Recensione Outlander Episodio 310: Heaven and Earth

Ogni volta che mi guardi nasco nei tuoi occhi” (Jorge Riechmann). Eccoci giunti al decimo episodio della Terza Stagione “Heaven and Earth”. Avvincente è dir poco, ma gustiamolo, con calma, morso dopo morso questo episodio giocato sul filo del dovere, dell’amore e delle soluzioni impreviste. Dopo il consueto riassunto, che ci svela in parte le fila di quanto stiamo per vedere, ecco che non c’è il solito quadro, l’immagine cardine di ogni episodio. Ma un inserto che ho apprezzato molto, anzi, moltissimo. Siamo a bordo dell’Artemis e mentre sappiamo che Claire sta per essere “legalmente rapita” dal Capitano Leonard sulla nave da guerra Focena, a bordo del brigantino le cose sembrano tranquille. Per tutti ma non per Jamie, che in coperta aspetta il ritorno di Claire. Fergus ha una piccola sorpresa per Marsali (un pout pourri, parola passata nel linguaggio comune per indicare una mescolanza di cose, ma qui nello specifico è un insieme di scorze di frutta e di parti di pianta per procurare qualcosa di profumato alla ragazza) di cui rende conto a Jamie ma tutto precipita: la Focena sta partendo, con Claire. Jamie corre sul cassero, toglie il cannocchiale di mano al marinaio, dà ordini, cerca di prendere in mano la situazione, ma il Capitano Raines lo ostacola. “Quando il Capitano di una nave con settantaquattro cannoni vi chiede un medico, voi glielo date”. Questo è il punto cruciale, quando precedentemente Jamie e Claire non erano stati d’accordo con l’operato del Capitano avevano potuto opporsi. Qui Jamie, nonostante ci provi, non può nulla e la prima scena di tensione sale su crepitante: spade, pugnali e pistole ad un colpo, che si sguainano e si alzano, chi contro il Rosso, chi contro il capitano Raines. Ma Jamie deve capitolare, anzi il capitano lo fa mettere agli arresti sebbene non ai ferri e la scena in cui lo portano di sotto mi ha colpita, un leone portato via da due iene, avete notato il marinaio piccolo alla destra di Jamie? Un colpo e sarebbe saltato via, ma il Rosso è un soldato, non un suicida e, soprattutto, rivuole sua moglie, che vede andare via col Focena. Adesso arriva la sigla, ritmata, calda, assolata e piena di quella luce caraibica che sta illuminando il nostro viaggio. Scritto per la televisione da Luke Schelhaas e con la regia di David Moore, ci dà in questo momento il quadro: uomini che spaccano i barili ed esce liquore verde. Vi ricorda qualcosa, vero? Nel libro è diverso il tragitto di quel barile e quel corpo farà una fine del tutto imprevedibile. Ma qui si è scelto di usarlo per muovere le fila. Il meraviglioso mattino assolato e ventoso, che spinge il Focena, possente vascello da guerra britannico a tre ponti e con settantaquattro bocche da fuoco funzionanti, non è così gradevole per chi pulisce il ponte né per gli ammalati che stazionano in gravissime condizioni al di sotto. Il signor Jones non è il solo tra i presenti ad avere qualcosa da ridire sui metodi di Claire ma il nostro giovane Mr. Pound è lì che la difende e le fa da portavoce. Una donna a bordo è segno di sfortuna per chiunque, a quei tempi, che sia soldato, pirata o pappagallo. Una donna medico che dà ordini è una sventura doppia. Ma gli ordini si rispettano, non importa l’età di chi li impartisce o il sesso, importa il grado. La scala gerarchica è tutto in questo microcosmo. L’igiene viene mantenuta a stretto controllo, ma per persone che non hanno nozione di germi o di batteri come si fa a inculcare loro che non devono succhiare il grog dalle dita dopo essersele lavate? Fortunatamente Mr. Pound è docile, sveglio, dolce e volenteroso. Se Claire è felice che Jamie non sia sul Focena, per non essere contagiato e di sicuro apprezza la gentilezza di un cappello da parte di Mr. Pound, la decisione di far distillare alcol puro dal rum di bordo, proposta brillantemente dal ragazzo, non può che creare malcontento. Per legge ad ogni marinaio erano assegnate delle razioni, tutte meticolosamente stabilite, cibo, vestiario, paga, alcolici, premi, punizioni. Ridurre qualcosa che spetta di diritto deve essere prescritto a causa di forza maggiore. Ma se quella forza maggiore fosse l’uso di alcol per disinfezione invece che per bere, chi lo capirebbe a bordo di una nave da guerra in piena seconda metà del diciottesimo secolo? Tuttavia l’alambicco viene costruito e il rum distillato, da due forzati che erano fabbricanti illegali di alcol. Mentre prestano cure ai malati e Claire raccomanda che igiene debba seguire il giovane aiutante, ci viene svelato per bocca dello stesso che ha solo quattordici anni. Fermiamoci, vi prego, solo un istante a riflettere: lo vedete questo ragazzino? I nostri figli, conoscenti o nipoti a quell’età sono a scuola, hanno una vita normale, non dico agiata o meno, diciamo normale, hanno diritto ad una istruzione, al rispetto, hanno leggi che li proteggono. Quanto diversa è la vita, invece, per Elias Pound? Si è imbarcato a sette anni, grazie all’intercessione di suo zio, Capitano del Triton e per chi crede che le raccomandazioni siano prettamente odierne, posso serenamente dire che si sbaglia. In Marina, soprattutto britannica, la meritocrazia non esisteva, arruolamenti forzosi, raccomandazioni di amici graduati e lettere di specifiche richieste per far piazzare a quel posto o all’altro il tale giovane raccomandato erano usuali. Se leggerete Horatio Hornblower ve ne renderete conto, per quanto lui sia validissimo, deve aspettare anni per ottenere ciò che gli spetta, perché frotte di raccomandati lo superano sempre. Elias è sulla nave Focena per questo viaggio (Siete un giovane davvero in gamba) con una donna che è madre, una magnifica madre. Ma per quanto sia ardimentoso, resta un ragazzo e di fronte alla morte del suo amico Jim Quigley, nel momento in cui Claire deve allontanarsi compie un atto di pietà: chiude gli occhi del morto. Un atto che è doppiamente importante: costituisce il suo contatto con la realtà e quello con la malattia. Di fronte a quello sfacelo Claire vuole capirne di più, si fa dare dal capitano Leonard il diario del medico, per appurare da chi sia partito il contagio. Riesce a risalire ai primi malati, che erano la ciurma del carpentiere. C’è una lunga lista di morti dalla quale si salva solo Mr. Howard che, non avendo più mansioni da carpentiere, aiuta il cuoco. Nonostante la fermezza di Claire, Mr. Cosworth, il cuoco di bordo, non si convince della giustezza delle parole del medico, ma cede di fronte alla autorità. Immaginiamoci di essere Claire, dobbiamo disperatamente salvare la vita a persone che non hanno le nostre stesse conoscenze, che non sono del nostro tempo e senza i medicinali adatti! Una persona meno forte si sarebbe arresa. Ma Claire Fraser è passata dalle Pietre, ha resistito alla separazione, ha allevato una figlia meravigliosa, poi è tornata indietro e sa assolutamente quello che fa. Se le cose sul Focena non vanno bene, sull’Artemis non si canta e non si balla. Fergus mano lesta riesce a procurarsi anche una fetta di pane oltre alla brodaglia che porta a Jamie. Il quale, privo dell’aiuto di Mr. Willougby, patisce il mal di mare. Ma soprattutto il suo timore non è che sua moglie si ammali, ma che possa essere in pericolo quale sola donna in mezzo a trecento uomini. Chiede a Fergus di rubare le chiavi al capitano Raines (Ti sei dimenticato di essere un borsaiolo?) dopo aver cercato di farne un uomo onesto, ma non è ipocrisia, solo praticità: usare le risorse a disposizione. Vuole ammutinarsi, alleggerire il carico, correre dietro al Focena. Non ha un piano, ne farà uno al momento, ma, inaspettatamente, Fergus gli si oppone. Anche lui vuole bene a Claire ma… Ma vede l’impossibilità di un simile piano. Jamie però diventa una belva, un leone che ruggisce, insulta Fergus, che ha le lacrime agli occhi (pensiamoci che questo è il solo padre che abbia mai avuto, anche se lo chiama milord) e gli sbatte in viso che secondo lui il francese non sa che cosa voglia dire amare. Alle repliche di Fergus, Jamie chiarisce: perché se così non fosse avresti mosso Terra e Cielo. Avresti rischiato l’arresto e la morte. Perfino l’inferno e l’avresti fatto con la facilità con cui ti pungi con uno spillo. Mi avresti liberato da questa cella per aiutarmi a salvare la donna che amo dai suoi rapitori. Finché non rischi tutto, non puoi parlare d’amore. Lo abbiamo visto? Mordere le parole, strozzate in gola, che sputa contro un Fergus sempre più inerme? E quando la rabbia si affievolisce, si siede, gli dà la schiena, nessun contatto visivo, lo tiene alla larga e nel silenzio attonito e addolorato di Fergus percepiamo tutta l’intensità ferina e ruggente di questa scena, che ho vissuto con i brividi addosso. Jamie gli dà un’altra chance: portargli le chiavi se vuole la sua benedizione al matrimonio con Marsali. Non è onorevole, no, il Jamie di venti anni fa lo avrebbe fatto? Si. Assolutamente, su di sé lui assume ogni colpa, si prende cinghiate, bastonate, pugni, si offre immolato a Black Jack per salvare la moglie, fa ogni cosa, sopporta ogni abiezione, perché l’unica cosa che non può tollerare è essere separato da lei e saperla che soffre. Sul Focena intanto non si va ancora di canti e di balli, stanno cucendo nei sacchi i morti. Notate la cura dei dettagli, lo stesso ago usato è un uncino ricurvo adattato per lo scopo. I migliori cucitori (passatemi il neologismo, c’è cucitrice si, ma non al maschile) e ricamatori e persino i più abili nel crochet (uncinetto) erano i marinai. Nelle lunghe ore sulla nave, sbrigati tutti i compiti, dovevano saper rammendare le vele, i loro abiti, le reti. Sono esseri umani e quindi creativi. L’idea che ci siano cose da uomini e cose da donne è prettamente ad uso e consumo di una società sessista che ha voluto differenziare dei ruoli per dare a chi potere a chi doveri. In realtà la miglior cosa al mondo è la collaborazione paritaria. Su una nave c’è una gerarchia, ma tutti i marinai sono uguali, quindi ridistribuiscono e barattano quel che hanno appreso in favore di quel che non sanno. Torniamo al momento: Pound spiega a Claire che l’ultimo punto si dà attraverso il naso del morto, perché non sia morte apparente ed è sempre fatto da un amico. Quindi tocca a lui farlo per Mr. Quigley. Sotto lo sguardo dolente e materno di Claire, Elias Pound cresce ancora un po’. La sepoltura in mare è solenne, il capitano Leonard recita una preghiera e poi dopo la resa degli onori con un colpo di fucile, i corpi, coperti dalla bandiera, vengono fatti scivolare in mare. Il mare e quanto contiene è la nostra culla della vita e ci accoglie quando moriamo. Questa era la vita dei marinai, lo è stata per secoli e secoli. Le lacrime di Pound danno a Claire, cattolica, ma non praticante diremmo noi, l’impulso di pregare il Pater Noster con i marinai, in un momento di assoluta commozione. Nella quiete della notte, sulla nave, non è il misterioso passeggero alias Governatore della Giamaica, che sul libro è a bordo e parla con Claire, motivo per cui il Focena deve andare assolutamente in Giamaica senza aspettare, a raggiungerla ma il cuoco di bordo che le è ostile e che le sputa minacciosamente veleno addosso. Ma Mr. Pound, coraggioso quattordicenne, lo manda via e poi chiede a Claire quale sia il suo segreto: come fa a restare calma dinanzi a tanta morte? Lei gli spiega il segreto di ogni medico o infermiera: dividere le parti della propria vita per eseguire quel che si deve, senza farsi frenare dalle giuste e impetuose emozioni. Quando Claire accenna alla fortuna, quella dolcezza fatta ragazzo che è Elias le dice che secondo lui se le cose miglioreranno sarà merito di Claire ma se proprio vuol parlare di fortuna, le dà una zampa di coniglio che la madre gli diede quando era piccolo, Fortuna e Salute, augurò al piccolo Elias di appena sette anni e beh, dice lui, è quel che serve ora no? E lo dà a Claire, che si commuove ringraziando, soprattutto perché sua madre è morta. In quel mentre avvisano Claire che Mr. Johansen, il marito di Annekje, è malato. Preoccupatissima, scende di sotto e …Ha una di quelle meravigliose esplosioni alla Claire Fraser, parolacce e durezza, ma è comprensibile, il caporale Johansen è solo sbronzo da morire. Dopo essersi scusata con Pound, che la rassicura sul fatto che ne ha sentite altre, Claire sta ascoltando la spiegazione dell’altro marinaio su quel che berrebbero gli uomini a bordo quando le cade lo sguardo su una bandiera portoghese. Chieste spiegazioni a Sullivan, Claire apprende che l’unico che ne sa qualcosa sulla nave che hanno abbordato due settimane prima, in cerca di un medico, è il Capitano. Nella cabina di Leonard, però, Claire non trova il giovane ma qualcosa di molto più sconvolgente: non si tratta della Bruja ma sul registro di bordo c’è una nota che riguarda Jamie. Un uomo sulla nave, tale Harry Tompkins, ha svelato che un sovversivo ricercato di nome Malcolm è stato visto a bordo dell’Artemis. Il capitano ne deduce che sia Jamie Fraser, il quale secondo lui vive sotto falso nome. Da tutto ciò è interrotta non dall’arrivo del Capitano ma del cuoco di bordo Mr. Cosworth, il quale, odioso e protervo, tenta di intimidirla ribadendo che non gli piace e che scoprirà perché lei sia lì. Ma Claire non è una donna che non ne abbia passate un po’. Anzi, minaccia il cuoco di gridare e dire al Capitano che il cuciniere stava per violarla, sicura che Leonard crederà a lei e ci crede anche il cuoco e la fa passare. Claire si propone di cercare Tompkins e Marsali, sull’Artemis, dedica le sue cure a Fergus. Lui le rende note le condizioni di Jamie per farli sposare e le dà anche la sua disponibilità, ma Marsali, molto più pratica, fa notare che nel caso di insuccesso lei resterebbe sola in mezzo agli uomini e, di sicuro, non sarebbe protetta. La passione che divampa tra i due, fomentata da Marsali che vuole approfittare dell’assenza di Jamie e di Claire e del fatto che Fergus rischierebbe la vita, viene, però, smorzata proprio da questi che le ricorda il patto. Marsali, rimproverandolo, ci dà un bel ritratto sia di Jamie che di Fergus: quando fanno una promessa non la infrangono mai. Mentre Marsali resta sola a pensare, Claire ha la sua di solitudine interrotta da una buona notizia, il caporale sta meglio e approfittando di far sedere Pound, latore della stessa, gli domanda se conosca un certo Tompkins. Chiaramente su 400 effettivi il ragazzo non può conoscerlo, ma parlando di incubazione, a Claire arriva la folgorazione: chiede a Elias di trovare questo tale perché forse, visto che ci sono stati quattro nuovi casi nonostante l’aiuto cuoco sia recluso, potrebbe esserci un altro che dà il contagio. Ovviamente a insaputa di tutti, per ora, perché è inutile allarmare il Capitano. Elias si fida e và. Chi fa bene a non fidarsi è Fergus che in cerca delle chiavi origlia una pericolosa conversazione tra il capitano Raines e due suoi, i quali non solo esternano sfiducia verso Jamie e l’equipaggio di questi, accusandoli di portare sfortuna, ma dichiarano anche intenzioni disonorevoli su Marsali. Fergus si allontana ma sulla Focena si avvicina Tompkins e… Colpo di scena, chi è se non una nostra vecchia conoscenza? Esattamente, l’esattore che lavorava per Sir Percival Turner, il quale spiega con dovizia di particolari, ad una Claire minacciosamente armata di sega (sul libro usa i ferri chirurgici e Tompkins parla eccome) quale sia stato il suo percorso che lo ha portato li e mentre la prega di liberarlo dalle sue sofferenze, mentre sul libro la prega di aiutarlo a non soffrire, le rivela che hanno trovato il corpo dell’uomo che aggredì Claire e che lei non riuscì a salvare e quindi Jamie è accusato di omicidio, nonostante quegli sia morto accidentalmente. Ma chi crederebbe a un sovversivo? Inoltre a sentire l’ex esattore non ci sarebbe da fare affidamento nemmeno sul giovane Capitano il quale, per sperare di conservare la sua posizione, che una volta a terra gli può essere revocata, non farà nulla di compromettente. Ho ammirato Claire, nel momento in cui Tompkins la ferisce volutamente, lei resta calma. Certo, poi non sappiamo come sia andata la medicazione, ma una cosa è certa: Claire è una donna pericolosa. Fa credere a tutti che l’ex esattore sia il secondo portatore e quindi resterà in isolamento fino alla fine della malattia, a stretto contatto col primo. In fondo, se sono ambedue portatori… Molto ben giocata Claire. Un po’ di sollievo ce lo offre Annekje che, riconoscente, non solo regala a Claire una formaggetta di latte di capra, sottraendola alle razioni dei soldati, ma le assicura, dopo che la medica si è aperta dicendosi preoccupata per la sorte del proprio marito, che la aiuterà. Sembra non capire Annekje solo perché è paciosa vero? In realtà ha un cuore enorme e ha capito tutto, ha capito l’essenziale. Esattamente quello che serve. Stare con lei è rinfrancante ed è pure interessante, ci dà uno spaccato di vita sulla nave: come e dove erano posti gli animali, che vita conduceva chi li accudiva. Una serie estremamente curata anche nei particolari, come dalla prima stagione. La luna è un richiamo irresistibile per Jamie, che la contempla da lì sotto e l’arrivo di Fergus non gli reca sollievo: il ragazzo non intende rubare le chiavi perché se non ce la facessero, allora Marsali resterebbe sola e lui non vuole, perché la ama immensamente, come ama tantissimo anche Jamie e per amore di entrambi è disposto a non sposare la donna che ama, questo implica che non romperebbe la promessa di avere un rapporto intimo con lei, e a non farsi benedire dall’uomo che considera padre. Quelle grida di Jamie sembrano giungere da Claire che si volta, idealmente connessa al marito, la medica ha, invece sentito qualcosa di diverso: il silenzio. Da tre giorni nessuno si lamenta, nessuno invoca Dio per morire. Finalmente il peggio è passato. Adesso si che si può far festa e sale sul ponte, in quella aria pulita e limpida, Claire riceve i saluti degli uomini e si gode il momento, ormai non c’è che pensare a come fare per salvare Jamie. Ma anche solo cinque minuti di pace… Non le sono concessi. Il nostro cuore si ferma, come il suo, perché Elias il coraggioso, Elias lo spigliato, Elias il ragazzo che non si ferma mai, ormai non arriverà più in porto. Niente Giamaica per lui, ha contratto la malattia. Il dialogo con Claire che si finge sua madre e gli reca il conforto (è tempo che torni a casa) mi ha fatto piangere. Non sono una con la lacrima facile, ma qui mi sono sentita gli occhi pieni prima di poter respirare. Claire è una madre, lo accompagna nell’ultimo viaggio come farebbe la sua, quella che il ragazzo ha perso. Ed è Claire che assiste alla sepoltura, lei che gli dà “il punto dell’amico” attraverso il naso, lei che lo piange e lei che lo ricorderà per sempre. Questa scena mi ha colpita tantissimo, non solo per l’ovvio pathos che c’è, ma perché mi ha ricordato tutti quei ragazzi che sono morti nel compimento dei loro doveri, i tamburini della Guerra Civile americana, per dirne una, i porta ordini, oppure i ragazzini morti nelle fabbriche, nelle strade, posti dove noi i ragazzi non li manderemmo mai, perché dei ragazzi è il mondo, loro che sono la nostra speranza e il nostro seme, loro che sono quelli che proseguiranno anche per noi, il futuro che guardiamo, lo vediamo attraverso i loro occhi. E poi c’è quel particolare non trascurabile che una madre, una madre qualunque, non può reggere mai il dolore della perdita di un figlio e questo momento, in cui Claire dice addio a Elias mi ha fatto ricordare Faith. Lì era figlia della sua carne e del suo sangue, ma questo, dopo venti anni, è figlio della sua tenerezza. Ho provato sollievo vedendo Claire con lui. “Tua madre sarebbe così fiera”. Tocca a lei piangente, singhiozzante, cucirlo, chiude gli occhi, come tocca all’abbraccio sereno di quel verde così bello, dell’oceano, accogliere il corpo di questo ragazzo così incantevole. La sera, nonostante il dolore, la rassicurazione e i complimenti del Capitano Leonard non la sollevano, ma l’annuncio che l’indomani saranno a Grand Turk, da parte dei Johansen le dà una scossa e finalmente capisce il piano di Annekje: una volta approdate nella parte disabitata di Grand Turk per far mangiare e bere le capre, che danno sostentamento agli uomini col loro latte, Claire potrebbe scappare. Annekje la aiuta ma la meravigliosa corsa di Claire in una vegetazione che si tinge di ogni sfumatura tra verde e grigio, non ha un buon esito. Il Capitano Leonard sarà giovane ma non sciocco: quando si vede comparire Claire davanti capisce e a nulla valgono le parole della donna, lui ha un dovere come suddito di sua Maestà e come Capitano e non recede. Se gli uomini cercano solo di seguire doveri & giuramenti, dalle donne arrivano le soluzioni. Grazie a Marsali si giunge ad un esito del tutto positivo per Jamie, lei gli fa capire che cosa sarebbe stato disposto a perdere Fergus per amore di Jamie, il quale essendo uomo con una sola parola se darà la propria al capitano Raines, di non ribellarsi, non si ribellerà. Quando Jamie capisce, offre la sua parola e benedice i due, dando di nuovo a Fergus il titolo che gli spetta : figlio mio. L’altra donna che risolve è l’intrepida Annekje che, raggiunta Claire, sulla tolda, le mitiga le paure e le offre modo, mezzo e possibilità. È notte, Coburn è lì davanti, in mezzo l’oceano nero e allora? Claire si tuffa e… Jesus H. Roosevelt Christ!

Episodio denso, denso, denso, carico di emozione, di fili tirati: maternità, dovere, amore, coraggio, dedizione, ci ha portati al di là di una soglia che sinora non avevamo mai varcato con la serie, ci ha condotti a guardarci dentro, a chiederci se, davvero, resteremmo fedeli ad una promessa, se davvero saremmo in grado di affrontare il dolore, la fatica e il pericolo anche tra persone ostili per seguire quello in cui crediamo e, soprattutto, ci ha portati a guardarci tra le mani e a scoprire che, dopo tutto, siamo capaci di amare e di gesti immensi. Che si sia un coraggioso quattordicenne, una intrepida allevatrice di capre o una testarda scozzese o un leale francese o una meravigliosa inglese o un enorme, incredibile e innamorato scozzese, l’amore è quello che ci muove. Un’ultima annotazione, mi piace farvi osservare qualcosa che mi è stato fatto vedere: la zampa di coniglio che Elias usa come talismano è legata al coniglio di Brianna nel lettino, ricordate le parole di Claire sull’animale preferito di Bree? Ed è legato a quel coniglio nella notte a Culloden, sono tre momenti che parlano di lei e la produzione ha deciso di metterceli, perché a queste persone incredibili piace enormemente quello che fanno, lo amano, così ci danno dei riferimenti, lungo tutta la serie, questa è la stagione in cui lei c’è e si sente, pur non comparendo che all’inizio: Brianna, l’amore di Jamie e di Claire. E sulle prove strepitose degli attori, tutti i principali, possiamo salpare per riannodare le fila.

Recensione a cura di Cristina Barberis.

4 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 310: Heaven and Earth”

  1. questa volta , nulla da eccepire! Bellissima recensione e descrizione dei personaggi . Accuratezza e delicatezza, oltre ad una passione x i nostri eroi! Non mi piace come Claire varcate le pietre sembra ritornata ad essere quella della prima stagione o primo libro, forte ,coraggiosa innamorata e competente…in un mondo alieno…., mentre nel suo di mondo si è arresa a che cosa? non m piace, e non mi piacerà più, perchè non sarà più la donna che era all’inizio…..Ma tu sei molto convincente !

  2. Grazie a Federica e ad Antonella, leggervi è un piacere 🙂 e sono felice che continuate a seguirci.
    Un abbraccio grande.

  3. Cosa doveva fare? Forse hai ragione ma quando è tornata alla sua epoca insieme all’amore ha perso anche il coraggio che glielo alimentava jemie! Perso lui si è affievolita in fondo lo ha fatto anche jemie se pur vivendo ina vita più dura è diventato di tutto , massone , succube e prigioniero di lord ghon si è fatto fregare da una come ginevra , stalliere , ha sposato una come laghory quella che voleva morta la sua adorata claire , ha giurato x un re che ha combattuto a culloden !come vedi mi sembra più coerente claire che ha hourato a frank di non parlare mai più di jemie e quindi si è adeguata a quella vita e al secolo!

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