Benvenuta Terza Stagione

“C’è un colpo perfetto che cerca di raggiungere ciascuno di noi, non dobbiamo far altro che toglierci dalla sua traiettoria. Lasciare che lui scelga noi.” (Will Smith – La leggenda di Bagger Vance)

Quando vidi quel film mi resi conto della bellezza del non essere ancorati al destino, noi scegliamo o ci facciamo scegliere ma, in un modo o nell’altro, non c’è nulla che debba restare immutato per sempre. Se pensiamo al sentimento che, più di ogni altro, ci fa sognare, lo vorremmo eterno. Ma eterno, ha detto qualcuno, è finché dura. E quanto dura un amore, quell’amore vero che scalda il cuore e rende denso il sangue nelle vene, mentre il petto duole per la tensione, perché di felicità forse qualcuno può anche morire?

Può durare secoli, può durare più di venti anni.

Può durare nello spazio e nel tempo e intrecciarsi, anche quando si è persa la speranza di tornare insieme.

Tutti noi aspettiamo che la Terza Stagione li riunisca. Finalmente, dopo venti lunghi anni arriva questa “scoperta”, condotta dall’amore per i documenti , e mi piace pensare che lui sarebbe felice, anzi è felice perché sa e vede, e parlo del reverendo Wakefield, che dell’accumulo ha fatto un’arte. Ma è grazie ai suoi documenti e alle ricerche di Brianna Randall e di Roger MacKenzie che arriviamo, col fiato spezzato dall’emozione, a scoprire che Lui, “the love of my life” di Claire, è vivo. Si, sopravvissuto a Culloden, James Alexander Malcom MacKenzie Fraser è vivo. Può un uomo così esser morto poi, in una prigione? Sferzato dall’ennesimo comandante sadico? Oppure è stato forzosamente imbarcato per le colonie? Che cosa ha fatto, chi ha amato, dove ha dormito, come ha chiuso gli occhi, la sera, dove s’è posato, per ricordare? Seguiteci, vi porteremo di nuovo lì, in Outlander.

Benvenuta Terza Stagione.

A cura di Cristina Barberis.

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