Recensione Outlander Episodio 104: The Gathering

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Eccoci alla quarta, attesissima puntata: l’Adunanza del clan McKenzie. Il riassunto, prima della splendida sigla, ci da quel colpo al cuore, con una Claire sorridente che vede arrivarle incontro Frank. Succederà? Andiamo con  ordine, una breve excursus della puntata con i commenti!

La direzione dell’episodio di oggi non è di Dahl ma di Brian Kelly  e la scrittura dell’episodio non  è del bravissimo Ron Moore, ma di Matthew Roberts, noteremo poi le differenze.  Interno in penombra, fiammeggiare di candele, una spilla con motto “Luceo non  uro” che è il motto principe del clan McKenzie. Subito siamo proiettati all’esterno, Claire corre nel bosco,  apparentemente inseguita…e lo è veramente,  da un gruppo di bambini del castello, capitanati da Hamish, stanno giocando, siamo nel bel mezzo di un avvenimento che emula il Tynchal, la caccia al cinghiale. La fuga di Claire e dei bimbi è fermata dagli onnipresenti Angus e Rupert (delizioso duetto di Claire e della guardia di Colum, riferito alle parti intime di uno scozzese) quindi eccoci tra le tende dell’accampamento.  Ho sentito l’aria fredda nel naso e l’odore della terra, intrisa di acqua, c’è molto fango, è una terra piovosa e l’odore dei fuochi e le risa e le voci. E’ come essere trasportati all’interno dell’azione. E lo percepisce anche Claire quando si aggira tra le tende e i fuochi e quella allegria semplice e rustica e viva, il suo dispiacere per la sua imminente fuga le punge il cuore. Anche i duetti divertentissimi (per noi) coi suoi due forzati custodi non la distolgono dal procedere, si reca nelle stalle dove è il Vecchio Alec che la informa che per Jamie è meglio stare lontano dal castello durante l’adunanza e le fornisce una cavalcatura per la caccia dell’indomani (notate la musica anni 40 del XX secolo, ogni volta che qualcosa riguarda Claire, la musica non è di flauti o cornamuse, ma quella più “moderna” dei tempi di Claire infermiera, musica che, ve lo confesso, adoro! Ed è un  espediente azzeccatissimo per farci pensare solo a Claire, è la sua anima che canta, lei che vuole tornare a casa con tutta se stessa e non pensa ad altro. La sua colonna sonora!)

E’ l’incontro con la sempre inattesa (o forse si?) e argutissima Geillis (“le highlands sono pericolose per una donna sola”) che le reca la bottiglia di Porto, che ci dice a che punto Claire sia coi preparativi: è quasi pronta. Appena resta sola dalla ingombrante pungente presenza di Geillis, Claire si affretta a preparare il fagotto con il cibo, che ha nascosto nei giorni precedenti, e i panni, deve assolutamente fuggire e quindi deve essere pronta! Mentre Claire si aggira per la cucina del Castello, per cercare un’arma, Mrs Fitz la conduce a cambiarsi: Claire è ospite, deve avere un  abito adatto! La premura della donna non si rivela di intralcio, aiuta anzi Claire a muoversi con più disinvoltura. Ce lo immaginiamo un intero clan, con famiglie, fittavoli, vicini e ambulanti che tentano di vendere le loro mercanzie, che si prepara ad una Festa così importante? L’odore del cibo, le cucine sono attive da giorni, probabilmente, e il suono delle voci…Lo sentite? Potete percepirlo?

Nel crocchio di uomini che parlano, c’è un fascinoso Ron Moore, che però non pronuncia battute a noi udibili…Ed eccola! La nostra Iona! Che bella la nostra Diana non trovate? E che accento scozzese, quelle erre arrotate, che godimento ! Vi assicuro che ho esclamato <<Eccola, oh, bella!>> e mentre Mrs Fitz alla pari di un solerte direttore di orchestra fa affacciare tutti dalla balaustrata , ecco che arriva il laird. Inutile dirlo, deforme o no, Colum Mckenzie incute timore e rispetto. Ogni volta che lo vedo sento dentro di me la forza di quell’uomo. Ed è una forza che scorre sottopelle e che sprizza dai suoi occhi. Temerei più lui che Dougal, ve lo assicuro! Murtagh è vicino a Claire e le traduce dal gaelico il discorso di Colum, ma Iona (ma quanto si sarà divertita Diana?) lo zittisce, come quando noi siamo a teatro o al cinema e qualcuno parlotta sottovoce.  Il primo giuramento di fedeltà è del capo guerra del clan, Dougal, imponente, magnifico, granitico. Via via si succedono gli altri. Ma Claire deve andare nel suo laboratorio, ci sarà bisogno di lei (avete notato il vestito di Claire? Meraviglioso! E quel nastro attorno al collo? Vi dico che l’ho invidiata!) anche se Angus tenta di fermarla (geniale la trovata del Porto, vero?) ma senza successo, così Claire che sta tentando di scappare coi suoi fagotti, viene fermata dapprima da Laoghaire, la quale, vi confesso mi ha fatto tenerezza,che  le cerca una pozione per smuovere il cuore di Jamie e Claire, astutissima creatura,  ne approfitta per rifilarle dello sterco di cavallo in polvere e le dice di recitare una formula che, dopo aver sbattuto i tacchi, ricorda molto il modo che Dorothy usa per tornare a casa (divertente citazione de ll mago di Oz). E’ poi la volta di alcuni ubriachi nel corridoio che sono quasi per sopraffare Claire quando arriva, ubriaco ma forte, Dougal, che le strappa quel bacio! Scintille, sullo schermo, sulla pelle! E che schiaffo! Si, tensione palpabile, che paura che fosse scoperta, eh? Ma Claire è una donna che non  si perde d’animo e venire dal 1945 ha i suoi pregi, aye!

Ed eccola la nostra Claire che scivola verso le stalle,in una conta da “Isola del tesoro”,  musica e voci di sottofondo, apre la porta, entra, fa il conto mentale di dove sia la sua cavallina…E cade malamente, su Jamie, che è nelle stalle per motivi suoi. E, ve lo dico, ho riso fino alle lacrime per quel << Oh Jesus H. Roosevelt Christ!>> e <<No Sassenach, it’s me!>>, vecchia trovata ma sempre efficace! E quando Jamie capisce che lei vuole fuggire, si preoccupa più del fatto che lei sarebbe in pericolo ( McKenzie ubriachi, le guardie di Colum, la foresta di notte…) piuttosto del fatto che lei sta tentando di scappare e che dolcezza quando si scusa (la chiama sempre Sassenach)  chiamandola teneramente per nome o quando, triste, per lei, spiacente, la porta verso il Castello. Cerca di farla passare per una via non trafficata ma i McKenzie sono proprio troppi, agguantano lui e Claire, riconoscono lui come il nipote del laird, ma è quando dicono che potrebbero tenere lei per loro, che Jamie  mette fuori combattimento il suo e l’assalitore di Claire. Tranne capitolare per una botta in testa dall’onnipresente Rupert! (“Volevo evitare che storpiassi mezzo clan”)

Jamie si veste, per il giuramento, Claire si scusa, qualcuno da a Jamie lo stemma “Luceo non uro”, che Claire traduce perfettamente in un  inglese corretto ed ecco, Jamie rivela a Claire il suo, in un francese splendido : “Je suis prest”! Lo volete sapere? Il mio cuore è saltato in gola per quel primo piano, con quella pronuncia! Ero li a farmi aria! C’è voluto prima che riacquistassi lucidità! Solo per sperare di perderla quando Murtagh spiega ad una angosciata Claire che cosa succederebbe se Jamie giurasse fedeltà al clan e che cosa succederebbe se non lo facesse e mentre Jamie, bellissimo e teso, concentrato,  si avvicina e parla e sul viso di Colum c’è incredulità e tensione ( Dougal, a differenza di prima, si porta accanto al fratello, la sua spada vivente) e nella sala regna il silenzio e man mano che Jamie esterna le sue intenzioni, gli uomini del clan sono pronti a ucciderlo, ecco che tutto culmina in un crescendo emozionantissimo: Jamie ha offerto aiuto e sostegno al clan dello zio, ma non si è vincolato in alcun modo, la linea di sangue e di successione è salva, non ci saranno scisma nel clan, Colum gli porge la coppa con un sorriso, Dougal resta guardingo ma sembra sollevato, Claire si concede sollievo e Jamie, cui non difetta la teatralità, scola in  un lungo sorso il contenuto della coppa, tra gli applausi.

Al mattino seguente c’è la caccia al cinghiale, il Tynchal, (di nuovo la musica anni 40, melodica, un po’ sognante, tutta per Claire)  e mentre Claire esce, l’onnipresente Rupert è li, pronto per la battuta. Claire si immerge in un bosco che strappa il cuore per quanto è bello, con  la nebbia, ma non c’è tempo per fermarsi a guardarlo: un ferito, Claire lo soccorre, poi sente un urlo lacerante, si allontana, si perde; il cinghiale, del gruppo che i battitori sta facendo spostare, la carica, ma arriva prontamente un tiratore eccezionale a salvarla: Dougal! Ed è con lui che Claire assiste il moribondo Geordie cui un cinghiale ha inferto terribili ferite, in una scena piena di pathos, di profonda commozione in cui, confesso, ho pianto. E come da controcanto a tanto doloroso lirismo, ecco che arriva una scena dura, cruda, violenta e liberatoria: degli uomini stanno giocando sui prati attorno al castello e come Dougal si accorge che c’è Jamie tra loro, si tuffa a sfidarlo. Colpi violenti, uno dietro l’altro, Dougal sembra una delle Furie, non vuole vincere, vuole picchiare, vuole la violenza e la vuole contro Jamie. Ma Jamie, nonostante i colpi che riceve, non si perde d’animo e Murtagh, angelo custode barbuto e sporco ma eccezionale, lo preserva da colpi bassi, di Angus e di chiunque gli cerchi il male da dietro. Ed è contro Dougal che Jamie combatte, la palla da inseguire è solo una scusa, e dopo una serie di colpi che avrebbero abbattuto un toro, sferrati con caparbia violenza da Dougal contro Jamie, il nostro scozzese rosso e alto e dal cuore limpido, afferra lo zio e lo fa volare letteralmente al di sopra della propria spalla. Offrendosi di aiutarlo a  rialzarsi giusto un momento dopo. Claire, che assiste attonita con Rupert,  sospira di sollievo, Jamie si allontana con  Murtagh. Dougal con un dolorante Angus.

Si, Claire ha visto altri uomini morire e di morte violenta e Dougal ne ha conferma non solo per quel che ha veduto lui, ma anche dalla stessa Claire che, nel laboratorio, ammette ciò in risposta alla asserzione di Dougal. Un Dougal che, commosso nel bosco, ora è turbato, ma presente a se stesso, la ringrazia profondamente per quel che Claire ha fatto con Geordie  e che le annuncia che il mattino dopo partiranno per la riscossione dei tributi dovuti a Colum.  In un’alba cupa e scura, i nostri si mettono in viaggio e se Claire non sa, ce lo dice lei, dove la porterà il viaggio, spera però che sarà vicino, sempre più vicino alla possibilità di tornare a casa. Da Frank. Perché questa volta non può fallire.

 Ed ora quel che ne penso: sanguigna, scintillante, densa, commovente, violenta, divertentissima, mi ha tolto il cuore dal petto! La regia diversa s’ è vista , del tutto, altra mano, più mirata alla tensione emotiva, meno narrativa, più di impatto,come la sceneggiatura,  possiamo paragonarla ad un film di azione, non c’è tempo ancora per le scene tra Jamie e Claire, solo accenni, ci stanno portando a quel culmine che, se continua così, si scioglierà alla perfezione solo nella puntata del matrimonio. Perché qui e adesso, c’è la vita del clan, di questi uomini ferini, dolci, crudi, duri, garbati, divertenti e assolutamente indimenticabili che vivono attorno a lei, a Claire, anima e coro da tragedia e voce narrante e guida, per noi tutti, che ci immerge in un mondo che, ve lo confesso, almeno per un mese avrei voluto vivere anche io! Man mano che la storia si dipana e ci immergiamo nel viaggio di Claire in questa Scozia pre Culloden, il mio cuore si fa leggero e non ne ho mai abbastanza! Questa serie si sta rivelando sempre più vincente! Non siete d’accordo?

Recensione a cura di Cristina Barberis.

6 Risposte a “Recensione Outlander Episodio 104: The Gathering”

  1. Teatrale. È la prima parola che mi viene in mente con questa puntata. Gli attori si succedono piano piano sulla scena e ci raccontano la logoro storia come se ci fossero dei piccoli monologhi per ognuno di loro. È bello approfondire la conoscenza di questi personaggi che con la lettura forse si rischia di tralasciare. Ci fanno sospirare Jamie in questa puntata ma quando c’è… Je sui prest … Ok sono le 11 del mattino, siamo in fascia protetta. XD le musiche anni ’40 sono state un colpo di genio. Mi aspettavo molto da questa serie e mi sta ripagando bene.

  2. Questo episodio mi è piaciuto moltissim, pieno di pathos e di speranze, quelle di Claire, quei dei Mackenzie, quelle di Jamie che non sono ancora confessate ma intuibili. Mi è piaciuta molto di più delle altre questa puntata, leggendo che il regista è un altro forse sarà per questo, pur amando molto anche le altre tre.
    Adoro Jaimie ma il debole è per Dougal e come nel libro, ho invidiato Claire quando l’ha baciata. Beata lei ho pensato! E poi amo Murtagh, lo dichiaro, già dal libro, un tipico silenzioso scozzese assolutamente irrinunciabile.
    Che dire? Che attendo con impazienza e un po’ di paura la prossima puntata, sapendo ciò che dovrà accadere e nel frattempo rivedrò questa fino alla noia (che non verrà!) perchè “je suis prest” come lo dice Jamie nessuno al mondo, ammettiamolo!

  3. Anche laghory si era accorta che jemie provava interesse x claire e glielo dice apertamente mentre sono sedute ! Claire : è affascinante mr tavish vero? E laghory le risponde : si ma non è a me che è interessato! Quindi era consapevole di non avere chance perché insiste tanto ? Un po’ d’orgoglio no?

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