava così poco per fare di una dona diversa dal solito una vera e propria strega. E Salem ci insegna che qualunque cosa si dica, si ha sempre torto. La seconda testimone è la madre del bambino morto alla Sedia delle Fate, quello che Claire prova a salvare inutilmente e ammetto di aver provato un’infinita pietà per quella madre e una ammirazione enorme per la dolcezza e la sagacia di Mr. Gowan.

Sulla terza testimonianza che è del tutto sfavorevole a Geillis, la corte si aggiorna all’indomani. Claire chiede a Ned se sia lì da parte di Colum ma il povero avvocato è onesto e le dice la verità. La notte che segue è fredda ma la fiaschetta di Ned fa avere alle due condannate almeno un po’ di calore e mentre si confessano reciprocamente aspettative e segreti vi confesso che ho provato pena per Geillis e se non è mai stato un personaggio che ha riscosso le mie simpatie nel libro o in questa serie, c’è da dire che come l’hanno scritta per la tv e come la interpreta Lotte Verbeek è davvero intrigante e umanamente un po’ di empatia Geillis la desta, giacobita, innamorata e coraggiosa. Non possiamo dire lo stesso di Laoghaire. Al mattino il risveglio che Claire addolcisce con dei ricordi di quando era bambina porta la consapevolezza che potrebbe essere il loro ultimo giorno sulla terra. La prima testimonianza del nuovo giorno è quella di Laoghaire, e solo una stupida ragazzina come lei può credere di testimoniare al processo contro Claire e poi riuscire ad ottenere Jamie, ma alla stupidità non c’è mai fine. Come diceva Einstein,  due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana ma del primo non sono certo. La seconda testimonianza è di quell’allegro uomo di chiesa che è il reverendo Bain. Uno di quegli uomini conosciuti i quali si lascia in gran fretta qualunque velleità religiosa. Sembra quasi che le cose stiano andando bene, addirittura il “sant’uomo” sembra chiedere perdono di aver mal giudicato Claire e chiede alla Corte di esser mandato via ma è solo un manovra, infatti, un uomo nella folla dice che solo il demonio può indurre un uomo di chiesa  a dire quelle cose ed ecco il vero intento di Padre Bain che mentre viene dispensato da partire e torna a sedersi ha modo di lanciare un diabolico sorrisetto a Claire. Chi è davvero preda del demonio? E da qui vi assicuro che il cuore non mi ha più retto, sono stata subissata, frastornata dalle emozioni. Ned che chiede a Claire di dire che Geillis l’ha stregata come ultima chance, Claire che non accetta perché una meravigliosa donna onesta e limpida e a costo della vita non può dire una simile sciocchezza e Ned che spara dopo l’emissione del verdetto e poi, quando Claire è frustata e Laoghaire le dice quella cosa terribile, eccolo, come l’angelo vendicatore, arriva Jamie e si, ve lo dico, sono saltata sulla sedia, ero emozionata, sono scoppiata a piangere, eccolo qui Jamie Fraser che come un leone lotta per difendere la donna che ama e se anche è diverso dal libro (mi manca Donas che non amando la gente morde tutti!) questo pezzo è di un pathos unico e avevo la pelle piena di brividi e il cuore a mille e si, quanto ho amato Geillis, proprio tanto! Capisce che sono entrambe perse, Dougal non c’è, non ha fatto nulla per salvarla, Jamie è lì per la moglie e Geillis si sacrifica!

Viene portata via dalla folla per essere bruciata.

Jamie salva sua moglie, la cura ed ecco, un’altra scena di un’intensità ferina: per spiegare a Jamie, che glielo chiede, come mai anche lei abbia lo stesso “marchio del diavolo” sul braccio, esattamente come Geillis, Claire è costretta a dire tutto a Jamie.

Un uomo che se anche non capisce, accetta e in nome dell’amore e della fiducia questo ragazzo di 23 anni, che ha un cuore grande e dove c’è posto solo per un amore così immenso, crede alla moglie. Il sollievo di Claire di potergli dire tutto è inimmaginabile e lui non la crede matta e non scappa, anzi addirittura si scusa di averla picchiata adesso che comprende perché la moglie stesse tornando indietro.

Viaggiano e Jamie parla di Lallybroch e della vita che faranno, ma, in realtà, non è li che stanno andando e dopo una notte estremamente sensuale e romantica in cui Jamie invece che prendere, dona amore a sua moglie, il giorno dopo la porta al Cerchio di Pietre, perché lei deve tornare nel suo mondo, alla sua epoca e da Frank.

E negli occhi di quest’uomo che si strappa il cuore dal petto lasciando la sola donna che amerà mai, leggiamo una forza e un dolore e una dignità che altri non hanno. Che non avranno mai.

Le dice che veglierà all’accampamento perché lei sia al sicuro e così fa perché Jamie Fraser ha una sola parola.

Claire trascorre ore a capire che cosa fare e chi vuole davvero e alla fine la sua decisione è chiara.

Torna da Jamie, dall’altro uomo che ama, chiedendogli di portarla a casa, a Lallybroch. Perché capisce che Jamie è tagliato su misura per lei e lei per Jamie e non c’è modo di negare questa verità, nemmeno per l’acqua calda e gli antibiotici!

Il pianto di gioia di Jamie è meraviglioso.

Che dire dell’episodio? Fatemi lodare la bravura degli attori e del regista e anche di chi ha scritto questa puntata. Lasciatemi dire che come ho pianto e tremato e gioito in questo episodio non ho fatto con altri e so che l’emozione che ho provato voi l’avete assaggiata e spero che siate d’accordo con me nel proclamare che questa serie è bellissima e che anche con gli inevitabili discostamenti dal libro, è praticamente perfetta.

I titoli che ci sono sulla stregoneria sono moltissimi, centinaia e centinaia, ne ho trovati due particolarmente esplicativi e non troppo cruenti:

“Guida alle streghe in Italia” di A. Romanazzi e “Le streghe nell’Europa occidentale” di Margaret A. Murray.

Fatemi sapere poi che ne pensate.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

2 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 111: The Devil’s Mark”

  1. Veramente quando claire dice a jemie perché è stata presa dalle giubbe rosse lui ha ha avuto in moto di stizza e ha dato un pugno sul tronco dell’albero accanto ! Questo x essere corrette nel’osservare le scene!

  2. Mi fa molto piacere che a quasi nove anni di distanza le recensioni che scrissi sono ancora lette e commentate, cosa della quale la ringrazio Laura. Quanto al non aver raccontato frame by frame l’episodio o aver magari non considerato un aspetto o un altro, a volte è solo frutto di una semplice scelta, oppure, come spesso devo ammettere 😀 ahimè, qualche cosa mi sfugge, in virtù del fatto che sono umana e che questo episodio fu decisamente intenso, dal punto di vista emotivo. La ringrazio per la sua attenzione e spero che la serie le piaccia quanto piacque a me.

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