Recensione Outlander Episodio 413: Man of Worth

“Dove regna l’onore la parola data sarà sempre sacra.”  (Publilio Siro)

Siamo giunti al finale di Stagione, con questo “Man of Worth” tredicesimo e ultimo episodio (il gran finale) della 4, quella Americana. La mamma di ogni prosieguo. Mai titolo fu più azzeccato e se ognuno di loro ha un senso e un significato radicato all’interno di quanto racconta, così come accade per la saga cartacea, quello di oggi promette bene, anzi benissimo. Ve lo anticipo, così potrete scegliere: faremo un lavoro attento di analisi dell’episodio e alla fine daremo un’opinione (che brutta la parola giudizio!) dell’intera Stagione, perciò siete sull’avviso: se volete, potrete leggerla a più riprese o tutta di un fiato. Iniziamo dal principio, invece che dal termine dell’altro episodio, il riassunto si apre in modo del tutto diverso, con il sottofondo della voce di Lord John, nella chiacchierata in veranda con Brianna, osserviamo i punti salienti degli episodi che, più di altri, ci hanno condotti qui. Scelta indubbiamente originale, una sorta di racconto nel racconto, molto apprezzabile. Dopo la sigla, che ho amato moltissimo e della quale andrà a posto l’ultimo tassello, arriva il consueto quadro: siamo un parco pubblico, presumibilmente nel 1970 a giudicare da come sono vestiti, una donna che legge su una panchina dà uno sguardo benevolo a due bambini che giocano a “cowboys and indians”, non è benevolo lo sguardo dell’uomo, evidentemente un nativo, ai piedi del quale uno dei due bambini capitombola. Primo inserto: ha quella pietra al collo, abbiamo capito chi sia, vero? Seconda considerazione, rapidissima: chi di noi non si è mai vestito da “indiano” a Carnevale? Ebbene questa è una grave offesa per un nativo, perché ridurre a mascotte di squadra sportiva o a travestimento stereotipato una realtà viva e vera, dopo aver subito un genocidio e una conseguente deportazione nelle Riserve, con la vita attuale, il costumino di carnevale è un’ulteriore banalizzazione di qualcosa che non si è mai voluto né conoscere, né rispettare. Proseguiamo. Scritto dalla bravissima Toni Graphia e diretto da Stephen Woolfenden, avviciniamoci dal fiume, siamo a New York, nel 1770. Il villaggio di Shadow Lake è in pieno fermento: chi torna dalla caccia, chi sistema una canoa, chi gioca (altro colpo assestato all’immagine dell’indiano capo piumato che dice augh sempre sul piede di guerra!) con una specie di lunga racchetta e una palla, mentre il nostro Roger Mac è chiuso all’interno della capanna. Finalmente i Fraser sono arrivati in prossimità del villaggio e attraverso il cannocchiale di Jamie osserviamo ancora uno scorcio delizioso di vita dei nativi. Chiaramente come ogni soldato e cacciatore Jamie ha i sensi tesi e il leggero rumore lo prende per il verso giusto, perciò con quel fucile del Kentucky in spalla torna guardingo da Claire e Ian, che lo aspettano.  Non ha visto Roger ma ha capito che le sentinelle li osservano. Il segnale che i Mohawk si scambiano lo percepiscono zio e nipote, ma proseguono verso il villaggio. Accerchiati più che accompagnati, in un clima decisamente sospettoso da ambo le parti, i Fraser si dividono i compiti, Jamie e Claire vicino ai cavalli per barattare merce e Ian che in lingua irochiana (o irochese, parlata dalle tribù facenti parte della Lega Irochese tra cui i Mohawk) chiede notizie su Roger e lo fa mostrando anche il disegno che Bree ha dato a sua madre prima di partire. Vogliono barattare la merce che hanno con loro per la vita di Roger, lo rivogliono indietro. Arriva Kaheroton che pone una domanda essenziale: Perché? Vale così tanto da fare tutta questa strada? E naturalmente Ian dice la verità: è importante per la nostra famiglia. Quindi non resta che farli parlare con Tehwahsehwke. Attorniati dai Mohawk, i tre Fraser e Rollo attendono l’arrivo del Capo. Al quale è Kaheroton che spiega il motivo della presenza di quei bianchi li: cercano Faccia Di Cane. Notiamo, per un momento, l’atteggiamento dei Fraser, tesi, sospettosi, giustamente, dopo i racconti sui nativi, sebbene essi siano amici dei Cherokee che vivono nei territori limitrofi del Ridge e quello dei Mohawk, che al più è curioso. Non v’è traccia di ostilità. In nessuno di loro. Jamie poggia la merce di scambio e Tehwahsehwke ha un leggero sorrisino. Sapete quello del prof al quale inventi una storia perché non hai studiato e credi che sia la migliore e originale e lui sa che è solo una bugia, ma ti ascolta lo stesso? Perché vi dico questo? Perché ogni volta che ci misuriamo con gli altri dobbiamo, dovremmo, farlo con limpidezza di intenzioni, dicendo la verità. Questo ci fa assumere delle responsabilità. Ci rende persone migliori. Le bugie dette per uno scopo buono non esistono. Sono sempre inganni. Si può dire la verità con dolcezza o con rudezza, ma la verità ci rende liberi, sempre. Dopo l’offerta delle merci, pentole, whisky e ottime coperte, c’è un inchino doveroso. L’esordio di Tehwahsehwke è interessante “Dovete essere dei suoi cari amici.” Sembra amichevole vero? Invece è ironico e lo si capisce dal riferimento al whisky e alla paccottiglia di metallo. Non è ingiurioso Tehwahsehwke o non molto, ma ha una lunga tradizione di scambi commerciali coi coloni e conosce il valore che loro attribuiscono alle cose. Dà il permesso per il baratto, come ogni uomo che ha responsabilità non agisce subito, studia e non deve aspettare molto, nel tentativo di scambiare la propria sciarpa Claire scopre la pietra che ha al collo. Che suscita un’immediata ondata di orrore nei Mohawk. Perché? Quella è la pietra che portava al collo Dente di Lontra. Ce lo ricordiamo? Il fantasma che riporta Claire, una volta smarrita nella pioggia, al fiume dove la aspettano Jamie e le sue scarpe? È quello di cui Claire ha trovato il cranio e che presenta una otturazione in argento, segno evidente che si tratta di un Viaggiatore, esattamente come la medica. Ma chi è per i Mohawk? Non dobbiamo aspettare molto, Ian traduce lo smarrimento dei nativi, hanno reagito in quel modo non per la sciarpa ma per la pietra e non baratteranno quella con Roger, anzi Tehwahsehwke intima loro di andarsene e adesso si che i Mohawk sono davvero minacciosi. C’è una donna, che ha al lobo sinistro lo stesso orecchino di Tehwahsehwke, che non sembra essere d’accordo. Intanto in un bel giorno assolato, con River Run che sembra “Le dodici Querce” dei Wilkes (mi aspettavo quasi di vedere Scarlett O’Hara seduta tra i suoi corteggiatori) arriva Murtagh Fitzgibbons, perché la tenuta di Jocasta è un porto e un asilo sicuro per tutti, amici e parenti. L’acuta Jocasta, alla quale la messe di pettegolezzi e notizie non manca mai, quando chiede come mai Murtagh sia stato imprigionato riceve in cambio la verità o una sua sosia, in fondo non è prudente per il padrino di suo nipote dirle che più che alleato sia il capo de I Regolatori. Lei non eccepisce, se non sulla proverbiale capacità di Murtagh di finire nei guai e lo consiglia di non restare a lungo nel medesimo posto. Alla replica del nostro sul fatto che sia lì per badare a Bree, Jocasta dà assicurazione che loro se ne prendono più che cura, solo che Brianna non esce mai dalla stanza, quando lo fa legge, disegna o resta sotto il porticato e guarda, assai più incline alla mestizia di quanto fosse con Lord John presente. Piccolo spaccato: perché non c’è? Si trova a Lynchburg per affari, tornerà presto almeno per preparare il proprio matrimonio con Bree. Questo dà vita ad un gustoso e pungente scambio di opinioni dal quale Jocasta esce vittoriosa. Brianna, intanto, ha il suo da fare. Phedra le controlla la posizione del nascituro e la rincuora, con la sua solita grazia. Un appunto: ma la pancia di Brianna è sembrata finta anche a voi? A partire da me e poi spaziando su altre, amiche, conoscenti, di donne incinte ne ho viste e praticamente non hai un cuscino dal punto vita al pube, hai una rotondità che parte dallo stomaco, le mani di Phedra non sarebbero dovute andare così attorno alla pancia, come se stesse valutando l’imballaggio di un pacco. Ma è una mia opinione, ci mancherebbe. Proseguiamo. Claire ha chiaramente dedotto che dietro la reazione di Tehwahsehwke ci sia una storia da comprendere ed è contraria alla probabile spedizione notturna di Jamie per salvare Roger. Questo non è Fort William, dove minacciare Black Jack con un’arma scarica, ma un villaggio pieno di guerrieri in gamba. Jamie non vuole desistere, per onorare la promessa fatta a sua figlia. Mentre preparano il bivacco, qualcosa non và. Dei guerrieri sbucano dagli alberi e Jamie ne atterra facilmente uno. Sono capeggiati da Wahkatiiosta, la donna che non era d’accordo con Tehwahsehwke. Vogliono la pietra, Claire tenta di barattarla, misurano le forze, poi Claire le chiede il nome e Wahkatiiosta lo rivela, dando seguito alla domanda di Claire sul motivo per il quale la pietra di Dente di Lontra sia così importante. Wahkatiiosta inizia a raccontare: prima della sua nascita arrivò un uomo che non disse da dove veniva ma dell’epoca in cui viveva, si chiamava Tawineonawira, Dente di Lontra. Incitò i Mohawk a combattere e uccidere i coloni, tutti. Dopo essersi dipinto il viso, danzò per la guerra e partì e molti si unirono a lui. Tornò con scalpi di “bianchi” e molti al villaggio si arrabbiarono temendo la vendetta dei soldati. Il nonno di Wahkatiiosta, che era capo a quel tempo, intimò a Dente di Lontra di andar via, per non nuocere al villaggio. Quegli si nascose nella foresta, lo sentivano parlare da solo, pensarono che fosse posseduto da qualche spirito malvagio. Dente di lontra tornò al villaggio ancora e ancora, bandirlo non bastò più, così lo legarono ad un albero, dopo avergli dipinto il viso di nero, in segno di morte. Al mattino dopo era sparito, lo inseguirono per giorni e mentre lo uccidevano continuava ad ammonirli, contro i coloni “Sarete dimenticati. Le Nazioni degli irochesi non esisteranno più. Nessuno racconterà le vostre storie. E tutto ciò che siete sarà perduto.” Lo decapitarono ma nonostante ciò continuavano a sentirne la voce. Il capo attuale, all’epoca era un giovane guerriero, prese la testa e la seppellì molto molto lontano. Qui Claire ha la certezza, se mai le fosse servita, che Tawineonawira è esattamente l’uomo del teschio. La pietra e il teschio si trovavano vicine, Wahkatiiosta lo sa, Claire come può? Mentre la guardiamo carezzare cranio e pietra ecco che Wahkatiiosta riferisce che si narra che chi possiede la pietra ha la facoltà di predire il futuro della sua gente, come andrà a finire e che lo spirito di Dente di Lontra accompagni chiunque la tenga. Alla domanda di Wahkatiiosta se le sia apparso, Claire non ha esitazioni: sì, le è apparso durante una tempesta nella quale si era persa. Ritiene che i fantasmi appaiono solo per le storie degne di essere raccontate, ricordate, e i messaggi degni di essere trasmessi. In altri tempi i rossi capelli di Jamie si sarebbero rizzati a sentir parlare di fantasmi, da bravo scozzese, ma questo assai prima di sapere chi sia davvero sua moglie. Che cosa è un fantasma dinanzi ad una donna che viaggia avanti e indietro nel tempo? Ricordate la sua reazione la prima volta che lei gli spiegò il marchio dell’antivaiolosa? C’è stata tanta strada da allora e quel che c’è stato rende sicuro il tono col quale chiede a Wahkatiiosta se lei creda che Dente di Lontra avesse ragione. Secondo la donna ne aveva, era venuto per mettere sull’avviso la sua gente. La pietra secondo lei permetterà ai Mohawk di vedere. Claire, da brava donna pratica, fa un accordo: se Wahkatiiosta li aiuterà a salvare Roger, loro li aiuteranno a preservare la memoria dell’uomo che combatté per il loro futuro. Se la nativa li aiuterà, la pietra sarà loro. Piccola digressione: mentre Wahkatiiosta raccontava ho provato una pena immensa per Dente di Lontra, per quel suo viaggio indietro nel tempo che lo avrebbe condotto, secondo i propri propositi, a sterminare gli invasori e far si che nel 1970 nessun bambino bianco potesse vestirsi da “indiano” come se si vestisse da astronauta o da cavaliere o da Zorro. Il suo è un sogno irrealizzabile, non solo perché come dice Balla coi Lupi a Uccello Scalciante, i bianchi arriveranno in gran numero, come le stelle del cielo, quindi è impensabile che Dente di Lontra potesse davvero riuscire, se non altro per la quantità spropositata, oltre a tutto il resto, ma ci fa riflettere sul fatto che nella Storia nessuno, a partire dalla povera Cassandra in poi, che profetizzasse sventure future sia stato preso in considerazione. Mite o feroce che fosse. Anche Geremia profeta fu maltrattato dai suoi, eppure parlava in “nome di Dio”. Forse non vogliamo sentire che potremmo finire male, così invece di metterci riparo, preferiamo sotterrare, a volte letteralmente, chi ci parla della nostra fine. E’ un atteggiamento ottuso e ci sta portando, basta considerare le notizie attuali, verso una destinazione che non piacerà a nessuno di noi. Siamo ancora in tempo. Sta a noi. Nella calma di una quiete serale Murtagh si intrattiene con Brianna, nel salottino di River Run. Dopo esser stato rassicurato dalla Rossa che né lei né Lord John andranno veramente in fondo alla faccenda matrimoniale, la domanda su Bonnet ci porta a sapere che dal proprio quasi perdono al pirata la nostra Bree ha tratto abbastanza pace e quando Murtagh le chiede se lei pensi di poter perdonare anche Jamie, per il bene di entrambi, quel “l’ho già fatto” detto con un sorriso dolce allarga il nostro cuore esattamente come al padrino. Scivolano silenziose e immerse nel buio le canoe dei guerrieri portati da Wahkatiiosta, nove persone in tutto, compresi i Fraser e Rollo. Non una truppa, la prudenza non è mai troppa. La bellezza della notte, il fiume placido, il rumore delle pagaie ci trasmettono una quiete incantevole. Prima che succeda tutto. Messe al sicuro le canoe, il gruppetto condotto da Wahkatiiosta giunge silenzioso al villaggio, vi prego di notare quelli raccolti attorno al fuoco, immersi nel canto, le sentinelle, poste ognuna accanto ad un fuoco e le luci leggere che si posano sui corpi, disegnandoli tra ombra e chiarore. Una maestria di fotografia, non c’è che dire, grande produzione. Stordita la guardia davanti la capanna di Roger, Claire e Jamie entrano. La sorpresa di Roger nel vedere Claire e quel “sei tu” rivolto a Jamie mi hanno strappato un sorriso ma anche di più lo scambio di vedute sul numero di salvatori intervenuti (ti aspettavi l’intero clan McKenzie?) che testimoniano che lo spirito pungente scozzese è sempre vivo. Purtroppo la fuga è intercettata dal guerriero con la giacca blu e nonostante la preghiera di Wahkatiiosta, quegli spara per dare l’allarme. Si scatena la caccia agli uomini, tra grida, tensione e colpi, in cui nessuno risparmia le forze, da Claire che sostiene Roger a Jamie che combatte come se fosse a Culloden o a Wahkatiiosta che non arretra, in questa battaglia tra Mohawk e Scozzesi contro altri Mohawk, impeto, furore, rabbia, angoscia, eccitazione, ostilità e coraggio in battaglia: tutto deflagra fino all’abbattimento del Rosso, che resta da solo a fronteggiare troppi Mohawk. Kaheroton sta per sparargli, quando Claire grida (Pace! E’ finita) e non viene sparso sangue. Riflettiamo su questo, per favore: abbiamo già visto che i Mohawk sono “spietati ma con onore”. Non sono sanguinari, Dente di Lontra è stato ucciso dopo innumerevoli volte in cui era stato cacciato via dal villaggio, il missionario francese solo dopo essere stato implorato più volte di battezzare la bambina, adesso Jamie non è ucciso. In altro frangente e da altra mano sarebbe morto. Quanto di nostro mettiamo addosso a chi non conosciamo e lo temiamo e lo combattiamo in nome delle nostre paure? Il mattino porta lo sdegno e la rabbia di Tehwahsehwke. Rimprovera a Wahkatiiosta di aver riportato tra loro persone bandite dal Consiglio (il Capo è una derivazione di matrice colonizzatrice, quasi tutte le nazioni Native decidevano in collegialità, quando giunsero i colonizzatori gli imposero di farsi rappresentare da una persona sola, ecco il “Capo” che per molti Nativi all’inizio non aveva alcun senso.) la decisione di Wahkatiiosta ha provocato violenza e distruzione ed essendo Mohawk è soggetta ad essere bandita dal villaggio. Ai Fraser però non viene ascritta una colpa, ma a Dente di Lontra si, di aver portato “dolore e disarmonia” e quindi possono portare con sé la propria pietra e andare via. Jamie ringrazia ma chiede Roger. Non c’è stato uno scambio equo, per Tehwahsehwke e quindi Roger resterà lì. Jamie non può permetterlo, ha promesso, sul suo onore, che avrebbe riportato Roger a Brianna. Si offre al posto dello storico. Ovviamente Claire è sconvolta, deve esserci un altro modo…Non c’è le ratifica suo marito, quello sempre pronto a sacrificarsi per tutti, la incita a prendere il genero e portarlo dalla figlia e chiede a Ian di parlare dello scambio al Consiglio, di convincerli. La percepiamo la tensione? Il terrore di Claire? Perdere suo marito, per sempre, perderlo, per riportare l’uomo amato da sua figlia, indietro? Che avreste fatto al posto di Claire? Jamie, però, non potrebbe mai e poi mai rinunciare a lei (Tornerò da te Sassenach), alla donna che adora, quindi cerca di rassicurarla sul fatto che scapperà. Durante il bacio pieno di passione e con la musica che racconta assai più delle immagini, Ian ha contrattato e Tehwahsehwke accetta, a nome di tutti, l’offerta. Roger viene riconsegnato, Jamie è pronto, lui è un uomo d’onore, si avvia ma Ian lo blocca: resterà lui, è giusto così, sono liberi di andare e mentre Roger guarda Ian come l’avrei osservato io, quegli chiede anche scusa, col cuore che gli trabocca dagli occhi. Jamie ritiene che sia una mossa coraggiosa e astuta, gli propone di scappare appena potrà e lui tornerà a riprenderlo ma Ian è inflessibile, resterà con i Mohawk. Perché gli ha dato la sua parola. È un uomo d’onore (questa accezione oggi ci fa pensare ai mafiosi che se ne fregiavano, lo schifo dello schifo, mentre in realtà l’onore e la parola data erano e sono dei punti fermi nella vita delle persone oneste e, appunto, onorabili). Ian non vuole infrangere la promessa, anche Jamie ne ha fatta una a Bree e per quella avrebbe rischiato la propria vita. Qui, lo sapete che non lo nascondo mai, piangevo tipo anime japanese. La commozione di Jamie (come posso andarmene senza di te?) e la determinazione di Ian (devi promettermi che te ne andrai e non tornerai mai indietro. E’ una mia scelta) e l’abbraccio materno di Claire, nel quale Ian si stringe, lo sguardo consapevole di Roger sono incantevoli, di più, sono perfetti. Questo episodio non ha risparmiato nulla, ha calibrato le leve dei nostri sentimenti e ci ha fatto trillare come campanelli al vento di primavera. E, se non basta, arriva quel momento in cui la cognizione di sé e di chi siamo sboccia. Per il Giovane Ian, un meraviglioso, impareggiabile, incantevole John Bell, classe 1997, arriva quella luce che gli illumina i propri tratti, che gli fa riconoscere se stesso. Una volta suo zio (all’inizio, prima di partire col battello per River Run, attorno al tavolo, nella locanda di Wilmington) gli disse che sperava di vederlo diventare un uomo valoroso ma Jamie non lo fa terminare “Non hai idea di quanto tu lo sia già” e lo abbraccia. Cuimhnich, dice Jamie. Non dimenticare. Chi sei, chi sei stato, la tua famiglia, le origini. Cuimhnich. Rollo che resta lì è il sancire che, si, è vero, Ian rimane lì. Altre lacrime! Metterò fazzoletti in conto alla Starz. Un inchino e nella musica meravigliosa (ma vogliamo dirlo che questa serie ha musiche stupende?) che spezza il cuore e lo ricompone con una leggerezza di cui abbiamo assoluto bisogno, Jamie e Claire portano via Roger sotto lo sguardo di Ian, che è diventato uomo. La notte non scende solo a New York ma anche a River Run. Sorseggiando whisky (e non quel piscio di cavallo che chiamano rum) Jocasta e Murtagh discutono sul futuro prossimo di Murtagh che vuol tornare da I regolatori e alla fiducia del padrino del nipote, la vedova replica con sufficiente superiorità, ma per Murtagh se la causa è buona preferisce combattere che veder soffrire la brava gente. Secondo lui Mrs Cameron, vivendo nel lusso e nella tranquillità di River Run, ha perso il polso della situazione dell’esterno. Secondo lei sono entrambi vecchi e dovrebbero mettersi alle spalle battaglie e altri problemi, sono venuti nel Nuovo Mondo per avere una nuova chance. La differenza è che Jocasta lo ha scelto, Murtagh è stato deportato. La discussione si fa accesa, Murtagh chiede a Jocasta di riflettere sulla sua possibilità di influenzare le persone che contano e Jocasta si sente usata, manipolata, addossa a Murtagh l’accusa di voler tramare. Volano parole grosse, Jocasta asserisce che Murtagh non le sia mai piaciuto perché aleggiava su Leoch come una grossa nuvola di pioggia, comportandosi da scroccone lamentoso. Fino a che il whisky gettato da Jocasta sul viso di Murtagh mette fine a ogni discussione. Il sole non è mai stato così gradito, dopo una notte di sicura tensione da parte di tutti, quando, ecco il colpo di scena: Murtagh e Jocasta hanno passato la notte insieme. Piccola parentesi, non me lo aspettavo, ovviamente, ma calcolando che Murtagh dovrebbe essere morto, qualunque cosa succeda che lo riguarda è per noi sempre un’assoluta novità. Quel che mi ha colpito è il loro essere imperfettamente perfetti insieme e l’intesa e la chimica che ci sono tra i due personaggi, si percepiscono, molto ma molto chiaramente. Inoltre ho apprezzato lo spezzare un tabu: la sessualità non è e non sarà mai, con buona pace degli ipocriti e di chi si scandalizza, affare solo della gioventù, dal momento che è il manifestarsi dell’affettività, perché i cosiddetti “anziani” non possono godere di una regolare vita sessuale? Siamo troppo condizionati da un mondo che ci vuole giovani, giovani, giovani e ad ogni costo, botulino, plastiche, manipolazioni, menzogne, ore di massaggi…Per che cosa? Perché altrimenti siamo classificati come “vecchi” e quindi improduttivi. La nostra società basa il valore di un essere umano su quanto sia produttivo, quindi, al diavolo se ha esperienza da vendere, conoscenza della vita e sia una risorsa, via, si pota, si taglia, non deve più amare, fare l’amore, godersi i sentimenti, deve fare la nonna, le crostate, i pannolini, e “ma hai mangiato?” a ripetizione e lui? Occhiali, giornale e senza seccare, sulla poltrona, un peso al più. Ci stiamo mostrificando (scusate il neologismo) e non ce ne rendiamo conto e quindi, in questa ottica, que viva il sesso tra Jocasta e Murtagh. Jocasta non vuole che Murtagh vada, se ci saranno problemi li affronteranno, insieme. Dopo anni di solitudine, relegata dalla propria cecità e dalla propria condizione di donna di una “certa età” ma ricca a restare sola o a scegliere un tipo qualunque da sposare, per non morire davvero sola, Jocasta qui fa una scelta che, forse non porterà davvero a termine, è molto coraggiosa. Alle ortiche i benpensanti. Loro due abbracciati, sul letto, con le luci e le ombre che li racchiudono in uno spazio del tutto privato, sono quanto di più bello si possa vedere nel dare uno schiaffo all’ipocrisia di chi classifica e settorializza. Se i pensieri di Claire e Jamie sono tutti per Jenny e per come lei accoglierà la notizia che quel figlio che è stato rapito ed è arrivato nelle Americhe con lo zio, adesso è un Mohawk, quelli di Roger sono del tutto diversi e alla irrequietezza che fa da spina dorsale al Giovane Ian contrappone una rabbia vulcanica che erutta come il Vesuvio, di colpo e senza preavviso. Dopo i primi colpi è proprio Jamie che sa di meritarlo, in un certo senso e lascia che Roger lo percuota con tutta la ferocia, la rabbia e la disperazione che ha covato dentro per quei mesi. Nel medesimo momento anche Ian deve affrontare dei colpi, quella prova che Roger ha affrontato. Le percosse che Ian schiva, con un’agilità degna di un ballerino, Jamie le prende tutte, non si sottrae e se Ian procede, schiva, para, ma poi dopo essersi difeso cade, colpito dai bastoni, Jamie continua a subire gli attacchi inferti da Roger, con una ferocia che è la stessa che ha animato Jamie quando lo ha quasi ammazzato. Il Rosso è un uomo d’onore, sa di avere sbagliato e accoglie la punizione. Personalmente ero lì che saltavo sulla sedia e pensavo: Ok Mac, adesso basta, davvero! Poi mi è tornato in mente il pestaggio omicida di Jamie e ho provato a resistere. Ian che getta la polvere negli occhi, che scavalca alla “cavallina”, che passa sotto le gambe, usando l’astuzia, la mente, non una forza che non può avere, arriva in casa base, salvo sui piedi del Capo. Il quale, ovviamente, lo alza “Ti sei dimostrato degno. Sarai uno di noi.”. Lo sguardo sorpreso e smarrito di Ian che si accende di euforia, tra le grida dei guerrieri, il sorriso di Kaheroton e la stessa sfrenata, irruente, impossibile da contenere, euforica felicità del giovane scozzese, costituisce il miglior lenimento alla ferita di averlo perso. Prima dell’inizio di Stagione c’era qualcosa che mi rifiutavo di ricordare, la cattura di Roger si, lo stupro di Bree, ma poi qualcosa a tema nativo che non volevo rammentare, fino a quando tutto è tornato a galla. Il sacrificio di Ian è qualcosa di incredibile, uno di quei bocconi amarissimi che la saga ogni tanto ci propina e che difficilmente vanno giù senza lacrime a dargli strada. Quel sorriso mi ha ripagato di anni di pena, davvero. Bravo, bravissimo John Bell, promette bene, davvero. Sotto lo sguardo di riprovazione di Claire i due hanno finito. Jamie si alza barcollando di dolore. Ma come si dice in gergo, con linguaggio parlato, non è finita qui. Roger vuole sapere. Li ha mandati Brianna? Si. Dov’è? Al sicuro, con la zia di Jamie in North Carolina. Arriva il doloroso momento della coscienza, ancora. Roger ha, ovviamente, creduto che Jamie lo picchiasse perché Brianna gli aveva detto cose terribili sul suo conto. Jamie, però, non posa nemmeno un granello di polvere sulla figlia, si accolla, giustamente, tutto il peso della decisione presa. Allora perché? C’è stato un terribile fraintendimento! Un equivoco, Claire? Si. La resa dei conti. Claire si inginocchia accanto a Roger (vestito all’indiana, con quei lacci rossi a tenergli su i calzoni, con la pelle che fa capolino tra camiciona e cosce, quindi, diciamo, poco igienici) e lo informa che Brianna sia stata attaccata. Come attaccata, che vuol dire? Vuol dire che dopo che hai abbandonato mia figlia, è stata stuprata. Per questo ti ho picchiato, pensavo che fossi stato tu. Le più scozzesi, rosse, rudi scuse/accuse che io abbia mai sentito. La rivelazione che lo stupratore sia Bonnet lascia Roger (bravissimo Richard Rankin) assolutamente attonito. Se gli fosse comparso davanti Godzilla non avrebbe avuto, credo, la stessa reazione. Bonnet? Si, lo conosce, era il capitano della nave con cui è arrivato. La rabbia di Jamie, adesso, esplode, dov’era Roger quando Bree subiva lo stupro? Roger lo colpisce e Jamie lo avvisa che reagirà se lo farà ancora. Roger se n’è andato perché glielo aveva chiesto lei, la moglie. Era tornato da lei e, nonostante fosse stato costretto a reimbarcarsi, voleva che Bree fosse salva nel tornare attraverso le pietre, motivo per il quale si fece pagare con quei rubini al posto delle monete. C’è un nuovo pezzo della rivelazione. Nel momento in cui Roger sembra calmarsi e asserire che desidera portare Bree in salvo, attraverso il cerchio di pietre che ha scoperto, Claire è costretta a dirgli che Brianna sia incinta e che per quando torneranno a River Run avrà partorito. Lei non può passare attraverso le Pietre con un bambino. Ma lui sì. Il Rosso non si smentisce mai. Lo ha picchiato per sbaglio, si è fatto picchiare, ma ancora non crede che, davvero, Roger sia la persona adatta per sua figlia. Il lucido, crudo dolore col quale Roger, aiutato da Claire, arriva alla conclusione che il bimbo potrebbe non essere suo è un piccolo capolavoro di bravura di Richard Rankin. Se qualcuno ancora nutre dubbi sulla capacità di questo Attore di fare suo il personaggio dello Storico può guardare un’altra serie. Perché di questa ha capito poco. Roger deve decidere: torna da Bree accettando tutto il pacchetto, anche che il bambino possa non essere suo ma di Bonnet o no? Il Rosso è implacabile e mentre Claire tenta la via della conciliazione ragionevole, Jamie è lì che sta per scoppiare. Non appena Roger afferma, poveraccio, che questo, tutto questo è troppo, per lui, ecco che “Il Grosso Scozzese del ca…” (cit Roger della saga cartacea) esplode: “per colpa tua ho perso una persona che amo. E mia figlia non ha bisogno di un codardo. Preferirei che mi odiasse per sempre piuttosto che lasciarti di nuovo spezzare il suo cuore.” Qui possiamo solo restare in silenzio, per un momento, a contemplare l’amore di quest’uomo per una figlia che non ha visto crescere, che non conosce così bene, ma che è quella per la quale ha rinunciato ad avere vicino la donna che adora pur di salvarle la vita. Potrebbe amarla di meno? Inoltre la sua giustizia, il suo senso dell’onore, gli impongono di soffrire lui ma non di far soffrire. Questo è Jamie Fraser, signore e signori. Ma Claire non è da meno, dopo che calma suo marito, ingiunge a Roger di schiarirsi bene le idee: “perché è nostra figlia, quindi sarà meglio che tu ne sia sicuro.” Mi sono immedesimata nei panni di Roger e ho provato a percepire l’ondata di protezione, amore e durezza che quei due lì, i Fraser, hanno innalzato come un fortino attorno alla figlia. Ho provato un senso di vuoto. Perché anche Claire, che è sempre stata amichevole, sa essere dura. Basta toccarle Brianna. La quale, assistita da Phedra e da Jocasta e da Lizzie, partorisce. La scena è assolutamente piena di pathos e un applauso a Sophie Skelton è più che meritato. Solo una domanda: perché diamine non hanno aspettato? Bree partorisce a Fraser’s Ridge, con la cura di sua madre, con l’appoggio di suo padre, mentre attende, novella Penelope, che Roger torni da lei. L’averla inserita qui, come se l’episodio di per sé non fosse già ricco di colpi di scena è stato, secondo me, una mancanza di riguardo. Se anche non avessi letto la saga percepirei, come percepisco, uno strappo: chi meglio di Claire avrebbe fronteggiato la situazione? Una che opera un’ernia inguinale come niente fosse in mezzo al foyer di un teatro? Mi ha lasciato un po’ delusa, l’unica occasione in cui una figlia vuole sua madre vicina…E la parte dei genitori la assolve Murtagh, che passeggia davanti la porta della stanza della figlia di Jamie. Jocasta, premurosissima, informa Brianna che è madre di un maschietto sano e forte, gli ha contato personalmente dita delle mani e dei piedi, e che sarà da scegliere con oculatezza la data di nascita ma all’interno del matrimonio. Bree accoglie il figlio con una tenerezza che fa pensare a quella di Claire con lei, lo stesso sorriso, lo stesso sguardo innamorato, solo che allora il padre certo era rimasto al di là di una cortina invalicabile come il tempo e quello putativo si era preso cura di una figlia non sua, adesso, invece, il padre non è certo e occorre che ci si prenda impegno di questo bambino. Ma, permettete, davvero, di farvi notare Brianna con il figlio in braccio, Jocasta da un lato e Phedra e Lizzie dall’altro, sembra un’immagine da iconografia sacra, Madre con Bambino tra Sante. Non prendetemi per blasfema, ma ogni donna che partorisce, ogni donna che può alzare la propria creatura tra le braccia non ha nulla da invidiare a nessuno ed è, al pari, creatrice e datrice di vita. È una splendida mattina estiva e luccicante di vita quella di due mesi dopo, con Brianna che ha vicino Murtagh (immaginiamo che nel mentre lui abbia continuato la sua relazione con Jocasta) a vezzeggiare il piccolino, ancora senza nome. Una felice Phedra dà notizia che persone a cavallo abbiano attraversato i campi dei Campbell e che si stiano dirigendo verso la tenuta e che una tra questi sia Claire Fraser. La gioia di Brianna si trasforma in amarezza e in dolore e con il pianto che le preme la gola, si avvia verso sua madre, guardando poi suo padre, perché è a lui che ha chiesto Roger e lui la rassicura “E’ vivo” e Claire spiega “Gli abbiamo detto tutto.” Il che fa pensare , quindi, che Roger abbia scelto di non tornare, sospettando che il bambino possa non esser il proprio. Un incontro desolato, in cui non c’è spazio per baci o abbracci, a nessuno, non solo a Jamie, ma nemmeno a Claire. Brianna resta col figlio tra le braccia, sola. Phedra che parla con gli sguardi a Lizzie, possiamo quasi indovinare l’argomento della sotterranea discussione e quando Claire chiede come si chiami suo nipote tocca a Jocasta spiegare che non ne ha uno giacché aspettavano Roger McKenzie. Claire và da Brianna e Jamie si attarda col padrino: Bonnet? Murtagh narra succintamente l’accaduto e quindi ci si attesta sulla morte del pirata. Alla proposta di Claire di portarla via, assieme al figlio, e di tenerli curati e custoditi e in famiglia su al Ridge, Brianna accetta, lasciandosi cullare, letteralmente, guardate il movimento che esercita Claire con le braccia. Non ha più forze, ragazza ancora, si rifugia nel sicuro alveo delle braccia materne. La sera stessa, a cena, Brianna scende per mangiare coi genitori, Jocasta e Murtagh. È un’atmosfera tesa, ma che fa ben sperare. La partenza è per il giorno seguente, Jamie ringrazia di cuore Jocasta per tutto quel che ha operato in loro favore e mentre Claire la invita a far loro visita, ricevendo una specie di promessa, guardiamo Brianna che piega i propri abiti. Davanti una finestra. Sarò cinica, ma a che serve stare lì se non per vedere Roger che arriva? E, infatti, ecco che lo storico a cavallo si avvicina alla tenuta e sua moglie, che lo vede arrivare, si invola per le scale e divora correndo la distanza che la separa da lui. La scena è, di per sé, incantevole, stupenda. Piena di emozione, così perfettamente orchestrata che strappa un sospiro di sollievo. Ma perché così? Perché qui? C’è un’intera nuova stagione in cantiere, nella quale poter trattare l’argomento senza dargli una spinta per far rotolare gli sposi uno accanto all’altro, quasi come a mettere il suggello sulla loro storia e rassicurare noi. Non siamo bambini che non possano reggere l’attesa, mi sarebbe piaciuto qualcosa di meno affrettato, lo confesso. Pur trovando l’intera scena, il bacio, i “ti amo” e il riconoscimento, da parte di Roger, di suo figlio come proprio davvero commoventi. Di per sé, presi a se stante, sono splendidi. Ma nel contesto li ho trovati affrettati. La gioia dei due sposi però viene turbata dall’arrivo di Red Coats. Non sono qui espressamente per Murtagh, che è messo in salvo da una premurosa Jocasta, anzi, cercano Jamie Fraser. Gli consegnano una lettera di Sua Eccellenza il Governatore Tryon. Il quale, in data 4 giugno 1770, chiede a Mr Fraser di radunare e guidare un esercito per combattere I Regolatori e la prima missione è quella di dare la caccia e uccidere il fuggitivo Murtagh Fitzgibbons. Si spengono le luci in sala, cala il sipario, applausi, signore e signori la quarta stagione termina qui. Così.

Nel ringraziarvi tutti e tutte sentitamente di esser stati con noi permettete che spendiamo due parole ancora: sulla bravura di John Bell, un Giovane Ian davvero impareggiabile, l’ho amato, tantissimo, gli auguro una brillante carriera, ovunque. Sulla ricostruzione del villaggio, degli usi e della vita dei Mohawk di questa epoca, incantevole a dir poco. Su Jocasta Cameron, portata in scena in maniera egregia, adoro questo personaggio e temevo di vederlo non al suo meglio, con piacere sono stata smentita. Su Bonnet, che sui libri è tutto un altro tipo di maledetto farabutto e qui è ad un passo che oscilla tra follia e lucidità e che è stato, però, reso in modo perfetto senza eccessi e ammiccamenti fastidiosi. Sulla vita di una piantagione retta sugli schiavi, che avevo potuto osservare solo su pellicole ambientate cento anni dopo o poco meno. Sulla struttura di una città coloniale del diciottesimo secolo, Wilmington, e su quanto la sostiene e sui suoi abitanti. Un plauso enorme ai costumi, come sempre superbi, alla musica, da sogno e alla coppia più bella del mondo, Jamie e Claire, con un Sam e una Cait al loro meglio, assolutamente convincenti, affiatati, innamorati, pieni di complicità, un’eterna e consapevole luna di miele. E sulla seconda coppia davvero molto bella, Fergus e Marsali, due che ho trovato in grado di reggere sulle giovani spalle il peso del confronto con quelli maggiori in età e di uscirne vittoriosi. A Bree e Roger, due che hanno molta strada da fare ma che ne hanno iniziato il viaggio con coraggio e speranza (bravissimi gli attori!). Ultimi ma non per importanza, Murtagh, che non sarebbe mai dovuto esser qui, ma che oramai c’è e avrà di sicuro un peso non da poco nella stagione veniente, bravo, bravissimo Duncan Lacroix e Lord John, con un David Berry in grande forma, che resta il migliore personaggio secondario di tutti i tempi, con un carisma, una bellezza morale e una piacevolezza come persona che superano di gran lunga chiunque altro. Che resta da dire? Grazie di cuore per la pazienza, la fedeltà e l’apprezzamento che avete dimostrato e che sono parte integrante del motivo per cui siamo qui a goderci, vivere e recensire ogni singolo episodio, ancora, con voi. Alla prossima Stagione, arrivederci.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

2 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 413: Man of Worth”

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