Recensione Outlander Episodio 406: Blood of My Blood

Emozione, emozione, emozione. Il riassunto di questo sesto episodio “Blood of My Blood” mi ha catapultata indietro, con mio sommo piacere, a contatto con personaggi che amo visceralmente e la sigla, con quel nome, David Berry, ha fatto il resto. Insomma, ci siamo, eccolo qui, il nostro John. Nostro, per affetto, rispetto e quel pizzico di riconoscenza all’attore, perché lo incarna alla perfezione. Scritto da Shaina Fewell e diretto di nuovo dalla brillante Denise Di Novi, il che vi porta a capire la qualità di questa Stagione, ha come quadro iniziale un serpente che viene estratto da un buco. Interessante, non credete? La nostra idea di Natura è antisettica, tutto pulito, spolverato e una passata di lucido, mentre la Natura è altro da noi e meno male, mi viene da dire. Al Fraser’s Ridge si lavora, il Rosso, in maniche di camicia, sfoggia tutta la sua complessione fisica spavalda, alla sua età, nel segare la legna e, si, si, si, il mio cuoricino ha esultato, cavallo e cavaliere, uno più bello dell’altro, in blu, ecco quel gentiluomo di John Grey. Solo cappotto e stivali di John valgono un applauso corale alle costumiste. O quel suo sguardo alla schiena e alla figura di Jamie che taglia la legna e, poi, il saluto. Mentre si parlano c’è più che cordialità, c’è affetto. Profondo. Da tutte e due le parti e un abbraccio lo avrei gradito, ma Jamie è delicato, sa che cosa provi John per lui e, quindi, si astiene e John? Beh lui è un galantuomo fatto e finito. Il primo colpo di scena, anticipato dal riassunto, è che il piccolo William è con John. Il figlio di Jamie. Quello donato a Geneva Dunsany. Jamie scrive regolarmente a John e lui prende come pretesto il voler vedere queste terre splendide e l’avere degli affari in Virginia (La Virginia è più a Nord, John!) per incontrare Jamie. Con la delicatezza di sempre, John evita un primo incontro diretto tra Jamie e suo figlio (pensiamo che questo Uomo ha due figli e nessuno dei due lo ha mai chiamato padre, entrambi fortunatamente cresciuti da bravi padri, non hanno goduto dell’amore del Rosso). Nella nebbia di una mattina fredda di autunno inoltrato Claire prende acqua dal fiume. La aiuta Murthagh. Se osserviamo i loro abiti ci rendiamo conto che non sono ricchi ma nemmeno straccioni e, seppure semplici, sono eleganti, nell’essenzialità stretta di un vestire che fa della necessità virtù. Claire cerca di convincere Murtagh a restare, la sua presenza rende Fraser’s Ridge una vera casa, ma il padrino ha la forgia da mandare avanti se vuol pagare le tasse. Due dei migliori tra i Regolatori stanno presentando una petizione al Governatore Tryon per chiedere di abbassarle. La discussione però è interrotta dalla voce di un ragazzo. Ce lo ricordiamo piccolo, paffuto e volitivo. Eccolo cresciuto, ben vestito, capelli e carnagione tipicamente British e quel pizzico di zigomi sporgenti alla Fraser. Ottima scelta del casting. Sì, si tratta di William. Claire lo aiuta a rimuovere le sanguisughe dalle gambe e quel “voglio mio padre” ci trattiene un sorriso sulle labbra. In quel preciso momento i suoi due padri parlano proprio di lui, nel calore accogliente di casa Fraser. John avvisa Jamie che probabilmente William (insiste per essere chiamato William, ora!) potrebbe non ricordarsi di lui e Jamie ammette che sia un bene, l’affetto deciso e poco corretto, dal punto di vista delle regole sociali, di un futuro lord verso lo stalliere scozzese non è certo cosa da sbandierare. Alla domanda di Jamie su Isobel guardiamo il dolore sul viso di John, che passa dal sorriso contento per esser stato invitato al Ridge al rammarico e al vuoto di quella perdita. (David Berry è eccezionale, poche persone, come lui, sanno far salire negli occhi tutte le emozioni.) Era una madre eccezionale per William (era un’anima così gentile) e una moglie devota per John. Erano amici, lo ricordate? Lei e John, molto amici. Si son voluti bene sinceramente e il loro matrimonio è stato, al paragone di troppi altri, escluso quello dei nostri due, uno dei migliori: rispetto, affetto e complicità. L’entrata di Claire e l’espressione di John sono da manuale, incantevole lo sguardo di lei, sorpreso, eclatante quello di lui, diviso tra contentezza e quel pizzico di inevitabile rammarico. Ma se vogliamo notare gli sguardi, quello che vince la tenzone è quello di Jamie a suo figlio, sangue del suo sangue: commosso, orgoglioso, emozionato. Apro una piccola parentesi: Blood of My Blood, lo sappiamo da dove deriva. Ma qui è usato, a parere mio, in modo più ampio e più profondo. Sangue del sangue è William per Jamie, ma anche per John che lo ama come un padre, sangue del sangue è Claire per Jamie, è Murtagh per Jamie e il contrario. Diventa una espressione che permea l’intero episodio e man mano ve lo porterò in rilievo. Jamie osserva suo figlio ma il ragazzo non batte ciglio, non lo riconosce. John riconosce Murtagh e si complimenta di come lo trova, poi quando chiede al figlio di salutare anche Jamie, giustamente il ragazzo fa notare di non conoscerne il nome e quel “che impudenza da parte mia” di John è semplicemente delizioso. Avvolto dall’atmosfera ha dato per assodato che William sapesse. Ed egli sa, ma nel profondo, ancora non si sveglia quella parte di sé. Padre e figlio si inchinano, spettacolare la somiglianza, di capelli, di occhi, di tratti del viso, pur nelle dovute differenze. Claire osserva Jamie e non c’è in quell’occhiata né rimprovero né altro, ma solo attenzione, per capire che cosa provi suo marito. Quell’uomo la cui paternità è stata negata duramente. Una volta che Claire e William sono fuori, John chiede di non rivelare a William le circostanze in cui sono venuti alla reciproca conoscenza e se questa è un’azione gentile da parte del lord, Murtagh da par suo non evita la battuta salace e Jamie gli fa notare che è grazie alla gentilezza di John che lui sia vivo. Il padrino non può che convenirne. La cena è un piccolo capolavoro di tensione e di emozioni represse, che rischiano di scoppiare fuori, come vino troppo giovane. Giungono da New Bern, il governatore Tryon è un vecchio amico londinese di John, ha offerto a John William Grey e a suo figlio ospitalità nel nuovo palazzo. Ian non c’è, a John dispiace giacché avrebbe conosciuto volentieri il ragazzo per il quale i Fraser hanno attraversato l’oceano, si trova a caccia coi Cherokee. Questo ci dice tante cose, la più evidente è che l’amicizia e il rispetto tra i Fraser e i vicini siano profonde, nessuno và a caccia insieme se non si fida reciprocamente. La menzione del palazzo del governatore punge Murtagh, che non risparmia la propria opinione sulla destinazione dei soldi delle tasse per una nuova dimora di Tryon, per quanto possa essere stabile ed elegante. Claire adombra la stessa possibilità e Jamie lascia lì una parola o due ma è chiaro che ci siano due schieramenti: scozzesi da una parte, coloni americani a ogni effetto, e inglesi dall’altra, i colonizzatori, quelli che hanno il potere. (Per quanto vi prego di passarmi il termine colonizzatori, in quanto anche Jamie e gli altri lo sono verso i Nativi). I toni potrebbero farsi vivaci, si parla di Regolatori e il punto di vista di John possiamo pur comprenderlo, se non accettarlo, perché Murtagh è un leader dei Regolatori. Ma non che questo impedisca a John, nell’ottica di ordine e stabilità, di avere ragione: si tratta niente di meno della stessa ottica degli austriaci verso i nostri patrioti nel risorgimento. Chi li chiamava terroristi (o gli Zeloti per i Romani) e chi patrioti. C’è da rilevare che qui non c’è una popolazione asservita, i Nativi hanno combattuto ma sono ancora liberi, ma dalla parte degli asserviti stanno precipitando proprio i coloni e la schiavitù e la repressione verrà proprio da un solo nodo, stretto, scorsoio: le tasse. Inique, ingiuste, pesanti. Paradossalmente se il peso delle tasse fosse stato minore si potrebbe ipotizzare che il 4 luglio del 1776 sarebbe rimasto solo un giorno come un altro, le Colonie sarebbero rimaste colonie e oggi non avremmo gli Stati Uniti come li conosciamo. Hanno combattuto sì per la libertà, e ne hanno fatto uno dei cardini della loro Costituzione, ma la libertà dall’oppressione non in nome di una religione o del colore della pelle, ma dalle tasse. Eh si. Tasse, soldi. Perché Giovanni Senza Terra resta nella Storia come uno dei sovrani inglesi più imbelli? Perché il confronto con Riccardo Cuor di Leone è troppo soverchiante? Anche, ma anche perché le tasse con le quali strozzò la popolazione inglese furono la miccia che lo condannò, per sempre, come avido e ignobile. Torniamo ai tempi dei nostri. Murtagh definisce il governatore pericoloso e irragionevole e John racconta di un episodio occorso ad uno sceriffo da parte dei Regolatori, ma non c’è nessuna esplosione, Jamie e Claire smorzano i toni e Murtagh saluta ed esce. William và nella latrina, accompagnato da Jamie e Claire resta sola con John. Vederle quella blusa rossa addosso mi riporta ai tempi di Parigi, vent’anni prima, eppure le dona assai più una semplice blusa di quel sontuoso vestito, adesso è finalmente a casa. I cavalli si agitano e Jamie li calma parlando in gaelico e, di colpo, la memoria sopita di William si sveglia. No Jamie non è lo stalliere stavolta ma il padrone, alla domanda sul motivo per il quale non abbia detto a William che si conoscevano, risponde con un sofferto “non lo so” che ci porta a pensare che ammetterne la conoscenza avrebbe scatenato l’arrivo di altri fantasmi. Will non ammette di avere il serpente intagliato ma solo di esser troppo grande per i giocattoli. La conversazione tra John Grey e Claire Fraser non è leggera, ma lei non ha mai nascosto di avere a cuore gli interessi del marito, contro chiunque sia e se dà allegramente della spia a John e quegli si disimpegna da par suo, quel che resta a noi addosso è, forse, un non detto, più sotterraneo, la sentite l’elettricità? Vogliono entrambi Jamie, ognuno che tenta di averne un po’, dall’altro. Claire è, ovviamente, in posizione di vantaggio, ma la deviazione di John nel viaggio verso la Virginia è chiaramente un indizio anche troppo palese del suo profondo desiderio di rivedere l’uomo che ama. Ha ragione Claire, il fatto che Will rammenti Jamie è notevole, ma lo è anche più e nel senso del tutto emotivo la reazione che Jamie sente di poter confessare a Claire, la comprensione di lei, il profondo amore che lei ha per lui e la mancanza di gelosia nei confronti di una possibile rivale, che non c’è mai stata, o di acrimonia verso un ragazzino, “colpevole” solo di essere figlio dell’uomo che ama. No, Claire è una donna incantevole e Will è, per lei, solo un ragazzo che merita rispetto e amore.  Jamie soffre che suo figlio non rammenti almeno qualcosa di quel rapporto durato sei anni, Claire lo consola. E noi godiamo di questo amore, incontestabilmente eterno, tra i due. Qualunque cosa accada pensano, vivono, agiscono per il bene dell’altro, dell’altra. Murtagh non gradisce che Jamie, il suo Jamie, il sangue del suo sangue, abbia così stretti rapporti con il carceriere di Ardsmuir e Jamie non gradisce che il padrino possa farsi giustizia da sé ed esser imprigionato. Se Claire sospetta che John sia una spia del governatore, Murtagh chiede esplicitamente a Jamie di spiare le intenzioni di Tryon attraverso Lord Grey. Jamie rifiuta e lo fa, a suo dire, per non dover mettere Will in una brutta posizione, giacché è amico di John e alla domanda, lecita, del motivo di questa amicizia e di quel riguardo verso un ragazzo che ha perso due madri, Murtagh capisce che Lord William Ransom, nono conte di Ellesmere è di fatto figlio di Jamie. Alla ovvia richiesta di tenerlo per sé, il padrino ricorda al Rosso che lo ha sempre fatto, pensiamo alla provenienza di Claire, alle vicissitudini giovanili di Jamie e scivoliamo, poi, accanto al calore del fuoco, nella scena intima e quieta di due amici che giocano a scacchi. Lo hanno sempre fatto, anche a Helwater, ma la prima volta fu ad Ardsmuir, quando John fece capire a Jamie che cosa provasse e Jamie lo respinse, duramente. Le ricordate le lacrime sul viso di John, attonito, con lo sfondo delle fiamme? John vince e Jamie gli fa assaggiare il proprio whiskey che, a giudicare dalla reazione dell’Inglese, dovrebbe essere forte come la morte. La domanda che John elargisce a Jamie, in virtù della loro amicizia, non è senza conseguenze: è soddisfatto della sua vita? Sicuro, ha una casa, un lavoro onorevole, la moglie al fianco e dei buoni amici e la certezza che il figlio è accudito e al sicuro, non desidera altro e, nel momento in cui lo dice, lo sguardo si colma di rimpianto. Il mattino seguente John mostra i sintomi del morbillo, Jamie lo ha avuto da bambino, Murtagh lo ha contratto, vi invito a notare che sono rimasti vivi e in salute, Claire è vaccinata e il solo in pericolo è William. Claire consiglia di tenerlo lontano per sei giorni, così che quando tornerà il padre sarà guarito. O. O morto. E questo risolverebbe lo stesso il pericolo. Will non vuole andare via e Jamie lo convince a modo suo e quel “voi signore siete un villano” è una perla, inglese sino al midollo nelle parole, Fraser nei modi. Jamie lo avvisa, mentre attraversano la proprietà, di tenersi sempre al di qua delle lettere sugli alberi, che segnano il confine tra il territorio di sua Maestà Re Giorgio III e i Cherokee. Ovviamente il ragazzo ha in sé la spocchia dei colonizzatori, perché è stato permesso agli indiani di restare? Così Jamie gli rammenta che, prima, quella terra era la loro. Sono importanti questi momenti, ricordano anche a noi che la convivenza civile è preferibile a qualunque altra cosa. Ho adorato il momento in cui William esprime la sua ammirazione per la visuale dall’alto del Ridge, esattamente come suo padre, che lo guarda con la luce negli occhi. Sono molto simili, vero? Anche la scelta dell’attore, azzeccatissima e quanto è bravo! Purtroppo per John le cose si fanno sempre più pericolose. Il discorso tra lui e Claire scivola su Isobel e quando la medica chiede, in modo del tutto impertinente, a John se Isobel fosse contenta di essere una sorella per il marito, la replica di John (non dovete essere una donna semplice con cui vivere) è quanto meno franca. C’è un rapporto di rispetto e stima ma anche di scontro, tra loro due, tra Lord John e Claire, fondato sul comune oggetto del loro amore. John si difende ammettendo di essere stato un marito adeguato, sotto ogni aspetto, per Isobel e di credere che Claire sia invidiosa del tempo che Jamie ha trascorso con John e William. Claire, che è una donna che di colpi ne ha sopportati tanti, gli rivela che lei e Jamie hanno una figlia, Brianna, che nonostante John non desiderasse esser offensivo, ha insinuato che lui e Jamie hanno diviso cose che lei e Jamie non hanno diviso. La domanda che gli pone, però, ricorda anche a noi che non è una persona con la quale il vivere sia semplice: perché portare qui Will e rischiare che lui capisca che Jamie sia suo padre? Per permettere a Jamie di vedere il figlio è la difesa di John o per permettere a John di vedere Jamie è l’attacco di Claire. Quel che John dice a Claire lo condivido, in toto, è una donna straordinariamente diretta, né circospetta, né reticente, chiunque altro avrebbe usato modi e tempi diversi per carpire la verità, non lei. La difesa di Claire, non l’ho scelto io, di essere così, ci sono nata è lo stesso peso che John porta su di sé. Non ha scelto lui di essere “diverso”, di amare un uomo, di non poterlo avere…E’ nato così. Jamie e Will pescano, in riva al fiume, nel territorio del Ridge. Da bravo gentiluomo Will pesca con la mosca, il tempo infantile dell’usare un verme per esca è passato e notiamo quanto lo dica con una certa presa di distanza e se Jamie ragguaglia noi sul metodo di pesca dei Nativi, segno che ha trascorso del tempo con loro, è la maniera degli Highlander che procura loro la cena. Il mattino dopo, tra i resti di una nevicata e l’aria fredda che si condensa davanti alle bocche dei due, un cervo sembra mettersi in posa perché William lo cacci. Ma è troppo distante per il fucile, Jamie glielo fa notare e non solo, gli impartisce anche una lezione di etica: non si spara per far soffrire, ma per uccidere. Dritto al cuore. Il colpo parte, successo. Ma Jamie ha modo di impartire un’altra lezione, che a noi arriva direttamente da Outlander (La Straniera, in edizione italiana) in cui Jamie ci mette a conoscenza che non solo si spara solo per sfamarsi (ma si ringrazia lo spirito dell’animale morto che, con la sua vita, permette alla nostra di continuare). Questa è etica. Ed è comprensibile nel diciottesimo secolo. Oggi, francamente, no. Il padre spiega al figlio il motivo della preparazione del cervo appena morto, ma quando cerca di togliergli il pugnale perché “troppo giovane” ecco che Will reagisce esattamente come avrebbe fatto suo padre. Notiamo il “fumo” che si sprigiona dall’interno del cervo, che ha una temperatura notevolmente superiore a quella esterna, tocco di notevole realismo da parte di chi cura la serie. Ben fatto. La cena che sembra allegra vira decisamente verso il drammatico, basta un commento di Jamie su un vecchio detto di suo padre che a William salgono le lacrime, teme per la vita di John. Addossa a Jamie la responsabilità di tutto quello e posto che non possa raggiungere Lord John perché troppo buio, preferisce piangere da solo, senza cercare la consolazione di nessuno. Chi ci ricorda? C’è tanto di quel Fraser in questo ragazzo…E Jamie? Jamie che sa di esserne il padre, che lo ama teneramente da padre? Lo comprende e capisce la giusta richiesta di Will di voler vedere John. Quello è l’unico padre che conosca. Lo sguardo pieno di amore e di pena, di Jamie, quando lo copre è da applauso. Come da applauso sono tutte le scene in notturna. Questa serie ha un livello tecnico pregevolissimo. John peggiora, il morbillo è devastante su di lui. La febbre alta non lo fa delirare ma di sicuro gli toglie quei freni inibitori che l’educazione e la signorilità gli hanno fatto da bussola sino a quell’istante ed è in una scena assolutamente intensa e drammatica che John confessa a Claire non solo di non aver provato nulla per la morte di Isobel, che pure gli era cara, ma di esser arrivato lì solo per vedere Jamie, di provare fastidio nel vederlo con Claire e quando questa gli chiede come mai lo abbia fatto, dal momento che, ovviamente, non avrebbe mai potuto averlo, John le confessa che, invece, quella possibilità ci fu e anche il come andò. Claire resta addolorata, ma non offesa. Amo questa Donna. Jamie che dorme come una sentinella sopraffatta dal sonno ha un colpo al cuore quando, cercando suo figlio, in una mattina fredda e incrudita di verde e di grigio, lo trova che sta pescando come un nativo si, ma nella parte di fiume dei nativi. I quali non tardano ad arrivare e a far valere le loro ragioni. Ovviamente Jamie si frappone, prima cerca di restituire il pesce, poi si offre volontario quando gli rendono noto che la pena è pagare col sangue. Blood of My Blood. Jamie asserisce di essere il padre di William e quindi il sangue che dividono è lo stesso, perciò che prendano lui. Ma William è proprio figlio di suo padre, non è un vigliacco, contrattacca e con una decisione e un coraggio che gli rendono onore, basta notare come lo trattano i Cherokee, si offre al posto di Jamie. E il sangue? No, non lo uccidono, lo feriscono, gli prendono “il sangue” che ha come significato profondo la persona stessa, probabilmente. Un po’ come il “battere il colpo” dei Lakota contro i nemici. Una prova di coraggio. Quello che William lascia andare nel momento in cui i Nativi si allontanano e quello stesso che suo padre loda, con un profondo, grato, orgoglioso sentire. Il sentire che addolora John, però, mentre fa le sue dolentissime scuse a Claire, in quel quieto tepore domestico, al riparo da ogni sguardo, nel calore della casa, col fuoco che arde, non è motivato dal saperlo con Claire, questa è una realtà che ha accettato, ma è la soddisfazione sul viso di Claire che lo ferisce. Una espressione che lui non è mai riuscito a provocare in Isobel. Claire sa che cosa voglia dire amare una persona e non esser capace di renderla felice, perché non si è quella “giusta” per chi si ama? Oh si, lo sa bene, ha amato Frank Randall pur senza mai essere riuscita a renderlo felice, proprio perché non era quella adatta a far ciò. Da donna incantevole e sincera quale è, la Nostra, confessa a John di essere invidiosa del tempo che lui e Jamie hanno diviso, giacché lei e il Rosso sono stati divisi per venti anni. Si, John lo ama ancora, che Dio lo perdoni. Ma se Dio lo perdonerà o meno, non lo sappiamo, di sicuro Claire non gli porta rancore e lo consola, John ha William, che è sangue del sangue di Jamie. Ed eccoli padre e figlio che fanno ritorno a casa Fraser. Stretti in un abbraccio, sul medesimo cavallo. Visto che siamo in clima di confessioni, anche William ha bisogno di sapere come mai Jamie, il giorno in cui lasciò Helwater, non si girò. La sofferenza si percepisce dallo sguardo, dalla voce incrinata di pianto. Le ferite dell’infanzia ce le portiamo addosso per sempre. La risposta del Rosso è semplice e perfetta: non si è girato perché se lo avesse fatto non sarebbe stato un addio definitivo, avrebbe dato false speranze, come chi ci saluta mentre si allontana, per aprire la strada di un altro incontro. Il sorriso di William, sollevato e consapevole, diventa un balsamo per tutti. Semplicemente incantevole l’abbraccio tra John e William e lo scambio di battute di Jamie che complimentando John per come ha allevato Will, gli dà in pieno la propria gratitudine. John lascia a Jamie la propria scacchiera da viaggio, così che insegni al nipote a giocarci, che sia profeta quest’uomo? O solo poco informato? E mentre William si congeda molto elegantemente da Claire, Jamie augura ad entrambi buona fortuna, con la moglie che, un istante dopo, controlla che non soffra troppo.  E’ a Jamie che William indirizza il proprio sguardo da sopra la spalla. Un modo per dire: tornerò. Finalmente soli, non c’è Ian, non c’è Murtagh, non c’è nessuno che possa loro impedire di godere dell’intimità voluta, i Fraser si concedono coccole, a modo loro. Jamie lava letteralmente sua moglie, che fa le fusa come una gatta. “Non mi serve un anello per sapere quanto mi ami”. Il rammarico di Claire nella perdita della fede nuziale è concentrato sul possibile cruccio di Jamie. Ma il Rosso è pur sempre un uomo meraviglioso e che fa? Sorpresa! Ricordate il candelabro che Jamie consegnò a Murtagh? Serviva a questo, a forgiarne un anello nuziale, splendido, per Claire. E finalmente ecco il vero anello, quello del libro, quello che Jamie darà a Claire, non l’altro, che è prettamente della serie tv. La sposa con l’anello d’oro di suo padre, quello col rubino, ma sarà questo che Claire avrà al dito. Questo, con motivo celtico e con la scritta Da mi basia mille di Catullo. Mentre l’intimità e la passione tornano tra i Fraser, finalmente soli, noi ci mettiamo da una parte, in attesa.

Episodio tra i più commoventi della Stagione, con un crescendo di emotività che ha pervaso e permeato tutto, episodio di ritorni, di legami mai spezzati, di promesse mantenute, di inaspettate vicinanze, ci prende per mano e ci conduce esattamente all’arrivo più atteso. Sapete di chi sto parlando, vero? Menzione d’onore a David Berry, perfetto, così come al giovane Oliver Finnegan, assolutamente bravo.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

2 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 406: Blood of My Blood”

  1. Ma lo vedo solo io oppure lord grey quando parla con jemy lo mette quasi a un bivio suo figlio o claire magari andando insieme a lui ! Lord grey è veramente un’illuso e subdolo non riesce o forse non vuole vedere l’amore assoluto x claire !

  2. Quando lord ghon confessa a claire che jamie si era offerto in cambio di fare da padrino a williams non sa che se avesse accettato lo avrebbe reso indegno di essere tutore del figlio e Chissà magari lo avrebbe anche ucciso scoprendolo inadatto al ruolo!

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